GILDA Catanzaro: Comunicato 10 giugno 2008

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GILDA Catanzaro: Comunicato 10 giugno 2008

Messaggiodi edscuola » 13 giugno 2008, 16:49

Allarme rosso per la scuola pubblica calabrese.
Tagli, tagli, tagli, ancora tagli questo è quello che succede nella scuola calabrese e in Italia.
Ogni anno qualunque sia il governo in carica, il modo di affrontare i problemi nella scuola si risolve con i tagli agli organici. Anzi negli ultimi anni assistiamo ad un assurdo, i governi di centrosinistra, con la complicità dei sindacati confederali con in testa la FLC-CGIL, fissano gli obiettivi con la legge finanziaria (altra anomalia solo italiana) e poi i governi di centrodestra applicano quanto deciso, trovando la strada spianata, con qualche timida protesta sempre dei soliti sindacati. Quest’anno i tagli si sono duplicati, una parte consistente di 1.195 cattedre si è avuta in fase di definizione degli organici di diritto a febbraio con il governo in carica di centrosinistra, ora a giugno ancora tagli, 460 cattedre in organico di fatto con il governo di centrodestra. Siamo a 1.655 cattedre in meno in Calabria, da aggiungere ancora i tagli alle cattedre di sostegno e i tagli al personale ATA, perché anche i deboli quali gli allievi portatori di handicap sono presi di mira pesantemente, non potendo avere assegnato un docente con rapporto deciso dall’equipe socio-psico-pedagogico operante nella istituzione scolastica per come stabilito da una legge dello Stato italiano definita all’avanguardia nel settore, ma come tutte le cose italiane applicata alla Carlona.
Negli ultimi 6 anni si sono avuti circa 10.000 posti in meno tra docenti ed ata in Calabria.
Nessuna voce si è alzata in difesa della scuola calabrese dai politici che si sono succeduti. Sono stati e sono assenti, insensibili al problema. Chiusi nel loro mondo che garantisce la rielezione ad ogni tornata elettorale, non si preoccupano di ciò che la società chiede, non si vedono più tra la gente.
Tutti i provvedimenti adottati minano dalle fondamenta l’Istituzione Scuola che in Calabria è lasciata da sola al suo destino, non c’è sussidiarietà. La mancanza di strutture sociali diventa critica e grave nel sostegno agli alunni con handicap che spesso trovano ad accoglierli solo la scuola.
Siamo in piena riforma della scuola, partita ormai molti anni addietro ed ancora non conclusa, soggetta alla politica che in tutte le disposizioni che si sono succedute, anche richiamando accordi internazionali, parlano di efficienza ed efficacia dell’azione educativa, con una costante comune che attraversa questo processo, i tagli agli organici. Gli unici operatori della scuola che non vengono messi in discussione sono i dirigenti scolastici che invece hanno avuto una rivalutazione, un maggior riconoscimento del loro ruolo anche se dirigono scuole con pochi allievi e poche classi addirittura inferiori a venti. Ogni istituzione scolastica comporta una dirigenza ed un direttore dei servizi generali ed amministrativi cioè, trasformato in soldini più di 100.000 euro annui. Se per esempio si raggruppassero le scuole nell’ambito di un area metropolitana mantenendo separati gli ordini di scuola per problemi pedagogici (evitare che in un’età molto difficile entrino in contatto bambini con adolescenti o giovani che potrebbero creare problemi di bullismo e sopraffazione) lasciando al dirigente il ruolo amministrativo organizzativo e l’aspetto didattico pedagogico al collegio docenti che elegge al suo interno un docente con funzioni di coordinatore, in Calabria con 600 istituzioni scolastiche, riducendole di cento unità, si potrebbero risparmiare 100.000 x 100 = 10.000.000 di euro pari allo stipendio di 400 insegnanti.
Anche questa è una scelta politica da valutare.
Intanto l’incertezza nel mantenere la cattedra colpisce tutti i docenti sia a tempo indeterminato, sia i precari e sia il personale ata, che pur dopo tanti anni che ricoprono un ruolo ancora non riescono a vedere un futuro che dia loro la giusta tranquillità per costruire una vita normale quale si addice a chi vive in un paese che è tra i sette più industrializzati al mondo, ma che non riesce nella soddisfazione di questo bisogno elementare.
Gli eventi della scuola dimostrano come questa sia una categoria che non sa lottare, che non sa far valere i propri diritti che poi sono quelli che portano ad una scuola di qualità.
La Gilda chiede una presa di coscienza e maggiore forza per poter essere una voce sempre in difesa della scuola pubblica e dei docenti.

Lamezia Terme, 10/06/08
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