ANDIS Viterbo: IL DIMENSIONAMENTO PROSSIMO VENTURO

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ANDIS Viterbo: IL DIMENSIONAMENTO PROSSIMO VENTURO

Messaggiodi edscuola » 22 settembre 2011, 12:20

Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici
Sezione Provinciale di Viterbo

AL DIRIGENTE DELL'U.S.R. DEL LAZIO
AL DIRIGENTE DELL'UFFICIO 14° DELL'U.S.R. DEL LAZIO, AMBITO TERRITORIALE DI VITERBO
ASSESSORI ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE DELLA REGIONE LAZIO E COMUNE/PROVINCIA DI VITERBOI
ALLE OO.SS.
AI DIRIGENTI SCOLASTICI


Viterbo 22/9/2011


IL DIMENSIONAMENTO PROSSIMO VENTURO
NON SCAMBIAMO I MEZZI CON I FINI

Dunque il cantiere del dimensionamento è partito; ma siamo sicuri di aver preso la strada giusta?

1) COSA DICE LA LEGGE

L. 111/2011, Art. 19, comma 4:

“4. Per garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall’anno scolastico 2011 – 2012 la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti compresivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni....”

2) LE CONSEGUENZE DELLA LEGGE
Come si vede il legislatore non poteva essere più chiaro: gli Istituti Comprensivi sono i “mezzi” per realizzare la continuità didattica (il “fine”).
Conseguentemente, se ci poniamo l’obiettivo di costituire gli I.C. subito e a tutti i costi, senza avere presente il fine della continuità didattica, non soltanto ci poniamo fuori della previsione normativa ma rischiamo di fare un danno gravissimo all’intero sistema scolastico.
Questo dato di realtà comporta che non si dovrebbero costituire Istituti Comprensivi cosiddetti “strampalati”, mettendo insieme, ad esempio, un grosso circolo didattico del quartiere o comune X con una minuscola sede decentrata di scuola sec. 1° grado collocata nel quartiere/comune Y, al solo scopo poter di dire “abbiamo fatto il nostro I.C.”.
E’ del tutto evidente che gli alunni in uscita dal circolo, tranne casi sporadici, continueranno ad iscriversi alle sedi di 1° grado più vicine e non certo a quella agganciata per mera operazione di ingegneria scolastica, la quale, a sua volta, continuerà a ricevere alunni provenienti da altri plessi.
E’ altrettanto evidente come in questo modo il “fine” richiesto dalla legge (la “continuità”), venga totalmente mancato.
E questa mi sembra sia proprio la strada che abbiamo intrapreso, almeno qui a Viterbo.

Uno dei criteri fondamentali da porre alla base dei nuovi IC dovrebbe dunque essere questo: i plessi/sedi aggregati dovranno risultare logisticamente continui, ossia ubicati in modo tale che i flussi in uscita (dalla primaria) e in entrata (sec. 1° grado) abbiano un sufficiente grado di corrispondenza.
Diversamente avremmo costituito un “mezzo” fine solo a se stesso (“auto-referenziale”), ma inadeguato a conseguire il “fine” normativo.

Considerato inoltre che la legge, intelligentemente, fissa uno standard temporale “di inizio” (“a decorrere dall’anno scolastico 2011 – 2012…”) senza prescrivere un termine conclusivo, mi permetto di fornire ai “capi-cantiere” del dimensionamento un consiglio non richiesto: dotarsi di un programma temporale, non necessariamente ristretto all’arco di pochi mesi, che nel volgere di qualche anno realizzi gli obiettivi del comma 4, senza l’obbligo di dar luogo agli I.C. subito e a tutti i costi.

Concludo con un ulteriore suggerimento non richiesto: sarebbe oltremodo opportuno che il piano di dimensionamento venga collocato all’interno di un “PIANO DI GOVERNO DELLA SCUOLA” che includa i seguenti punti:
1) individuazione di nuovi insediamenti scolastici in ragione delle direzioni di sviluppo delle città e dei territori;
2) un piano di edilizia scolastica volto, non soltanto a restituire decoro, sicurezza e agibilità alle scuole, ma soprattutto a sostenere gli standard numerici richiesti;
3) un piano di gestione delle iscrizioni volto a contenere o prevenire gli squilibri: scuole che scoppiano e scuole con locali vuoti; un piano che indichi preventivamente i limiti massimi di ricettibilità e i criteri di selezione in caso di eccedenza;
4) un piano di trasporto studentesco che faciliti i collegamenti fra quartieri e comuni e la raggiungibilità delle sedi.
In questo modo si dovrebbero ridurre gli attuali squilibri che sconsigliano di procedere alla soppressione immediata dei circoli e delle Scuole sec. 1° grado autonomi e alla conseguente costituzione degli IC.

Naturalmente si può scegliere di andare avanti a tutti i costi e subito: ma il rischio di fare della macelleria scolastica è grande.


Il presidente provinciale
Giuseppe Guastini
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