Al Ministro Gelmini: La scuola non può subire ulteriori tagli, sì agli aumenti degli stipendi
Nella relazione del Ministro Gelmini presentata alla VII Commissione della Camera e in quella del governatore Draghi appare chiara ancora una volta l’emergenza educativa che affligge il nostro Paese.
Siamo d’accordo ad aumentare gli stipendi degli insegnanti valorizzando la loro professionalità, come abbiamo chiesto nel programma elaborato in occasione dell’ultima campagna elettorale, ma non possiamo tollerare che gli stessi aumenti siano accompagnati da una riduzione drastica degli organici come da alcune indescrezioni traplelate. Le realtà del nostro Paese sono così variegate - e non soltanto da Nord a Sud alle isole, ai comuni di montagna, ai quartieri delle periferie, che la Scuola, fortunatamente, ancora oggi rimane l’unica occasione di crescita in assenza delle istituzioni.
Anche la valorizzazione del merito di chi quotidianamente crede nella missione educativa affidata ci trova favorevoli a condizione che siano trasparenti i sistemi di valutazione, per non creare nuove caste anche nelle scuole già pervase da piccole consorterie.
Sul reclutamento è chiaro che bisogna fare una riflessione più seria e meno impulsiva visto che la chiamata diretta delle scuole porterebbe a un nuovo nepotismo senza migliorare il sistema, per non parlare del fatto che gli ultimi dirigenti neoimmessi in ruolo sono stati selezionati secondo regole desuete e oggetto di diversi ricorsi nei tribunali per la poco trasparenza delle procedure. Abbiamo personale specializzando, formato per andare ad insegnare che è escluso dalle gradautorie e personale laureato che insegna come supplente e vuole abilitarsi, e ancora 80.000 docenti specializzati per insegnare attualmente disocuppati.
Siamo pronti a offrire soluzioni concrete a problemi concreti perché il Paese non più aspettare.
Napoli 12 giugno 2008