FLC CGIL, parte la campagna Ricostruiamo l'Italia
"La nazione ha bisogno di un popolo istruito a salvaguardia della giustizia e della libertà" queste parole, scolpite nella pietra del frontespizio della biblioteca nazionale di Boston, dovrebbero essere il viatico di quanti hanno a cuore la democrazia e la civiltà.
Il declino dell'Italia non è solo economico, ma anche sociale e culturale, e di conseguenza anche morale, proprio perché si è irriso alla cultura, si è tagliata l'istruzione e la ricerca, non si è investito in tutto ciò che fa di ogni individuo un cittadino consapevole, responsabile, critico.
Ecco perché per ricostruire l'Italia si deve cominciare dalla scuola, dall'università, dalla ricerca dalle arti e dalla musica, in una parola dalla cultura.
Sono queste le basi che fanno ricco un paese, rendendo anche la sua economia più competitiva perché più innovativa e più attenta al benessere sociale, come indica la nostra Costituzione.
La scuola migliore è quella che forma, che include, che aiuta a crescere. Non quella che boccia. Più studenti bocciati significa fallimento dell'azione educativa, deresponsabilizzazione. Troppi giovani italiani lasciano la scuola senza un diploma, troppi non concludono gli studi universitari. Le società più avanzate hanno più diplomati e più laureati. "I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi": questa è la meritocrazia che vuole la nostra Costituzione che impone alla Repubblica di rendere effettivo questo diritto. Questa è la civiltà e la modernità che l'Italia deve ritrovare.
Ricostruiamo l'Italia a partire dal rilancio della ricerca pubblica. I nostri ricercatori precari in patria riscuotono successi a piene mani all'estero. Abbiamo bisogno di loro, anche perché la competitività del nostro sistema industriale non si fonda sulla morte dei diritti e sui bassi stipendi, ma sull'innovazione che solo gli investimenti in ricerca possono dare.
Ricostruiamo l'Italia a partire da una vocazione che ci appartiene da secoli, l'arte e la musica.
Ricostruiamo l'Italia a partire dal lavoro. Cominciamo a ridare orgoglio a chi lavora nella scuola, nell'università, nella ricerca, perché se questi lavorano bene avranno fiducia e ridaranno fiducia, se ritroveranno l'orgoglio del loro lavoro saranno più credibili come formatori e come ricercatori, saranno più disponibili a far funzionare meglio tutto il sistema educativo e culturale, qualunque sia il loro ruolo.
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