CIDI: I costi di una politica sbagliata

Rassegna Stampa e News su Scuola e Sindacato

CIDI: I costi di una politica sbagliata

Messaggiodi edscuola » 16 ottobre 2012, 19:41

I costi di una politica sbagliata

Avevamo chiesto al Ministro segnali forti di discontinuità rispetto al governo precedente, ma dobbiamo constatare che, pur vestita con i panni decenti del nuovo governo, continua a camminare la stessa politica.
Basti pensare che la scuola ha coperto l'86% del risparmio della spesa statale e subirà ancora il blocco dei contratti e degli scatti d’anzianità fino al 2017.
Adesso viene proposto di portare l'orario di lezione a 24 ore, che significa chiedere un aumento di lavoro agli insegnanti ben più alto di un terzo, perché quelle ore significano classi in più, alunni in più con sempre meno possibilità di cura, più organi collegiali e rapporti con i genitori. Senza contare lo spezzettamento delle cattedre e quello conseguente della didattica.
Peggiorare le condizioni di lavoro degli insegnanti significa dequalificare l'intera scuola.
Questa misura comporterebbe l'espulsione di oltre 6000 docenti, naturalmente i più giovani.
Se occorre lavorare pensando al futuro dei nostri giovani, e se per fare questo occorre un patto tra generazioni, non si può ancora colpire la scuola, che è il luogo civico di incontro dove più forte si può stabilire quel patto; chiamata a garantire loro quell'istruzione di qualità che è certamente il bene più prezioso per il loro futuro.
Ne è ulteriore conferma questo inizio d'anno scolastico all'insegna del solito caos, con classi sovraffollate in edifici insicuri, in assenza dei docenti e del personale Ata necessari, e con i provvedimenti di riconversione dei docenti itp e inidonei nelle segreterie.
Se davvero si volesse allineare la scuola italiana all'Europa, come il Ministro ha detto, si dovrebbe agire in un'altra direzione e in tutt'altro modo. E restiamo in attesa di vedere il confronto con gli altri sistemi europei applicato anche agli stipendi italiani.
Di fronte a questi dati la "dichiarazione di guerra" del Ministro alle scuole private per i loro risultati troppo bassi appare quasi paradossale, visto che si opera per far diventare tutta la scuola superiore un diplomificio, con nuovi tagli di organico e di risorse alla scuola pubblica.
A questo punto è evidente che manca totalmente un progetto di scuola di ampio respiro, capace di far crescere l'istruzione dei nostri ragazzi.
Si assumono decisioni con le elezioni alle porte pur sapendo che avranno ripercussioni profonde nel tempo, senza nessuna consultazione delle parti sociali e delle associazioni professionali delle categorie coinvolte. Non è segnale di salute per una democrazia un governo che fa del non essere frutto di un'elezione un proprio punto di forza, governando da solo come rivitalizzato dall'assenza di un forte patto elettorale.
Crediamo invece che l'assenza prolungata di una politica che torni a cercare con fiducia e credibilità la partecipazione e il consenso dei cittadini può avere un costo per il paese assai più alto dei "costi" strutturali della politica di cui si parla continuamente.
E quello che sta andando alle stelle è il prezzo che il paese paga per questa latitanza.
edscuola
Site Admin
 
Messaggi: 19822
Iscritto il: 3 ottobre 2007, 11:30

Torna a Educazione&Scuola© - Rassegna Sindacale

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 12 ospiti