ANDIS: A TORINO PER I 150 ANNI DELL'UNITA' D'ITALIA

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ANDIS: A TORINO PER I 150 ANNI DELL'UNITA' D'ITALIA

Messaggiodi edscuola » 3 giugno 2011, 9:09

L’ANDIS A TORINO PER I 150 ANNI DELL’UNITA’ D’ITALIA

Grande successo ha riscosso la tre giorni di
Torino, organizzata dalla Presidenza nazionale
in collaborazione con la Sezione Regionale del
Piemonte. Apprezzabile la partecipazione, con
circa 100 presenze tra consiglieri nazionali,
presidenti regionali e provinciali, membri del
Direttivo nazionale. Nel pomeriggio del 19 e
nella mattinata del 20 il Consiglio Nazionale
dell’Associazione,
presieduto da Aldo
Tropea, ha
affrontato il tema
dell’attuazione del
federalismo nel
settore dell’
istruzione.
Il dibattito ha
toccato un vasto
ventaglio di questioni: lo sviluppo
dell’autonomia scolastica, la piena attuazione
del Titolo V, la potestà legislativa delle regioni,
le forme di rappresentanze delle autonomie
scolastiche, la definizione dei L.E.P. Ospite di
eccezione il Prof. Emanuele Barbieri, già Capo
Dipartimento Bilancio e Risorse umane del
MPI, il quale ha fatto il punto sullo stato di
attuazione del Titolo V della Costituzione. Il
nuovo assetto delle competenze in materia di
istruzione definito dalla legge n.3/2001 – ha
ricordato Barbieri - ha creato non pochi
conflitti tra i nuovi soggetti titolari di
competenze legislative e regolamentari. Le
otto sentenze della Corte costituzionale che
hanno riguardato, direttamente o
indirettamente, le controversie connesse a
quanto previsto dal nuovo quadro
costituzionale hanno determinato una
situazione di pieno immobilismo. Occorre
riprendere il confronto sulla base della Bozza di
Accordo, ferma in Conferenza Unificata dal
luglio 2009, che individua gli ambiti della
funzione normativa statale, le modalità di
conferimento di funzioni amministrative nelle
materie dell’istruzione e dell’istruzione e
formazione professionale, le modalità del
trasferimento alle Regioni dei beni e delle
risorse umane, strumentali e finanziarie,
l’organizzazione e la gestione dei dati relativi al
sistema educativo.
Nel pomeriggio del 20, presso l’Istituto Tecnico
Industriale “L. Casale” di Via Ciriè, si è tenuto
il Seminario organizzato dall’ANDIS-Piemonte
sul tema: “Storie di donne nella scuola
d’Italia”.
Dopo l’intervento
di apertura di
Nadia Blardone
ed i saluti della
Vice Presidente
nazionale Renata
Rossi, un gruppo
di docenti dell’I.C.
“Padre Gemelli” di
Torino, coordinati da Maria Luisa Mattiuzzo, ha
letto pagine e documenti tratti dall’archivio
storico della scuola “Margherita di Savoia”,
riguardanti la condizione professionale della
maestra unica in epoca fascista. A seguire la
relazione della storica Emma Schiavon sul
tema: ”Fare gli italiani: le insegnanti dall’unita’
alla seconda guerra mondiale fra tradizione e
rottura dei ruoli di genere”.
Il seminario si è chiuso con una
interessantissima tavola rotonda sul tema: “La
scuola: scenario di emancipazione e
cambiamento. Lo specifico femminile nel
dirigere una scuola”, coordinata da Vivina
Forgia del Direttivo nazionale.
Si sono confrontate:
Cinzia Mion, che ha
ricordato il lungo
percorso dell’
autorealizzazione per
costruire le Pari
Opportunità; la
dirigente Ornella Di
Benedetto, che ha affrontato la problematica
della leadership nella scuola dell’autonomia; la
psicologa e dirigente scolastica Bartolomea
Granieri che, con la relazione “Un dirigente
donna: aspettative e idealizzazioni
nell’istituzione”, ha messo in luce alcune
implicazioni psicologiche connesse al ruolo di
dirigente donna. Grande soddisfazione è stata
espressa in chiusura da Maria Angela Bucci
per la perfetta riuscita del seminario.
