GHIZZONI: INTERROGAZIONI SU PENSIONI E RECLUTAMENTO

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GHIZZONI: INTERROGAZIONI SU PENSIONI E RECLUTAMENTO

Messaggiodi edscuola » 5 marzo 2012, 6:27

Interrogazione sul pensionamento, pubblicata il 29 febbraio:

Atto Camera
Interrogazione a risposta in Commissione 5-06303
presentata da
MANUELA GHIZZONI
mercoledi 29 febbraio 2012, seduta n.595

GHIZZONI, DAMIANO e GNECCHI. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:

il comma 1 dell'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 351 del 1998 vincola la cessazione dal servizio nel comparto scuola all'inizio dell'anno scolastico o accademico successivo alla data in cui la domanda è stata presentata; pertanto in detto comparto, al fine di garantire la continuità didattica, la finestra di uscita è costituita da un solo giorno (il 1° settembre) per ogni anno;

in virtù di tale disposizione - che non ha subito modifiche, nonostante i reiterati interventi in materia previdenziale approvati negli ultimi anni - il personale di detto comparto ha iniziato l'anno scolastico corrente con il vincolo di concluderlo e, a differenza di tutti gli altri lavoratori, di non poter cessare dal servizio prima del 1° settembre 2012, indipendentemente dalle modifiche intervenute in materia di trattamenti pensionistici. All'avvio dell'anno scolastico 2011/12 (1° settembre 2011) era infatti vigente il sistema delle cosiddette 'quote', date dalla somma dell'età anagrafica e dall'anzianità contributiva (legge 23 agosto 2004, n. 243, così come modificata dalla legge 24 dicembre 2007, n, 247) e la eventuale pensione anticipata in base al requisito di anzianità contributiva: in virtù di tale normativa, docenti e personale ata già nei mesi di ottobre e novembre del 2011 hanno presentato domanda di collocamento a riposo e di dimissioni ai sensi del richiamato decreto del Presidente della Repubblica n. 351 del 1998, finalizzata al trattamento di quiescenza ai sensi della legge n. 247 del 2007;

successivamente a quanto descritto, è intervenuto l'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, che dispone in materia di trattamenti pensionistici numerose modifiche (cosiddetta riforma Fornero) tra le quali, ad esempio, un incremento dei requisiti anagrafici per il pensionamento di vecchiaia ordinario e anticipato (commi 6, 7 e 9) e l'innalzamento dei requisiti di anzianità contributiva (comma 10, che abolisce il pensionamento anticipato con il sistema delle cosiddette 'quote');

il 'comparto scuola', in virtù della specificità espressa anche nel richiamato decreto del Presidente della Repubblica n. 351 del 1998, ha sempre goduto di apposita normativa in ordine al trattamento pensionistico: ci si riferisce, in particolare, all'articolo 59, comma 9, della legge n. 449 del 1997; all'articolo 1, comma 2, lettera a), e comma 5 lettera d), della legge n. 247 del 2007; all'articolo 12, comma 1, lettera c), e comma 2, lettera c), della legge n. 122 del 2010; e finanche all'articolo 1, comma 21, della legge n. 148 del 2011;

nel decorso della discussione sul decreto-legge di proroga termini, è stato accolto dal Governo un ordine del giorno a prima firma dell'interrogante (n. 9/4865-AR/79): in esso si sottolinea sia come la riforma previdenziale introdotta dal decreto-legge n. 201 del 2011 non abbia tenuto conto della specificità del comparto scuola - sempre espressa in apposita normativa, precedentemente richiamata - che impone al proprio personale di accedere al pensionamento esclusivamente in coerenza con il calendario scolastico, sia che la riduzione delle cessazioni del rapporto di lavoro per pensionamento determinata dalla nuova normativa incidono negativamente sull'invecchiamento del corpo insegnate. In tal senso, l'ordine del giorno impegna il Governo ad adottare al più presto misure volte a differire al 31 agosto 2012 il termine previsto dalla riforma promossa da Ministro del lavoro e delle politiche sociali per la maturazione dei requisiti con la normativa previgente;

