GILDA: INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA CAMERA

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GILDA: INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA CAMERA

Messaggiodi edscuola » 12 ottobre 2010, 7:34

“PROFESSIONE DOCENTE”, MENSILE DELLA GILDA, INTERVISTA IL PRESIDENTE DELLA CAMERA, GIANFRANCO FINI

“Sono convinto che non destinare adeguati investimenti all’educazione e alla scuola sia una politica poco lungimirante, destinata a condannare un Paese all’impoverimento culturale, alla decadenza economica e sociale”. Ecco il passaggio iniziale dell’intervista rilasciata dal presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, a “Professione Docente, il mensile della Gilda degli Insegnanti, e pubblicata nel numero di ottobre.

Rispondendo alle domande di Renza Bertuzzi, caporedattore del periodico, Fini sostiene che “è dovere dello Stato promuovere e sostenere il settore dell’istruzione come imprescindibile fattore di progresso e di emancipazione”. Ma le sue parole sono in sintonia con quanto più volte dichiarato dal ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, secondo la quale la scuola ha funzionato troppo spesso come un “ammortizzatore sociale”. Invitato a esprimersi in merito ai tagli dei posti di insegnamento e al tema della precarietà, la terza carica dello Stato afferma, infatti, che “in Italia la scuola è stata per troppo tempo considerata come uno strumento per risolvere il problema della disoccupazione intellettuale”.

Per Fini, “la finalità della scuola non deve essere quella di dare un lavoro, ma di fornire una formazione di qualità alle giovani generazioni”. Il presidente della Camera, però, non si mostra insensibile nei confronti del precariato dilagante: “Non si possono nemmeno utilizzare per anni docenti regolarmente abilitati, in buona parte ormai a seguito di concorso o di corsi finalizzati alla formazione all’insegnamento e, dunque, legittimamente in attesa di un’assunzione, senza fornire loro prospettive concrete”.

Per uscire da questa impasse, Fini ritiene “necessario prevedere un sistema che, valutando anche la possibilità di prevedere dei prepensionamenti, - come sostenuto anche dalla Gilda degli Insegnanti nella sua proposta di introdurre uno ‘scivolo’ pensionistico di due anni per chi è al termine della carriera lavorativa – consenta di programmare un percorso volto a riassorbire, in tempi ragionevoli, i precari, dando certezze circa tempi, numeri e modi della loro assunzione in ruolo”.

Secondo il presidente della Camera, il miglioramento della scuola italiana passa necessariamente attraverso una maggiore valorizzazione della professionalità docente: “L’appiattimento retributivo – afferma – appare sen’altro inadeguato a incoraggiare la qualità dell’insegnamento. Occorre riuscire a individuare meccanismi idonei a premiare economicamente gli insegnanti che più si impegnano e che ottengono risultati di qualità”.

In merito, poi, al sempre più complesso equilibrio fra la dimensione nazionale e quella locale che la scuola italiana è chiamata a mantenere, soprattutto alla luce di un possibile federalismo scolastico, Fini dichiara che “la scuola deve saper trasmettere innanzitutto quei valori che sono il fondamento della identità stessa della Repubblica e della Nazione”, ma che, allo stesso tempo, deve essere “attenta a valorizzare anche la storia locale come parte di una più ampia storia nazionale”.
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