Carissimi lettori e colleghi,
mi chiamo Luca Dibitonto, ho 28 anni, sono docente di scuola primaria, coordinatore nazionale dell’associazione Adida, Associazione Docenti Invisibili da Abilitare e consigliere comunale all’istruzione nella mia città di Santhià: scrivo questo comunicato e questa mia lettera per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto stia avvenendo nella nostra realtà scolastica italiana, dove oramai le violazioni alle normative di legge e le discriminazioni non si contano più, all’interno della quale non vi è più alcun futuro professionale per noi giovani docenti precari non abilitati.
L’associazione di cui faccio parte, Adida, che opera attualmente online all’indirizzo web www.associazioneadida.it , si impegna quotidianamente nella tutela dei diritti dei docenti non abilitati ed in pochi mesi ha raggiunto la cifra di oltre 18.000 docenti aderenti.
La questione più gravosa è senza dubbio quella relativa ai nuovi corsi abilitanti promossi da governo e Ministero: analizzando il sistema di reclutamento degli insegnanti, nelle graduatorie di istituto di terza fascia sono inseriti i docenti i quali non sono in possesso di abilitazione, i cosiddetti “supplenti”, che sono assunti per coprire posti che sono rimasti scoperti od in assenza del personale di ruolo: all’interno di queste graduatorie vi sono più di 40.000 docenti non abilitati che hanno prestato più di 360 giorni di servizio ed un numero altissimo di docenti che hanno insegnato per un periodo di servizio minore.
Nel corso degli anni a questi docenti, in particolare dopo aver superato la soglia dei 360 giorni di insegnamento, sono sempre stati riservati corsi abilitanti di durata annuale (o biennale come nel caso delle SISS), al fine di far conseguire loro il titolo abilitante e di permettere di concorrere non più all’interno delle graduatorie dei docenti non abilitati, ma in quelle dei docenti in possesso di abilitazione, a partire dalle quali, un giorno, sarà possibile essere assunti a tempo indeterminato (realtà purtroppo impossibile nelle graduatorie di terza fascia dei docenti non abilitati, chi non consegue l’abilitazione non potrà mai essere assunto in ruolo).
La realtà scolastica italiana non prevede più corsi abilitanti a partire dal 2007, anno della chiusura dei corsi abilitanti SISS per i docenti di scuola media e superiore, mentre per i docenti di scuola dell’infanzia e di scuola primaria in possesso del diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001 - 02, mancano percorsi abilitanti bensì dal 2005 e l’ultimissimo concorso è stato indetto nel lontano 1999, quasi 13 anni orsono!
Il Ministero della Pubblica Istruzione, nel tentativo di riattivare nuovi percorsi abilitanti, alla luce dell’elevato numero di precari già in possesso di abilitazione, ha preso la decisione di rendere quasi impossibile per i giovani docenti precari non abilitati l’accesso alla professione, stabilendo quanto segue: per poter accedere ai nuovi percorsi abilitanti, denominati CAS, Corso Speciale Abilitante Speciale, per i docenti di scuola dell’infanzia e di scuola primaria e TFA, Tirocinio Formativo Attivo, per i docenti di scuola media e di scuola superiore, i docenti non abilitati dovranno sottoporsi a 3 prove selettive di elevata difficoltà, la prima su cultura generale con domande chiuse, da superare al primo tentativo, pena l’immediata esclusione dal corso abilitante.
Seguirà una seconda prova scritta con domande aperte relative alla classe di concorso sulla quale si voglia conseguire l’abilitazione ed infine, per tutti coloro che supereranno anche la seconda prova scritta, un’ultima prova orale.
Dovremo quindi sottoporci a 3 prove selettive all’interno delle quali saranno ammessi pochissimi errori, coloro i quali non otterranno la sufficienza già nel corso della prima prova, saranno esclusi definitivamente sino all’attuazione di un prossimo percorso abilitante, magari anche a distanza di alcuni anni.