nel corso dell'esame in sede parlamentare del medesimo provvedimento la Ragioneria dello Stato ha valutato in 6.000 la platea da presunti beneficiari, con una stima di 650 milioni di maggiori oneri per gli anni 2013-2016 -:

per quali motivi nella citata 'riforma' non si sia tenuto conto della specificità del comparto scuola, rappresentata anche dalla finestra unica di uscita (1° settembre), con la conseguenza che il personale ha iniziato l'anno scolastico con la vigenza di un regime che lo vincola - unico esempio nel pubblico impiego - all'obbligo di servizio fino al termine dell'anno scolastico stesso;

quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro interrogato al fine di dare attuazione all'impegno assunto con l'accoglimento dell'ordine del giorno a firma dell'interrogante (n. 9/4865-AR/79), data l'inapplicabilità delle decorrenze della nuova normativa previdenziale contenuta nell'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011 al ritmo dell'anno scolastico;

quale esito avranno le domande di pensionamento presentate nei mesi di ottobre e novembre 2011 dal personale della scuola secondo le disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica n. 351 del 1998;

sulla base di quali elementi la ragioneria dello Stato abbia stimato in 6.000 i soggetti coinvolti, atteso che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha ipotizzato invece in 4.000 gli eventuali beneficiari. (5-06303)

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L'nterrogazione parte dall'odg approvato durante la discussione del DL Milleproroghe:

Atto Camera
Ordine del Giorno 9/4865-AR/79
presentato da
MANUELA GHIZZONI
testo di
giovedì 26 gennaio 2012, seduta n.577

La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, introduce una nuova disciplina previdenziale e l'articolo 24, comma 14 stabilisce che le disposizioni in materia di requisiti di accesso e di regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore della legge continuano ad applicarsi ai soggetti che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2011, senza tener conto della particolare specifica normativa che permette, invece, agli insegnanti di accedere al pensionamento esclusivamente in coerenza con il calendario scolastico;
come dimostrano gli ultimi dati ufficiali forniti dal Miur, che collocano i docenti italiani tra i più anziani dei Paesi Europei, gli interventi volti a ridurre le cessazioni del rapporto di lavoro per pensionamento incidono sull'invecchiamento del corpo insegnante,

impegna il Governo

in sede di discussione del primo provvedimento utile a prevedere un intervento normativo volto a introdurre il termine del 31 agosto 2012 per il personale del comparto scuola che ha maturato i requisiti di accesso e di regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
9/4865-AR/79.Ghizzoni, Gnecchi, Bachelet, Coscia, De Biasi, De Pasquale, De Torre, Levi, Lolli, Mazzarella, Melandri, Nicolais, Pes, Rossa, Russo, Siragusa, Lovelli.
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Question time sul reclutamento presentato in assemblea il 14 febbraio:

Atto Camera
Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02102
presentata da
GIOVANNI BATTISTA BACHELET
martedì 14 febbraio 2012, seduta n.585

BACHELET, GHIZZONI, MARAN, LENZI, QUARTIANI, GIACHETTI, COSCIA, DE BIASI, DE PASQUALE, DE TORRE, LEVI, LOLLI, MAZZARELLA, MELANDRI, NICOLAIS, PES, ROSSA, ANTONINO RUSSO e SIRAGUSA. -
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:
il Ministro interrogato ha in più occasioni espresso l'intenzione di avviare una tornata di concorsi di reclutamento per il personale docente della scuola;

l'Italia è il Paese dell'Unione europea con la percentuale più alta di insegnanti ultracinquantenni nelle scuole superiori (57,8 per cento) e quella più bassa di insegnanti sotto i 30 anni (0,5 per cento); peraltro, la normativa previdenziale recentemente approvata determinerà la permanenza in servizio di docenti ultrasessantenni, aggravando, da un lato, i dati percentuali sopra riportati e, dall'altro, riducendo i posti vacanti e disponibili da coprire con il reclutamento di nuovo personale;

circa il 7 per cento del numero di graduatorie ad esaurimento non hanno più al loro interno docenti abilitati da immettere in ruolo: soprattutto al Nord, vi sono numerose province che presentano graduatorie esaurite di matematica, matematica e fisica, ingegneria informatica e gestionale, scienze, mentre permangono code lunghissime di aspiranti in graduatorie di altre classi di concorso, in particolare quelle di scienze umane;

