Anief: Decreto salva-Italia

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Anief: Decreto salva-Italia

Messaggiodi edscuola » 5 dicembre 2011, 20:20

Anief sul decreto “salva-Italia”: l’aumento dei contributi per la pensione condanna un milione di dipendenti della Scuola. Pronti a fare ricorso in Tribunale.


Con il decreto “salva-Italia”, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri ed in queste ore al vaglio del Parlamento, il Governo intende introdurre l’estensione del sistema contributivo che combinato all’aumento degli anni lavorativi per andare in pensione penalizzerà soprattutto i dipendenti pubblici. Tra questi i più danneggiati saranno il milione di docenti, assistenti tecnici ed amministrativi della scuola, a cui è stato bloccato il contratto per legge e a cui non sono riconosciuti professionalmente per intero gli anni di precariato dopo il quarto prestato: a sostenerlo è il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, che annuncia però anche di voler contrastare nelle aule dei Tribunali questa scelta del Governo ritenuta particolarmente iniqua e vessatoria.

Pacifico ricorda che “il lavoro prestato nel quadriennio 2010-2014 non è valido ai fini della maturazione dell’anzianità di carriera, in violazione palese di due articoli della Costituzione (il 36 ed il 39). Quindi nel loro decreto di ricostruzione della carriera i servizi pre-ruolo non sono valutati per intero gli anni di precariato in base al servizio prestato. E ciò penalizza docenti e Ata due volte: sin da subito perché non dà loro il diritto a essere inseriti in un gradone stipendiale successivo; per il futuro perché lede il lodo diritto a percepire da pensionati un assegno proporzionato al lavoro svolto”.

Il Presidente del sindacato reputa dunque questa norma davvero penalizzante per i dipendenti della scuola, “perché adottata su dei lavoratori che non hanno versato alla previdenza di meno, ma messa in atto solo perché lo Stato non riconosce loro il servizio svolto prima da precari e oggi, addirittura, da personale di ruolo tra il terzo e l’ottavo anno dopo l’assunzione”.

Per questa ragione, l’Anief dopo aver promosso i ricorsi per percepire i mandati aumenti di stipendio relativo al periodo di precariato per i neo-immessi in ruolo, per sbloccare il contratto e gli aumenti di stipendio eliminati, ora si rivolgerà di nuovo ai Tribunali per far valere le ragioni di tutto il personale della scuola a tempo determinato che hanno subìto dei chiari danni economici da questa manovra: “chiederemo di far riconoscere ai fini contributivi e di ricostruzione di carriera tutti gli anni di pre-ruolo prestati indipendentemente dalle annualità”, conclude Pacifico.
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Ricostruzione di carriera

Messaggiodi edscuola » 6 dicembre 2011, 9:19

Ricostruzione di carriera: gli anni di pre-ruolo vanno valutati per intero

È corsa contro il tempo per il riconoscimento giuridico ed economico degli anni pre-ruolo per il personale di ruolo della scuola, unitamente agli anni lavorativi svolti tra il 2010-2014, alla luce dell’estensione per tutti del sistema contributivo per la pensione. Pre-adesioni a ricostruzione.carriera@anief.net.

