Concorso dirigenti scolastici: anche per il Consiglio di Stato i quiz sono obiettivamente errati.
Aveva ragione l’Anief, l’unico sindacato che aveva denunciato le irregolarità. Si va verso l’annullamento e la rinnovazione dell’intera procedura concorsuale. Pronti nuovi motivi aggiunti per chiedere una rapida sentenza di merito del Tar Lazio sulla violazione del bando. Nuovo appello del presidente Pacifico al ministro Profumo.
All’indomani della somministrazione delle prove pre-selettive, l’Anief aveva subito denunciato dalle pagine dei giornali l’esistenza di diversi quesiti errati tra quelli sorteggiati il giorno della prova in violazione dell’articolo 8, comma 8 del bando, secondo cui “La prova preselettiva assegna un punteggio massimo di 100 punti corrispondente ad un test in cui tutte le risposte siano esatte”. Il giovane sindacato, che aveva già vinto i ricorsi per far partecipare i precari alle prove, aveva organizzato nuovi ricorsi per più di 2.000 docenti non-idonei, chiedendo al ministro Profumo di bloccare la procedura concorsuale, nominare una commissione di esperti e rinnovare il concorso, anche per la palese violazione dell’art. 5 del D.P.R. 140/2008 che affidava all’Invalsi la cura dei test. Il sindacato Anp si era, persino, costituito ad opponendum, in difesa delle procedure espletate.
Le richieste di ammissione con riserva alle prove scritte avanzate dai ricorrenti, però, erano state respinte dal Tar Lazio e confermate in appello, quando già il 20 dicembre, i giudici della VI sezione del Consiglio di Stato, avevano avuto modo di rilevare che “i motivi dedotti (dai legali dell’Anief, n.d.) investono profili di legittimità dell’intera fase di selezione basata su quiz a risposta multipla, con la conseguenza che essi, qualora dovessero risultare fondati in sede di decisione nel merito, determinerebbero l’effetto demolitorio dell’intera procedura, con obbligo di rinnovazione della stessa e coinvolgimento di tutti i partecipanti al concorso, e dunque con pieno effetto satisfattivo delle pretese azionate dai concorrenti non ammessi al prosieguo delle prove”
Ora, con le ordinanze n. 64/2012 e n. 67/2012 dell’11 gennaio 2012, i giudici di Palazzo Spada sciolgono ogni riserva sulla valutazione del test - nel confermare il provvedimento monocratico che aveva consentito l’ammissione di alcuni ricorrenti che avevano maturato un punteggio tra i 75 e gli 80 punti - e attestano l’illegittimità dell’intera procedura concorsuale, anticipando così la decisione di merito: “Considerato che, ad un primo esame, l’appello cautelare in epigrafe appare meritevole di parziale accoglimento laddove ha rilevato - per un verso - il carattere obiettivamente erroneo di alcuni dei quiz somministrati e - per altro verso - l’alta probabilità che, in assenza degli errori in questione, gli appellanti avrebbero potuto accedere al prosieguo delle prove concorsuali.”
Difficile, dunque, che i giudici del Tar Lazio, nel merito, confutino quanto ormai attestato dai giudici di secondo grado. A questo punto, secondo il presidente dell’Anief, il ministro Profumo non ha più bisogno di aspettare la decisione di merito del tribunale amministrativo e dovrebbe prendere atto dell’esito scontato del contenzioso, interrompere in auto-tutela le procedure di correzione delle prove scritte e rinnovare le prove pre-selettive. Peraltro, i 2.386 posti originariamente banditi, si sono ridotti di un terzo (778), per effetto della recente norma (L. 183/2011) che è intervenuta sul dimensionamento scolastico e si attendono ancora i dati dei nuovi pensionamenti. Bisogna rispettare il diritto e le regole della nostra Costituzione in tema di trasparenza, parità di accesso, merito: un concorso fatto male non deve andare, comunque, alla sua conclusione. La rinnovazione immediata del concorso eviterà che siano nominati dal Miur dei dirigenti scolastici selezionati su quesiti errati, prima di essere licenziati dai tribunali, ormai certi dell’illegittimità manifesta di tutta la procedura concorsuale.