APEF: Appello al Ministro dell'Istruzione

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APEF: Appello al Ministro dell'Istruzione

Messaggiodi edscuola » 19 marzo 2011, 8:36

Appello al Ministro dell’Istruzione
per il nuovo Stato giuridico degli insegnanti
Consegnato al convegno “Qualità, merito e innovazione nella Scuola-
Un traguardo per la Nazione” Camera dei deputati – Sala delle Conferenze - 16 marzo 2011

Onorevole Ministro, a nome dell’associazione che presiedo, vorrei oggi
rivolgerLe un appello.
Noi riteniamo che i tempi siano maturi per passare finalmente da una logica
delle emergenze ad una logica strutturale. E quindi, prendendo spunto dal titolo di
questo convegno, riteniamo che la qualità e il merito debbano per forza intersecarsi
con l’Innovazione.
E l’innovazione che oggi manca nel nostro sistema istruzione, riguarda un aspetto
fondamentale, fin qui sottovalutato: la nuova organizzazione del lavoro degli
insegnanti, dato che la riorganizzazione della scuola non può che partire dagli
insegnanti, come peraltro emerso anche dal Primo Rapporto sulla Scuola 2009 della
Fondazione Agnelli.
Signor Ministro, la questione degli insegnanti attende almeno dal 2000, anno
in cui è entrata in vigore l’Autonomia delle scuole. Perché, come è avvenuto in tutti i
settori del Pubblico impiego, le riforme di tipo strutturale hanno sempre portato a
una revisione dello Stato giuridico del personale ( Sanità e Università).
Non si pensi che questa sia una rivendicazione meramente sindacale, perché
essa è funzionalmente utile alle scuole. Infatti, chiunque “opera” attivamente nella
scuola, dirigente o docente che sia, sa benissimo che per gestire le nuove
complessità previste dall’autonomia e dalla stessa riforma, come la Valutazione e
l’Autovalutazione d’istituto, necessarie per raggiungere la Qualità auspicata,
occorrono ruoli funzionali di coordinamento a cui si associno responsabilità delle
decisioni: nuove figure professionali dei docenti, con una preparazione specifica.
E’ pertanto divenuto ormai indifferibile, per raggiungere “quel traguardo per la
Nazione” auspicato dal convegno, legificare su un nuovo Stato giuridico degli
insegnanti che realizzi il passaggio da una figura di docente oggi ancora monadica e
appiattita a quella di un professionista con responsabilità complesse. E’ appena il
caso di ricordare che l’attuale Stato giuridico degli insegnanti risale agli anni ’70, un
periodo storico profondamente diverso.
Un nuovo inquadramento professionale, quindi, basato su un virtuoso intreccio
tra merito e funzione, che può essere garantito solo dalla costruzione di uno sviluppo
di carriera, come avviene in tutte le professioni. Inoltre, anche in Europa merito
equivale a fascia professionale differenziata, legata allo svolgimento di funzioni più
complesse.
Già nel 2002 il Consiglio Europeo di Barcellona si era posto come obiettivo per
il 2010, quello di ”ridurre gli ostacoli normativi al riconoscimento professionale degli
insegnanti al fine di promuoverne una dimensione europea”.
Il ritardo del nostro paese verso un’armonizzazione con il resto d’Europa in
termini di costruzione dei requisiti del docente professionista, è enorme.
Nessuno ha mai pensato che si possano ascrivere anche a questo ritardo i nostri
deludenti risultati nelle pagelle internazionali?
Noi lo crediamo.

Funzionamento delle scuole, leadership professionale e carriera degli
insegnanti vanno quindi di pari passo pertanto realizzare una dimensione
meritocratica di tipo funzionale è la logica su cui muoversi. Del resto, Signor
Ministro, questo potreste realizzarlo soltanto voi in linea con il vostro programma
elettorale dato che, storicamente, la Sinistra è stata sempre contraria e il Sindacato,
intriso di vecchio egualitarismo, non sarà mai d’accordo.
In quest’ottica si muove il PDL 953 sul nuovo Stato giuridico degli insegnanti,
che attende in Parlamento da alcuni anni. Dopo i testi presentati nel 2003 dagli
Onorevoli Santulli e Napoli, l’Onorevole Aprea ha riproposto ad inizio legislatura il
testo attuale che, tra l’altro, affronta anche un altro aspetto essenziale che attende
di essere riformato e su cui siamo in grave ritardo: la riforma degli Organi collegiali
delle istituzioni scolastiche, fermi ancora oggi ad una organizzazione preautonomistica
e obsoleta delle scuole.
Signor Ministro, l’appello che Le rivolgiamo è quello di sostenerne il percorso
in Parlamento, per aggiungere alla sua azione riformatrice sulla professione docente,
iniziata efficacemente con il Nuovo Regolamento per la formazione iniziale, (che ci
auguriamo possa partire dal prossimo anno), un tassello essenziale per far
raggiungere alla nostra istruzione pubblica, quei risultati che tutti ci auguriamo e che
sono necessari per ridare competitività al Paese.

per l’Apef, Il presidente
Paola Tonna

Roma 16 marzo 2011
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