SUL PRECARIATO IL MINISTRO GELMINI CONTINUA A MENTIRE.
Una settimana fa ha dichiarato che nessun sistema può permettersi di gestire 200.000 precari, oggi promette di assumerne 200.000 in sette anni: un chiaro esempio di come si può continuare a confondere l’opinione pubblica e a mentire al Paese.
Il nuovo regolamento sul reclutamento che il ministro intende sottoporre al vaglio delle camere e degli organismi di controllo non ha ancora alcun valore di legge ma, con la consueta pratica di annunciare ciò che non c’è, esso viene fin da ora contrabbandato come un atto in grado di dispiegare il proprio effetto.
Fortunatamente non è così, non fosse altro per il semplice fatto che si tratta di un provvedimento che non tiene in alcun conto le centinaia di migliaia di precari che il proprio tirocinio formativo attivo l’hanno già realizzato con anni e anni di lavoro al servizio del paese, spesso nelle scuole più periferiche o dove maggiore è il disagio sociale. Si tratta delle stesse persone che pur avendo accumulato lauree, specializzazioni e servizio sono, proprio in questi giorni, licenziati da un governo inetto, corrotto e sordo alle necessità di crescita culturale e sociale di questo Paese. D’altra parte sarebbe sciocco attendersi qualcosa d’altro da persone che intendono l’impegno politico come opportunità di appropriazione di un quartierino con vista sul Colosseo o come ricerca di favori dal costruttore assegnatario delle “grandi opere” di turno.
Come se questo non bastasse il ministro dichiara che il personale della scuola dovrà definitivamente rinunciare agli scatti di anzianità per lasciare spazio al “merito” quale unico criterio di progressione nella carriera e nello stipendio. A parte il fastidioso retrogusto che lasciano simili dichiarazioni rese da persona che ha condotto la propria carriera ignorando tale principio, vale la pena ricordare che:
gli scatti sono appena stati bloccati, per tre anni, da Tremonti con l’ultima finanziaria;
la cosa ha suscitato dure proteste, fino allo sciopero degli scrutini, da parte della CUB e di altri sindacati di base; la CGIL ha alzato la voce mentre CISL e UIL si sono acconciati a “gestire la situazione”;
successivamente la CISL, per bocca del suo segretario generale Bonanni, si era molto vantata di averli recuperati “senza neanche un’ora di sciopero”.
Ora apprendiamo che, semplicemente, nei progetti di Gelmini (ma noi crediamo anche di Tremonti e di Bonanni) gli scatti non ci saranno più ma, diciamo noi, non ci sarà neppure il “merito” visto che non esistono gli stanziamenti relativi in legge finanziaria.
Fortunatamente il paese reale comprende che l’operato del ministro sta semplicemente affossando la ricerca e la pubblica istruzione, dalla materna all’Università. Noi, persone normali, restiamo solidamente ancorate al principio di realtà e sappiamo che, se in tempi preelettorali si possono pure promettere 200.000 nuove assunzioni in sette anni, questo non può cancellare ciò che purtroppo tocchiamo con mano: nella sola scuola statale 132.000 posti di lavoro e 8 mld in meno in 3 anni che si traducono immediatamente in meno tempo scuola, meno laboratori, peggiore servizio e maggiore precarietà per tutti!
Torino, 11 settembre 2010
Cosimo Scarinzi