Quello che spaventa e che indigna maggiormente è rappresentato dal fatto che nemmeno i docenti più meritevoli i quali riusciranno a superare queste 3 prove, avranno accesso diretto al corso abilitante: questi docenti entreranno semplicemente nelle graduatorie TFA all’interno delle quali sarà loro assegnato un punteggio in base ai risultati delle 3 prove, ai titoli di studio conseguiti ed al numero di giorni di servizio finora svolti, saranno ammessi al corso solo gli insegnanti con i punteggi maggiori!
Nell’incontro di giovedì 3 novembre tra sindacati e Ministero, sono infatti stati assegnati da parte del Miur i numeri definitivi dei posti disponibili per i nuovi corsi abilitanti, ogni commento è superfluo: 2.487 posti in tutta Italia su scuola primaria, a fronte di un’offerta delle Università di almeno 6.046 posti (numero di per sé già molto basso), 4.626 posti su scuola secondaria di 1° grado (scuola media), a fronte di un’offerta di almeno 7.239 posti ed addirittura non più di 5.659 posti per la scuola secondaria di 2° grado, a fronte di un’offerta di oltre 19.125 posti disponibili!
I numeri sono impietosi ed incomprensibili: nonostante il gravissimo problema del precariato e della necessità di abilitare personale docente in servizio anche da molti anni, il Miur non solo non ha consentito posti in più, ma ha addirittura dimezzato i posti assegnati dalle facoltà universitarie, sottoponendo le migliaia di docenti che si sottoporranno alle 3 prove ad una selezione severa e spietata, dove solo i docenti eccellenti che otterranno i punteggi più elevati avranno la possibilità di accedere al corso abilitante: per tutti gli altri bravi docenti che da anni garantiscono con il loro sacrificio, con il loro precariato e con le loro supplenze la continuità del sistema scolastico italiano, non sarà data alcuna possibilità di conseguire l’abilitazione, per chissà quanto altro tempo ancora.
Negare la possibilità di conseguire l’abilitazione, consisterà nel negare la certezza di un futuro professionale a migliaia di docenti precari, dai più giovani ai meno giovani, costretti ad affrontare il futuro nella sola speranza di sopravvivere nella realtà scolastica prestando il loro servizio con supplenze più o meno lunghe, nell’attesa snervante ed in alcuni casi disperata di ricevere una chiamata dalle segreterie scolastiche.
Inoltre, al fine di garantire l’avvio dei percorsi abilitanti nel corso di quest’anno scolastico, come indicato e promesso dal Ministero, manca la quasi totalità dei decreti attuativi, la cui emissione prosegue a ritardare e senza i quali non è possibile garantire l’attivazione dei corsi.
Naturalmente, l’associazione Adida, impegnata con tutte le forze a tutelare i diritti e la tutela dei docenti privi di abilitazione, non può accettare un simile trattamento ed ha impugnato 2 ricorsi amministrativi avversi il decreto ministeriale TFA, al Tar del Lazio ed al Presidente della Repubblica, portando con sé migliaia di docenti ricorrenti: scopo dell’associazione non è solo quello di abilitare tutti i docenti con più di 360 giorni di servizio, Adida tiene alla tutela anche dei docenti che non hanno ancora raggiunto i 360 giorni di insegnamento.
Adida non si è limitata a ricorrere contro il TFA, ma ha intrapreso una serie di ricorsi volti a restituire i diritti e la dignità degli insegnanti non abilitati, da troppo tempo discriminati, umiliati ed abbandonati a se stessi.
In questa prospettiva che si preannuncia purtroppo fortemente gravosa e penalizzante, segnaliamo queste ingiustizie per richiedere l’aiuto di tutti e soprattutto dei partiti politici al fine di trovare una soluzione ad una realtà professionale che riguarda decine di migliaia di insegnanti!
Luca Dibitonto, coordinatore nazionale ADIDA e della provincia di Vercelli