DiSAL: Responsabilita' e valutazione

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DiSAL: Responsabilita' e valutazione

Messaggiodi edscuola » 22 marzo 2011, 7:16

Responsabilità e valutazione: sfide del futuro a scuola
Dirigere imprese educative autonome, nella sussidiarietà

Si svolgerà dal prossimo giovedì 24 a sabato 26 marzo a Vico Equense (Napoli) il 16° convegno di Di.S.A.L., Associazione professionale unica nel suo genere in quanto aggrega dirigenti scolastici delle scuole statali e non statali di ogni ordine e grado.
Il tema, “Responsabilità e valutazione: sfide del futuro alla scuola” sarà l’occasione per andare oltre le difficoltà di un sistema scolastico che rimane ingessato e fatica a rinnovarsi - se non per le buone volontà presenti ancora in molte scuole - congelato com’è, invece, da un sistema di veti contrapposti e di scontri dal sapore di altri tempi.
L’attuale crisi socio-economica e l’incertezza politica accrescono il disorientamento anche nella scuola. Anche qui, come in altri campi della vita civile, si fatica spesso a mettersi d’accordo sui cambiamenti indispensabili, nonostante le falle e le urgenze.
Anche qui il “calo del desiderio” acutamente segnalato dall’annuale Rapporto CENSIS è verificabile come radice di “fragilità personali e di massa… di comportamenti passivi … o di resistenze unicamente oppositive”, “dello smarrimento dei giovani e del cinismo degli adulti”, favorendo così un clima “pericolosamente segnato dal vuoto educativo”.
La crisi è antropologica e “tornare a desiderare è la virtù civile necessaria”, ri-partendo da presenze positive, da proposte appassionate nell’azione educativa, attive nelle responsabilità. Presenze che ogni giorno, nonostante gli ostacoli e le vecchie resistenze, raccolgono e affrontano le sfide che interpellano l’azione educativa. Presenze che nelle scuole esistono e, pur minoritarie – come sosteneva a Rimini Norberto Bottani - ne sorreggono l’attività.
“Ma – ha sostenuto il presidente di DiSAL Roberto Pellegatta negli inviti - assumersi oggi nelle scuole delle responsabilità è rischioso: nelle statali i margini di autonomia sono sempre più ristretti (norme sempre più vincolanti, conflittualità corporative, mancanza di investimenti che riflettano progetti formativi) e nelle paritarie (quelle che tenacemente resistono) dall’assenza di una moderna organizzazione delle libertà”.
Per non mortificare oltre misura presidi e docenti disposti oggi a rischiare responsabilità di progettazione e gestione, necessitano cambiamenti, risorse e strumenti operativi, così che, nel quadro di pochi ed essenziali fattori comuni, si possano investire energie di libertà educativa ed elaborazione culturale.
Questi cambiamenti competono in primo luogo alla politica, dalla quale aspettiamo il rischio per un quadro normativo nuovo, coraggioso e lungimirante che faccia dell’autonomia e della sussidiarietà i cardini principali. La cui mancanza di prospettive , come anche, più concretamente, la mancanza di reclutamento e stabilità per giovani e futuri dirigenti scolastici, accrescono scoraggiamento e diffidenza
“Nel frattempo – ha sostenuto di recente Roberto Pellegatta - la vita non può attendere ! Noi non vogliamo smettere di “desiderare” il meglio, seguendo l’esempio di grandi figure di oggi come papa Benedetto XVI ed il Presidente Napolitano”.
Una scuola migliore chiama in causa tutti - educatori, famiglie, imprese, politici ed amministratori - tutti chiamati all’esercizio di una responsabilità personale, ad essere veramente ragionevoli, senza sottostare all’ottusità ideologica, senza fermarsi alle apparenze. Occorre saper cogliere, con intelligenza critica del reale, la natura vera delle questioni in gioco. Occorre riconoscere quello che nella realtà già funziona ad opera di persone che non si sentono condannate alla delusione e allo sconcerto, ma vogliono vivere all’altezza dei loro desideri, umani e professionali.

Il prossimo Convegno di DiSAL poi coincide anche con il decennale di fondazione dell’Associazione: un anniversario che verrà “festeggiato” ragionando, in un’apposita sessione internazionale, sul futuro della professione direttiva, avviando confronti tra esempi di buone pratiche; partendo da esperienze virtuose in atto, incontrando e confrontandosi per l’occasione con rappresentanti associativi di altre nazioni europee.
Con orgoglio DiSAL rivendica il proprio compito di Associazione professionale, quale rete di scambio e ricerca, oltre gli orizzonti corporativi e nazionali, spinta da una moderna visione di direzione educativa ed organizzativa delle scuole.
In questo modo DiSAL si impegna sempre più ad essere risorsa per le persone, perché fa circolare esperienze, giudizi e strumenti, ma anche per le scuole, perché si offre come ambito di cultura, di ricerca, di rinnovamento del “desiderio” che muove le prime per le seconde.
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Convegno nazionale DiSAL - VicoEquense (Napoli)

Messaggiodi edscuola » 27 marzo 2011, 10:03

Convegno nazionale DiSAL - VicoEquense (Napoli)
26 marzo 2011 - Responsabilità dei dirigenti e valutazione nelle scuole

Oltre 100 dirigenti scolastici provenienti dalle scuole statali e non statali di ogni ordine e grado delle varie regioni hanno concluso oggi il 16° Convegno DiSAL: un intenso e, per alcuni aspetti, inatteso evento professionale, culturale e di amicizia.

