ANDIS: ODG Consiglio nazionale

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ANDIS: ODG Consiglio nazionale

Messaggiodi edscuola » 22 maggio 2008, 8:14

ORDINE DEL GIORNO CONCLUSIVO DEL CONSIGLIO NAZIONALE ANDIS
TORINO 15-16 MAGGIO 2008

Il Consiglio Nazionale dell’ANDIS, riunito a Torino il 15 e 16 maggio 2008 per individuare le linee portanti dell’intervento associativo nelle nuove condizioni politiche venutesi a determinare dopo le recenti elezioni generali, approva le relazioni del Presidente Jannaccone e del Presidente del Consiglio Nazionale e riafferma in primo luogo la validità del documento approvato dal Consiglio Direttivo tenuto a Vico Equense nel mese di marzo scorso. Esso sintetizza l’elaborazione degli ultimi anni, rappresenta il punto di riferimento per l’azione dell’Associazione a livello centrale e periferico..
Di fronte al silenzio che ha caratterizzato il tema della scuola in campagna elettorale, è sconcertante osservare come esso riemerga sui grandi organi di informazione nei termini riduttivi della inefficienza, (vera o presunta, comunque certamente non generalizzata) del sistema e della necessità di sanzione del personale. Occorre invece che l’emergenza formativa, di cui la condizione della scuola rappresenta solo un aspetto, per quanto importante, venga affrontata in tutta la sua complessità di crisi dei riferimenti culturali ed ideali del mondo globalizzato, percorso da crisi degli orizzonti, da paure che si traducono in chiusure egoistiche e da rischiose tensioni identitarie.
Per contrastare queste tendenze, il ruolo della scuola può essere fondamentale, ritrovando e assumendo come indicatore fondamentale di qualità la capacità di inclusione che già il primo libro bianco dell’Unione Europea indicava più di vent’anni fa: come esercizio dei diritti di cittadinanza, come crescita culturale e professionale delle persone, come uguaglianza delle opportunità.
Il “merito” va dunque rapportato precisamente all’insieme di questa missione complessiva di cui il sistema formativo italiano deve esplicitamente farsi carico.
Se si assumono questi parametri, allora il pieno sviluppo, anche finanziario, dell’autonomia e della dirigenza scolastica; la misurazione dei risultati di apprendimento; la valorizzazione del merito; la decentralizzazione delle competenze statali di gestione, allora l’Amministrazione troverà l’ANDIS non solo disponibile al confronto, ma protagonista dell’elaborazione delle concrete misure, che in questa materia non sono semplici dettagli ma sostanza della politica educativa.
L’autonomia non può significa infatti frammentazione, ma piena responsabilità degli operatori nel conseguimento delle mete indicate dalla comunità locale, nazionale ed europea.

Proprio questa è la ragione per cui l’ANDIS sostiene lo sviluppo dell’Associazione delle scuole autonome e l’emanazione di una legge di sostegno alla rappresentanza, i cui termini vanno approfonditi e precisati. Si tratta di mettere le istituzioni autonome in condizione di esprimere e coordinare le proprie scelte e di interloquire in maniera autorevole con gli altri soggetti presenti sul territorio, dagli Enti Locali e Funzionali alle forze sociali

Questo processo virtuoso deve trovare un decisore politico capace di chiudere con la logica del punto a capo e che, impegnandosi a dare piena attuazione alle Indicazioni nazionali e al Regolamento dell’obbligo di istruzione, indichi con precisione e concisione i Livelli Essenziali di Prestazione e gli standard di apprendimento. Essi sono i parametri di ogni seria valutazione di sistema e al tempo stesso il necessario riferimento per la costruzione di una identità e di un linguaggio professionale condivisi. Ad essa debbono essere finalizzati, sia la formazione di base, sia quella in servizio, che deve essere sottratta, come in generale le questioni di stato giuridico, alla contrattazione sindacale e definita per legge.

In un simile contesto si impongono sia la valutazione del personale, sia il finanziamento delle scuole attraverso una logica budgetaria che elimini il legame storico con l’organizzazione per classi e cattedre. E’ vero infatti che l’autonomia porta con sé la piena responsabilità delle risorse e che appare oggi opportuno valorizzare il ruolo della singola scuola anche nelle selezione del personale. Appare però necessario su questo terreno aprire una fase di sperimentazione che concerna, per esempio, le nomine del personale a tempo determinato e che analizzi con attenzione vantaggi e rischi.

Va infine ricordato che al conseguimento di questi obiettivi va rapportata la politica di finanziamento della scuola, ponendo termine alla deriva per cui negli ultimi anni, attraverso logiche di tagli indiscriminati, è drasticamente diminuita la percentuale del PIL destinata all’istruzione. E’ assolutamente necessario che l’assegnazione delle risorse alle scuole autonome avvenga in tempi e modi certi, sottraendola alla precarietà della progettualità occasionale legata alle contingenze politiche o alle mode culturali del momento.

Il Consiglio Nazionale invita dunque l’intera associazione a collocarsi, rispetto alla nuova fase politica, non in una posizione di attesa, ma di iniziativa e di elaborazione, capace di intrecciare le analisi con le proposte concretamente elaborate dalla professionalità dei dirigenti scolastici, che tuttora rappresentano la garanzia di ogni efficace innovazione.
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