Ufficio Stampa - Comunicazione
La serata ha riservato ai partecipanti momenti
di grande suggestione: una cena di gala presso
il ristorante del Circolo dei Lettori , nello
storico palazzo Graneri della Roccia e, più
tardi, nel salone d’onore dello stesso palazzo,
la lettura delle poesie presentate dai dirigenti
scolastici nell’ambito dell’iniziativa “L’ANDIS
celebra il 150° anniversario – le poesie dei
dirigenti scolastici”. Sotto l’attenta regia del
promotore Mario Dino, a turno gli autori
presenti hanno dato voce ai loro versi, creando
una magica atmosfera di liricità e facendo
scoprire dimensioni inedite e profonde della
loro persona. Ai presenti è stata distribuita in
dono una copia della raccolta di poesie,
pubblicata a cura dell’ANDIS nazionale per i
tipi della casa editrice EFFEGI.
La mattinata di sabato 21 ha visto convenire
presso la Sala Duomo delle ex-Officine Grandi
Riparazioni i soci ANDIS, unitamente a
rappresentanti istituzionali e dirigenti scolastici
di Torino. Il tema centrale assegnato al 52°
Convegno nazionale dell’ANDIS si annunciava
di grande interesse: “Federalismo e Autonomia
scolastica per la Qualità della Scuola”. E’ toccato
a Nicola Puttilli, presidente dell’ANDISPiemonte,
spiegare le ragioni del convegno e
l’importanza di affrontare da subito la
prospettiva federalista anche in materia di
istruzione. Il Piemonte – ha sostenuto Puttilli –
con il primo posto in Italia conseguito nel 2°
Rapporto sulla qualità della scuola dimostra che
la qualità si ottiene con il concorso di diversi
fattori locali favorevoli, quando si è capaci di
costituire un vero e proprio sistema virtuoso,
che regge anche alle difficoltà imposte dai tagli
governativi.
Sul tema della qualità della scuola piemontese
è tornato l’Assessore all’istruzione del Comune
di Torino Borgogno, che ha sostenuto che
questo risultato esaltante è dovuto alla rete di
autentica sussidiarietà che esiste a Torino, rete
a cui partecipano fondazioni bancarie, mondo
dell’associazionismo, della cooperazione e del
volontariato e, con un ruolo fondamentale,
l’amministrazione comunale. Deve essere
riconosciuto – ha sostenuto tra l’altro
Borgogno – questo ruolo di sostegno che le
autonomie locali piemontesi danno
all’istruzione, deve essere riconosciuto
l’impegno economico che i Comuni si accollano
in sostituzione di compiti che spettano allo
Stato. Già oggi il Comune di Torino spende 3,5
milioni di euro per pagare 140 insegnanti di
sostegno, dipendenti del Comune che lavorano
nella scuola statale... Lo Stato potrebbe
riconoscere questo ruolo e questa spesa che i
Comuni affrontano per la scuola, alleggerendo
le difficoltà finanziarie dei Comuni, per
esempio sottraendo tali somme al patto di
stabilità... I Comuni non possono continuare a
svolgere solo un ruolo di supplenza, devono
vedersi riconosciuto un ruolo di autentica
sussidiarietà e di partecipazione alle scelte
generali di indirizzo.
