CONTRATTO: DALLA GILDA UN SI’ CON RISERVA, LIMITATE LE RISORSE
È un sì ma con riserva quello espresso dalla Gilda degli Insegnanti sull’ipotesi di contratto siglato all’Aran dopo due anni di attesa. L’assemblea dei delegati riunita a Fiuggi ha, infatti, votato a grande maggioranza il testo, riservandosi però di firmare definitivamente solo dopo una capillare consultazione con i propri iscritti.
“È stato sventato – afferma il coordinatore nazionale Rino Di Meglio – il tentativo di introdurre criteri di differenziazione retributiva dei docenti in assenza di un serio progetto e di risorse aggiuntive, ma – nota Di Meglio – non possiamo non criticare alcuni punti, primo fra tutti la limitatezza delle risorse che risultano parziali e in ritardo rispetto all’aumento del costo della vita. Senza considerare, poi, che una parte di quelle utilizzate risalgono addirittura al precedente contratto biennale”.
Altro nodo critico, secondo la Gilda, è la mancata individuazione dei criteri di suddivisione del fondo d’istituto tra docenti e il personale Ata, “che – dichiara Di Meglio – significa non valorizzare la professionalità dei docenti. Inoltre – aggiunge - non condividiamo il rinvio alla contrattazione dell’indennità di vacanza contrattuale, perché ciò vuol dire abrogare di fatto l’unica sanzione prevista per l’inadempienza di parte pubblica”.
Positivo, invece, il giudizio espresso dall’associazione sulla decisione di impiegare le risorse del fondo di istituto prioritariamente per le attività di insegnamento, che si traduce in un serio tentativo ridimensionamento della “scuola progettificio”, sulla rivalutazione dei compensi relativi alle ore di insegnamento e sul miglioramento delle norme riferite a precari e permessi. “Inoltre l’assemblea – conclude il coordinatore nazionale – ha valutato positivamente anche altri elementi, come la riformulazione del monte ore di riunioni collegiali, passate da “almeno 40” a “fino a 40”; la cassazione dell’articolo che impediva la trasformazione del rapporto a tempo determinato in rapporto a tempo indeterminato; il riconoscimento della condizione del mobbing e il fatto che i permessi di tre giorni siano diventati un diritto per i docenti e quindi non siano più sottoposti alla discrezionalità dei dirigenti scolastici”.