in un atto di sindacato ispettivo dell'agosto 2011, il gruppo del Partito Democratico valutava l'opportunità di bandire concorsi che, sulla base del merito e di un adeguato contingente di posti, avrebbero consentito tanto ai migliori insegnanti già in graduatoria di accelerare il proprio ingresso negli organici, quanto ai migliori laureati degli ultimi anni, conseguita la nuova abilitazione, di giocare le proprie opportunità;

gli annunciati concorsi, se avviati immediatamente, contribuirebbero, pertanto, ad immettere stabilmente nel sistema scolastico nuovo personale, fortemente motivato, a vantaggio della didattica e dell'offerta formativa;

non risultano ancora pienamente attuate le disposizioni che prevedono interventi del Governo per il riordino del reclutamento degli insegnanti;

la regione Lombardia ha presentato un progetto di legge, che prevede, tra l'altro, all'articolo 5 (Reclutamento del personale docente da parte delle istituzioni scolastiche), che: A partire dall'anno scolastico 2012/2013, le istituzioni scolastiche statali possono organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi, al fine di reclutare personale docente necessario a svolgere le attività didattiche annuali;

tale progetto di legge appare, ad avviso degli interroganti, in contrasto con il dettato del titolo V della Costituzione, che affida in via esclusiva allo Stato le norme generali sull'istruzione (articolo 117, secondo comma, lettera n)), fra le quali indubitabilmente rientrano quelle che disciplinano il reclutamento degli insegnanti, e, sempre in via esclusiva, i principi fondamentali che la legislazione regionale deve osservare in materia d'istruzione, laddove alle regioni spetta solo una legislazione concorrente (articolo 117, terzo comma) -:
se e quando il Ministro interrogato intenda procedere sia all'indizione degli annunciati concorsi, sia all'attuazione delle disposizioni sul reclutamento del personale docente nella scuola. (3-02102)
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Svolgimento dell'Interrogazione a risposta immediata:

(Intendimenti del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca in ordine al reclutamento del personale docente nella scuola - n. 3-02102)

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, gli insegnanti sono il motore della nostra scuola e devono essere formati e scelti con modalità che garantiscano le loro competenze disciplinari e le loro attitudini didattiche, relazionali e formative. Per questo siamo convinti che occorra riformare il reclutamento e la formazione iniziale dei docenti, tenendoli fortemente collegati. È urgente da un lato rinnovare la classe insegnante del Paese, che è la più anziana d'Europa, anche modificando la normativa previdenziale recentemente approvata, consentendo ai docenti più anziani di andare in pensione, liberando così posti di lavoro, e dall'altro riteniamo indispensabile che lei, signor Ministro, dica al Paese come intenda riordinare il reclutamento degli insegnanti, evitando fughe in avanti di singole regioni, ed eventualmente indicendo subito i concorsi da lei annunciati. Ciò al fine di garantire un valido e veloce canale di accesso all'insegnamento, tanto ai migliori docenti già in graduatoria, quanto ai migliori laureati degli ultimi anni. Ci auguriamo che tutto questo possa avvenire in modo partecipato e condiviso.