La nuova riforma delle pensioni con il passaggio al mero sistema contributivo, per il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, ci induce a chiedere ai giudici del lavoro la disapplicazione di una vecchia norma contrastante con la legislazione comunitaria, che disciplina il riconoscimento parziale del servizio pre-ruolo ai fini della ricostruzione di carriera. Attualmente, infatti, il servizio pre-ruolo è valutato per intero per i primi quattro anni, per i restanti 2/3 eccedenti ai soli fini giuridici e per 1/3 ai soli fini economici, con il risultato che il mancato versamento dei maggiori contributi dovuti all’aumento per intero dello stipendio porteranno a percepire una pensione più magra. Ora è evidente che la legge 576/1970 che disciplina la materia, insieme al D.P.R. 399/88, al D.Lgs. 297/94 recepite nei contratti collettivi nazionali di lavoro firmati dalle altre OO. SS., non rispondono più agli accordi quadro di cui l’Europa ci impone il rispetto, in particolare alla direttiva 1999/70/CE che vieta la discriminazione tra il lavoro svolto a tempo determinato e indeterminato. È un contenzioso che già nel nostro ordinamento giuridico ha prodotto risultati vincenti per la parte ricorrente, quando è stato chiesto per i neo-immessi in ruolo il pagamento degli scatti di anzianità maturati in periodo di precariato. Chi vuole pre-aderire deve scrivere una mail a ricostruzione.carriera@anief.net al fine di ricevere le istruzioni operative. Contestualmente sarà possibile aderire al ricorso per sbloccare il contratto e il riconoscimento degli aumenti di stipendio spettanti per il servizio prestato nel quadriennio 2010-2014, attualmente dichiarato irrecuperabile da una norma ritenuta dall’Anief incostituzionale. Soltanto così sarà possibile attutire gli effetti dell’ultimo decreto “Salva-Italia” sugli stipendi dei dipendenti pubblici della scuola, visto il consenso unanime del Parlamento invocato da tutte le forze politiche per rispondere dalle contingenze economiche.

 

Fascia di anzianità
che si matura e spetta
da anni   0 a anni    2  
da anni 0 e fino ad anni 2 mesi 11 e giorni 29    
da anni   3 a anni    8  
da anni 3 e fino ad anni 8 mesi 11 e giorni 29    
da anni   9 a anni  14  
da anni 9 e fino ad anni 14 mesi 11 e giorni 29    
da anni 15 a anni  20  
da anni 15 e fino ad anni 20 mesi 11 e giorni 29    
da anni 21 a anni  27  
da anni 21 e fino ad anni 27 mesi 11 e giorni 29    
da anni 28 a anni  34  
da anni 28 e fino ad anni 34 mesi 11 e giorni 29    
da anni 35  
da anni 35
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Concorso dirigenti scolastici

Messaggiodi edscuola » 7 dicembre 2011, 19:51

Concorso dirigenti scolastici: il Consiglio di Stato respinge gli appelli del Miur ed ammette anche i precari. L’Anief chiede il rinvio delle prove scritte

I periodi di servizio svolti come insegnante a tempo determinato hanno la stessa “valenza” di quelli svolti dopo l’assunzione a titolo definitivo: pertanto non è corretto escludere un candidato precario dal concorso per diventare dirigente scolastico. A stabilirlo è stato oggi il Consiglio di Stato, che respingendo gli appelli del Miur contro la sentenza analoga emessa nelle scorse settimane dal Tar del Lazio ha di fatto dato il via libera alla partecipazione al concorso per 500 ricorrenti del sindacato Anief, sia a tempo indeterminato con cinque di servizio tra pre-ruolo e ruolo, sia precari con lo stesso servizio svolto.

Con le ordinanze nn. 5358/11, 5359/11, i giudici di Palazzo Spada hanno respinto gli appelli del Ministero dell’Istruzione tesi ad annullare le ordinanze cautelari ottenute dai 500 docenti che avevano fatto ricorso contro l’esclusione ed era stati ammessi con riserva alla prova preliminare del 12 ottobre scorso. Il Consiglio di Stato, dunque, ha dato ragione alla linea giuridica intrapresa dai legali del giovane sindacato, secondo i quali in base alla direttiva 1999/70/CE non può essere attuata alcuna discriminazione tra il servizio prestato da precario rispetto a quello effettuato dal personale in ruolo.

Secondo il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, siamo di fronte ad “una palese vittoria di civiltà contro l’abuso della precarietà nell’instaurazione dei rapporti di lavoro. A questo punto è evidente – continua il sindacalista - che se a sette giorni dalla prima prova scritta per diventare dirigenti viene cancellato il 17% delle domande selezionate, dopo un approfondimento fatto dagli esperti durato dieci giorni, è chiaro che qualcosa non va ed è chiaro che gli idonei hanno superato dei quiz falsati. Per questo, chiediamo al ministro Profumo di rinviare le prove scritte del 14-15 dicembre. In caso contrario, andremo fino in fondo e chiederemo l’annullamento di tutta la procedura concorsuale, non essendo stati messi tutti i candidati nelle condizioni di partecipare alle prove scritte”.
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