E’ stata poi la volta dell’Assessore provinciale
all’istruzione D’Ottavio che, partendo dai
risultati del 2° Rapporto Tuttoscuola, ha
sostenuto che la questione della qualità è
intrecciata con la questione dell’organizzazione
amministrativa del sistema scolastico… Deve
essere smontata una gestione centralistica che
non ha funzionato e deve essere esaltata
invece una gestione federalista, autonomistica,
nella quale l’intreccio tra scuole e istituzioni
locali diventi più forte… La qualità è misurabile,
si deve discutere di più di risultati, le
classifiche quando son fatte bene, come
questa di Tuttoscuola, offrono un’analisi
scientifica della situazione… Dobbiamo
pretendere che il sistema scolastico nazionale
si avvicini di più al modello piemontese…
dobbiamo imporre una svolta sui temi della
scuola, perché di questo il nostro Paese ha
bisogno. Intervenendo per il saluto iniziale il
Presidente nazionale dell’ANDIS Gregorio
Iannaccone ha rivolto un apprezzamento
pubblico ai colleghi di Torino e del Piemonte
per la consueta caldissima efficiente
accoglienza e per il contributo che da sempre
danno all’Associazione. Un plauso fortissimo
Iannaccone ha rivolto al sistema integrato
piemontese, che va portato ad esempio in
Italia anche per stimolare altre realtà locali più
distratte, un modello di integrazione non
fittizia ma sentita tra scuole, istituzioni
pubbliche, imprese, associazionismo, mondo
scientifico.
Si è passati quindi alla prima relazione in
programma sul tema Federalismo e autonomia
scolastica con la Prof.ssa Anna Maria Poggi,
docente di Istituzioni di Diritto Pubblico presso
l’Università di Torino, la quale ha sostenuto
che il settore dell’istruzione oggi è il settore
più accentrato della pubblica amministrazione
(basta considerare che le circolari e le direttive
del Ministero negli ultimi anni sono
quintuplicate), che l’autonomia disegnata dalla
59/1997 non ha funzionato in questi dieci anni
e non ha prodotto un’eguaglianza sostanziale
perché sopravvive ancora una gestione
fortemente centralizzata.
Occorre allora - ha concluso la Poggi – che lo
Stato definisca senza ulteriore indugio i Livelli
Essenziali delle Prestazioni e poi decentri
completamente poteri e compiti alle autonomie
scolastiche. Solo in questo modo si potrà
restituire un po’ di slancio e di fiducia a questo
sistema, nel quale comincia a serpeggiare
l’idea che non ce la potremo mai fare.
Dopo l’intervento di saluto della padrona di
casa Marina Bertiglia, responsabile della
sezione educativa di Esperienza Italia 150,
abbiamo seguito la seconda relazione tenuta
dal noto pedagogista Francesco De
Bartolomeis, il quale ha messo in risalto
come la scuola oggi non sia nella condizione di
assolvere al suo compito fondamentale, che è
quello di far apprendere, a causa dei tagli agli
organici e della riduzione del tempo scuola.
Il tempo pieno che abbiamo inventato 40 anni
fa è il tempo “necessario” perché la scuola
faccia apprendere… l’apprendimento ha
bisogno di tempi lunghi, lo studente ha diritto
di utilizzare le altre ore della sua giornata per
vivere la sua vita, secondo i suoi gusti e le sue
esigenze.
Dopo i saluti del Dott. De Sanctis, direttore
dell’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte,
la parola è passata ad Aldo Tropea,
presidente del Consiglio nazionale dell’ANDIS,
il quale si è detto d’accordo con la Poggi sulla
necessità di implementare il federalismo, dal
momento che il sistema centralizzato ha
prodotto troppa varianza e troppe iniquità. Per
abbattere il dato della varianza - ha ribadito
Tropea - e colmare il gap territoriale, occorre
sicuramente definire efficaci sistemi di
controllo e di valutazione. Ma ancor prima
bisogna individuare i L.E.P. (che daranno
gambe al federalismo) nella piena condivisione
tra Stato, Regioni ed Enti territoriali,
recuperando quella proposta di accordo già
condivisa in Conferenza Unificata nel 2009.
Si è passati quindi alla tavola rotonda sul tema
“Il punto di vista degli addetti ai lavori”
moderata da M.Luisa Mattiuzzo, presidente
dell’ANDIS di Torino, la quale introducendo i
lavori ha voluto sottolineare che non sempre
sono le risorse a determinare i risultati positivi,
che va riportata al centro la figura
dell’insegnante, che va fermata la perdita di
fiducia nella scuola che sta prendendo
insegnanti, studenti e famiglie.