FRANCESCO PROFUMO, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, in risposta a quanto rappresentato dagli onorevoli interroganti, faccio presente, anzitutto, che sul reclutamento del personale docente della scuola, attualmente articolato in due canali di alimentazione, graduatorie e concorsi, di pari incidenza, è in corso, su mia precisa indicazione, un approfondito esame, da parte dell'amministrazione, anche al fine di individuare modalità appropriate per consentire l'accesso ai ruoli dei docenti più giovani.
L'indizione di nuovi concorsi presuppone l'individuazione dell'effettiva consistenza dei posti vacanti e in tal senso il Ministero sta procedendo ad una ricognizione per accertare, nelle varie realtà territoriali, la disponibilità di posti e il relativo esaurimento delle corrispondenti graduatorie.
Sul tema sono intervenuti tre elementi di novità che, influendo sulla disponibilità dei posti da mettere a concorso, devono essere in tal senso attentamente valutati. Mi riferisco in primo luogo alle procedure sulla mobilità interprovinciale del personale inserito nelle graduatorie ad esaurimento, personale che, come è noto, anche alla luce di quanto deciso dalla Corte costituzionale con sentenza n. 41 del 2011, può transitare dalla graduatoria di una provincia a quella di un'altra, così modificando l'entità numerica delle graduatorie stesse. In secondo luogo mi riferisco al completamento, da parte delle regioni, dei piani di ridimensionamento della rete scolastica che, nel caso di chiusura o accorpamento di scuole o plessi, possono comportare variazione negli organici.
Infine il riferimento è alle nuove norme sui pensionamenti che, prorogando ulteriormente la permanenza in servizio del personale di ruolo prossimo al termine Pag. 4della carriera, limitano di fatto le disponibilità di posti da destinare alle immissioni in ruolo.
Una volta accertata la consistenza delle disponibilità, è mia ferma intenzione procedere immediatamente all'indizione dei concorsi sui posti vacanti e disponibili, tenendo conto delle legittime aspettative dei giovani che usciranno dai corsi di tirocinio formativo attivo (TFA) in fase di attivazione. Si valuterà altresì l'opportunità di introdurre elementi di semplificazione della procedura concorsuale, attraverso lo strumento regolamentare di cui all'articolo 2, comma 416, della legge 24 dicembre 2007 n. 244.
Per quanto riguarda l'iniziativa della regione Lombardia, richiamata dagli onorevoli interroganti, devo segnalare di aver avviato con tutte le regioni un confronto generale che ha sullo sfondo l'operatività del titolo V della Costituzione nel campo dell'istruzione.
In tale percorso saranno affrontati temi di interesse comune e saranno ricercate soluzioni condivise, ivi inclusa la possibilità di avviare progetti sperimentali sul reclutamento, se del caso con forme innovative, ferma restando la competenza esclusiva dello Stato a dettare la disciplina della materia.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Signor Presidente, sono molto parzialmente soddisfatto. Anzitutto perché l'impressione è che i tempi che abbiamo a disposizione in questa legislatura siano tali che ogni approfondimento possa rappresentare la non esecuzione di alcuni di questi progetti. In particolare ogni approfondimento del doppio canale che modifichi in altro modo questo consolidato dispositivo, si presta a difficoltà che provocano allungamenti e così anche ciò che è stato menzionato dal Ministro, cioè il fatto di utilizzare la legge del 2007 per semplificare i concorsi. Si direbbe, da parte di chi ha visto i pochi concorsi espletati negli ultimi venti anni, che ci sarebbe appena il tempo per fare una task force per espletare i concorsi con la legge vigente in ogni regione, onde evitare gli inconvenienti già visti con il concorso dei dirigenti con una non adeguata preparazione.
Inoltre è stato menzionato giustamente il problema del pensionamento, ma questo è un problema del Governo e quindi noi chiediamo al Ministro di farsi nuovamente portavoce presso i Ministri competenti, affinché questi provvedimenti, come ha detto anche nell'illustrazione l'onorevole De Pasquale, possano essere riconsiderati, perché è evidente che è inutile prendersela con l'invecchiamento se poi si varano provvedimenti che vanno esattamente nella direzione opposta.
Quanto all'esaurimento o meno delle graduatorie, mi permetto di dire che i dati di tutta la scuola suggeriscono che anche dopo la mobilità interprovinciale, esistono molte graduatorie esaurite, quindi mi permetto di consigliare un approfondimento di questi dati. Infatti ritengo che alcune discipline siano esaurite indipendentemente da quanto avvenuto in seguito alle altre due vicende, cioè il ridimensionamento e la mobilità, e pertanto almeno sui posti vacanti e disponibili sarebbe possibile bandire dei concorsi.
Quanto al titolo V è evidente che se noi continueremo a non pensare all'attuazione del titolo V come fatto strategico per la scuola - apprezzo il fatto che il Governo abbia cominciato a far uno studio dei livelli di prestazione e dei costi - , se questo progetto non avanza sarà difficile che tutto il resto possa essere sperimentato legittimamente.
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