ANDIS: L'Invalsi che vogliamo

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ANDIS: L'Invalsi che vogliamo

Messaggiodi edscuola » 29 giugno 2011, 12:18

L’ Invalsi che vogliamo

Che cosa succede con le prove Invalsi? Perché con la prova proposta agli esami di terza media
si è caduti in una serie di errori che hanno comportato un ulteriore aggravio di lavoro per gli
insegnanti? Perché è stato scelto un criterio di attribuzione del punteggio che, generando voti
eccessivamente alti, ha alterato la valutazione d’esame, creando un pericoloso disequilibrio tra
valutazione interna e valutazione esterna? E, soprattutto, quale credibilità possono sollecitare
episodi di questo genere, dopo tutto il disordine esploso con la somministrazione delle prove alle
classi seconde degli istituti superiori? E che cosa succederà con la prova Invalsi ai prossimi esami di
Stato conclusivi degli studi secondari? Perché continuare a penalizzare la scuola, i suoi insegnanti e
i loro alunni? Perché continuare a offrire ghiotte occasioni a chi non vuole sentire parlare in
nessun modo né di Invalsi né di valutazione di sistema?
Com’è noto, per i detrattori del “partito preso” l’azione dell’Invalsi non ha altro fine che quello di
offrire l’occasione “scientifica” all’attuale amministrazione per dividere le scuole in buone e cattive
e, soprattutto, dividere gli insegnanti, per offrire un’altra occasione per tagliare.
Ma non è così!
Occorre guardare al di là delle infelici vicende di questi ultimi mesi. La valutazione di sistema non si
propone finalità di questo tipo! L’ANDIS riafferma con forza il proprio sì alla valutazione, ma con
un Invalsi efficiente che sappia proporre modelli che siano veramente efficaci.
L’ANDIS esige un Invalsi che sia messo in condizioni di fare bene un lavoro che è necessario
fare e che anche le scuole debbono imparare a fare! E che in altri Paesi già fanno da tempo:
perché gestire oggi sistemi di istruzione complessi e che investono tutti i cittadini e tutte le classi
di età non è cosa facile: occorre assolutamente sapere che cosa si produce, che cosa occorre
correggere, che cosa innovare. Anche perché, in regime di autonomia, non esistono più
programmi ministeriali da eseguire puntualmente, per cui indagini periodiche su ciò che un
sistema di istruzione produce si rendono quanto mai necessarie.
L’ANDIS chiede non la fine dell’Invalsi, come da certe parti magari si auspica cavalcando il
diffuso malessere degli insegnanti, ma un altro Invalsi, con un assetto istituzionale non più incerto
e labile. E’ noto che i ricercatori Invalsi hanno in corso una vertenza finalizzata a rilanciare il ruolo
dell’ente di ricerca, salvaguardarne l’autonomia istituzionale e la prosecuzione delle attività.
È più che ovvio che la produttività di qualsiasi organizzazione dipende in primo luogo dalle
condizioni di lavoro! Nell’INVALSI e nelle Scuole, i cui lavoratori non possono pagare per gli errori e
i ritardi di chi detiene la responsabilità delle decisioni politiche. Ed è su questo che l’ANDIS chiede
la riflessione, presto e con forza! Forze politiche e sindacali prendano posizione su questo. Se
l’istruzione e la conoscenza sono esigenze primarie, come da tante parti si sostiene, occorre
sostenerle: si stanzino le risorse necessarie, si garantisca un finanziamento adeguato e solo allora
si verifichi come sono utilizzate!

Roma, 23 giugno 2011

Direttivo Nazionale A.N.DI.S
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