Dopo aver ringraziato
l’ANDIS per l’occasione
che le offre e ricordato
la sua militanza
nell’Associazione,
l’On.le Valentina
Aprea, presidente
della VII Commissione
della Camera dei Deputati, ha scelto di
sviluppare un ragionamento a dir poco
dirompente: dobbiamo abituarci di più a
lavorare per l’eccellenza; quando avremo il
federalismo scolastico un pezzo del bilancio
dello Stato dovrà essere smantellato e i costi
dei servizi pubblici completamente
ristrutturati; la Lombardia a fronte dei risultati
di eccellenza che consegue spende solo il 2%
di PIL, mentre la Calabria spende l’8% per i
risultati che tutti conosciamo; se dovessimo
applicare il passaggio dal “costo storico” al
“costo standard” la Lombardia avrebbe diritto
da subito a 12.000 docenti in più; le politiche
nazionali non sono state finora politiche di
equità; le Regioni non hanno operato per
tempo la razionalizzazione; siamo proprio
sicuri di dover mantenere tutte le scuole che
abbiamo e tutti i dirigenti che abbiamo? Se
vogliamo dare più potere ai dirigenti bisogna
organizzare le dirigenze per reti di scuole e far
sparire le sovrastrutture dell’amministrazione
periferica; ci portiamo dietro vecchie logiche
del secolo scorso, conseguenza del lungo ’68
politico-sindacale; bisogna superare i luoghi
comuni di diritti e garanzie; non è più possibile
avere 900.000 docenti che vogliono solo
garanzie. Nel futuro – ha concluso l’Aprea –
avremo albi regionali a cui si iscriveranno gli
aspiranti all’insegnamento al termine dei 6
anni di formazione universitaria. I dirigenti
chiameranno direttamente dall’albo regionale;
i docenti avranno l’obbligo di permanere per 5
anni nella stessa regione; al termine dei primi
3 anni saranno valutati e se vorranno cambiare
scuola dovranno partecipare a bandi di
concorso di reti di scuole.
Il Presidente dell’
ANDIS Gregorio
Iannaccone, dopo
aver apprezzato il
livello del confronto,
questo “nuovo modo
dell’Associazione di
rapportarsi con la politica e della politica con la
scuola reale”, ha lamentato la mancata
equiparazione economica della dirigenza
scolastica alle altre dirigenze: lo dobbiamo dire
a gran voce, non c’è dirigente che abbia lo
stesso carico di lavoro e di responsabilità di un
dirigente scolastico…Noi siamo diventati
archeologia professionale, perché abbiamo dei
principi antichi che sono quelli che fanno la
forza della nostra scuola, ma ci troviamo poi in
una condizione di modernità che ci relega
nell’ambito dell’archeologia.
Giovanni Bachelet, presidente del Forum
Nazionale Politiche dell' Istruzione del Partito
Democratico, ha ricordato che, nel suo primo
anno di vita, il Forum ha coinvolto esperti,
associazioni, sindacati, movimenti variamente
collegati al mondo
della scuola e altri
partiti di opposizione
in un comune sforzo di
approfondimento e di
progettualità. Questo
lavoro ha consentito al
PD di formulare le 10
proposte per la scuola
di domani approvate dall’assemblea nazionale
di Varese, confluite poi nel piano nazionale per
le riforme. I documenti sono tutti disponibili
sul nostro sito. Abbiamo sviluppato - ha
aggiunto Bachelet - il più ampio confronto su
alcuni temi cruciali come la valutazione
dell’intero sistema scolastico, il contrasto alla
dispersione scolastica, l’educazione
all’interculturalità, la piena attuazione
dell’autonomia scolastica e del Titolo V della
Costituzione. In merito all’ indagine sugli
apprendimenti svolta dall’INVALSI, il
rappresentante del PD ha sostenuto che il suo
partito non ha aderito all’dea di fare una
battaglia contro le prove INVALSI, perché
ritiene che la valutazione scolastica debba
essere accettata; piuttosto l’Invalsi va
riformato, reso indipendente dal Ministero e
messo in grado di svolgere il proprio compito
con adeguate risorse, diversamente da come è
successo quest’anno che l’Istituto si è visto
ridurre in finanziaria la quota di finanziamento
di un quarto (passata da 4 a 3 milioni di euro).