1. Per due giorni, al Centro Congressi “MonValley” di VicoEquense (Na), tra relazioni, dibattiti e lavori di gruppo, è stata tangibile un’intensa volontà di approfondimento e confronto sulle responsabilità che i presidi quotidianamente si assumono, alla ricerca costante di soluzioni e prospettive per le difficili situazioni della scuola italiana.
Mario Dupuis e Riccardo Michielan hanno confermato che una “buona scuola” si realizza solo se le tensioni ideali ed il compito educativo sono dimensioni quotidiane di chi dirige e di chi insegna, sostenendo positivi modelli personali, combattendo l’asservimento alle rigidezze burocratiche, agli interessi corporativi, alle contrapposizioni ideologiche che spesso occupano la scuola italiana, accettando la sfida educativa dell’imprevedibile, senza assolutizzare metodi o strategie, quasi in una forma di paternità oggi sempre più necessaria.
Anna Maria Poggi e Maria Grazia Nardiello, a fronte di un diffuso ritorno al centralismo ed del congelamento del federalismo scolastico, hanno confermato che l’autonomia scolastica va ripresa, ma all’interno di un “sistema delle autonomie”, con il potenziamento dal basso di reti di scuole, all’interno di un federalismo che valorizzi la sussidiarietà orizzontale, per evitare di passare da un centralismo statale a nuovi centralismi regionali. Hanno poi rivendicato la necessità di una semplificazione normativa ed istituzionale ed incoraggiato le scuole a dimostrare la propria capacità di essere risorsa per le proprie comunità. In questo cammino i governi centrale e regionali dovranno superare l’esclusività delle relazioni sindacali per valorizzare al massimo la collaborazione dell’associazionismo professionale.
Giacomo Zagardo e Kotilainen Heikki, attraverso il confronto con diversi modelli scolastici europei, e con particolare attenzione a quello finlandese, hanno identificato quei momenti e attività che un capo di istituto deve curare al fine di facilitare ambienti di apprendimento: per delineare questo compito, assieme a Daniele Vidoni, hanno offerto concrete immagini di stili di direzione educativa dell’organizzazione scolastica.
Daniele Vidoni, attraverso esiti di ricerche internazionali, ha poi mostrato come la scuola possa fare la differenza nella vita di un ragazzo e come il dirigente scolastico possa fare la differenza nella scuola, incoraggiando la comunità professionale tra i docenti.
Dino Cristanini e Dario Nicoli, delineando i fattori essenziali attorno ai quali costruire quel sistema di valutazione oggi assente, hanno motivato la necessità, per i dirigenti, di far crescere nelle scuole attività di autovalutazione. Hanno così dipinto l’autonomia (per la quale hanno chiesto un “soprassalto” !) non come un potere contro un altro potere, ma come strumento funzionale a formare persone libere.

2. Discutendo su queste prospettive “per una scuola che parli al futuro”, si sono individuati temi e proposte per la vita delle scuole e per le richieste alla politica.
Il dialogo tra Valentina Aprea per il PdL e Giovanni Bachelet per il PD ha mostrato che l’incontro sui principali temi del cambiamento nella scuola (governo delle scuole, federalismo sussidiario, nuovo profilo giuridico dei docenti e dei dirigenti, sistema di valutazione, erogazione delle risorse secondo il principio del”procapite” ed in forma paritaria) è possibile tra schieramenti diversi se si ha il coraggio di guardare con onestà intellettuale alle drammatiche condizioni della scuola attuale.
Nella giornata odierna, poi, si è festeggiato il decennale dell’Associazione in modo sicuramente originale. La presenza di testimonianze di colleghi giunti da altre nazioni ha infatti avviato un ampliamento di orizzonti ed un percorso di ricerca di alleanze in Europa tra realtà associative della dirigenza scolastica che abbiano a cuore, al di là di formalismi e astratti proclami, il primato dell’azione educativa e culturale della scuola ed una visione di leadership a carattere educativo.
“In questa impresa – ha affermato nelle sue conclusioni Roberto Pellegatta, presidente nazionale DiSAL - i dirigenti scolastici sono oggi al bivio di una scelta professionale e sociale: se fare una scuola in funzione di criteri o categorie esterne (classifiche, apparenze o corporazioni) o se impegnarsi nel migliorare un’offerta formativa tesa unicamente al realizzarsi di persone libere”.
Riforme e risorse debbono servire questo scopo, con soluzioni che vadano oltre la semplice razionalizzazione dell’esistente.
La decisione, poi, di investire sull’istruzione, con progetti chiari e realistici va urgentemente affrontata da parte della politica, certo attraverso un rigoroso controllo di gestione, ma scegliendo di premiare chi si assume responsabilità e chi accetta valutazioni seriamente finalizzate a migliorare le scuole.
Al termine dei lavori era chiara la gratitudine reciproca per il confronto professionale ed umano avvenuto. Eppure mille sarebbero le ragioni - di confusione politica, di mortificazione professionale ed amministrativa, come l’assenza da anni di un concorso per dirigenti - per “tirare i remi in barca” dalla quotidiana fatica di fare della scuola un luogo degno delle persone che la frequentano. Ma questa fatica ha ogni giorno una vera ragione ideale: la dignità ed il valore stesso delle persone che la compiono.
“A questa fatica - ha concluso il presidente Pellegatta - DiSAL vuole offrirsi come spazio di solidarietà professionale capace di rinnovare ragioni di impegno, di elaborare soluzioni e proposte e di collaborare alla loro attuazione”.
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