Intervenendo per il secondo giro Aprea ha
voluto sottolineare che il precariato è una
responsabilità di questa seconda Repubblica al
50% tra destra e sinistra: si son lasciati
maturare diritti che oggi sono difficili da
cancellare. Tante sono le questioni che oggi
vengono al pettine… Per troppi anni in alcune
regioni abbiamo favorito le scuole in affitto
anziché costruire edifici… Ma adesso
guardiamo al futuro - ha proseguito la
Presidente Aprea - sapendo che se il secolo
scorso è stato da noi speso in termini di
energie, investimenti, impianti per l’inclusione,
ora dobbiamo passare dall’inclusione
all’eccellenza, perché la competizione globale
non ci consente più di preparare mediocri, ci
chiede di non accontentarci più delle
sufficienze. Non possiamo più permetterci di
considerare la scuola come organizzazione
statale autoreferenziale… La scuola deve
essere decisiva per le strategie di sviluppo, nel
senso che deve formare in modo eccellente
tutti e ciascuno...
Prima di passare la parola a Bachelet, la
moderatrice Mattiuzzo ha osservato all’Aprea
che Torino, 2a tra le province italiane nella
classifica di Tuttoscuola, lavora per l’eccellenza
grazie all’inclusione: nelle nostre scuole molti
dei nostri migliori studenti sono ragazzi
stranieri, meno fortunati, che hanno più
difficoltà ma che raggiungono comunque dei
livelli di eccellenza.
Nelle sue conclusioni Bachelet ha osservato
che oggi si avverte forte il bisogno di tornare
alla scuola disegnata dalla Costituzione, alla
scuola che aiuta a diventare tutti uguali.
Rigettando la critica mossa dall’Aprea alla
lunga stagione del ’68, Bachelet ha ricordato
che quel movimento ha consentito anche ai
figli delle classi più povere di raggiungere i più
alti gradi della scala sociale. Ha poi richiamato
le questioni aperte della rappresentanza delle
autonomie scolastiche e della definizione dei
LEP e, in risposta a chi aveva esaltato gli
ottimi risultati di alcuni territori, ha osservato
che a parità di risorse conta il fattore umano, a
parità di fattore umano contano le risorse, ma
a parità di fattore umano e di risorse conta la
situazione sociale di partenza e, quindi,
paradossalmente per garantire gli stessi diritti
in diversi contesti servono interventi
differenziati… Il rilancio della scuola passa
attraverso la piena attuazione dell’autonomia
scolastica e del Titolo V. E tutto questo
attraverso un’assennata applicazione del
principio di sussidiarietà: vanno restituite alla
scuola le risorse imprudentemente sottratte in
questi tre anni, ma vanno restituite non al
centro, bensì agli enti locali e alle scuole
autonome. Immaginiamo un governo locale
capace di coinvolgere, sostenere e coordinare,
in opportune condizioni di accreditamento,
l’offerta formativa di tutte le risorse scolastiche
presenti sul territorio. In questo spirito il
ripristino del “modulo” alle elementari o del
“piano nazionale informatica” alle superiori
potrebbe avvenire potenziando rifinanziando e
responsabilizzando adeguatamente sia
l’autonomia scolastica sia gli enti locali.
Ringraziando l’ANDIS per l’invito al convegno
di Torino, Bachelet si è augurato che
l’Associazione possa contribuire già da
settembre al dibattito sui LEP, sulla funzione
docente e sulla riforma della scuola media.
La tre giorni torinese dell’ANDIS si è conclusa
a Palazzo Carignano con la visita al rinnovato
Museo del Risorgimento Italiano.
30 sale, 2500 oggetti esposti, un allestimento
completamente nuovo, di cui i soci ANDIS
hanno potuto fruire grazie al supporto del
Dott. Paolo Camera (figlio del nostro collega
Gianluigi) e dei suoi amici, tre guide volontarie
di elevato rigore scientifico e grande
disponibilità umana.

_____________________________
(sintesi a cura di Paolino Marotta)
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