NUOVI ASSETTI ECONOMICI E GIURIDICI PER I DIRIGENTI SCOLASTICI
VALUTAZIONI E PROSPETTIVE
Con la sottoscrizione del Contratto della Dirigenza Scolastica, avvenuta il 15 Luglio 2010, dopo l’approvazione della Corte dei Conti, si chiude la vacatio contrattuale 2006/2009.
Il contratto appena siglato mette la parola fine sul rinnovo per il quadriennio normativo 2006/2009, e per i 2 bienni economici 2006/07 e 2008/09.
Noi dello SNADIS, come è noto, abbiamo operato in stretta sinergia con la FLC/CGIL,e diamo una valutazione positiva alla definizione di questa vicenda.
Parafrasando il filosofo Pangloss, di Voltaire è il “migliore dei contratti possibili”.
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Dal punto di vista economico, l’accordo consentirà a ciascun Capo d’Istituto un aumento retributivo mensile lordo (comprensivo della vacanza contrattuale già percepita )di circa 364 euro;di questi 323 riguardano le parti fisse della retribuzione, e i rimanenti 41 euro sono destinati alla retribuzione di risultato.
Inoltre, a ciascun DS saranno corrisposti arretrati pari a 7800 euro lordi fino al 31/12/09, e,ovviamente,le ulteriori rate per il 2010, fino alla data dell’allineamento,retributivo(circa 3000 euro ulteriori fino ad ottobre).
Non c’è da fare salti di gioia; non si è ottenuta l’equiparazione con le altre dirigenze ,dal punto di vista della retribuzione di posizione e di risultato(che determinano un gap medio di circa 1000 euro mensili nello stipendio),tuttavia,con i tempi che corrono,con le incertezze derivanti da una crisi economica internazionale, e da una situazione politica estremamente confusa, come quella italiana,non firmare questo contratto avrebbe assunto il significato di impedire alla categoria di ottenere anche il poco previsto(peraltro già ampiamente maturato dai lavoratori).
Il rifiuto della sottoscrizione, infatti, avrebbe raggiunto unicamente l’obiettivo di danneggiare ulteriormente la categoria, in quanto certamente non esistono in atto risorse destinate a compensare le storiche discriminazioni retributive tra i Capi d’Istituto,e le altre dirigenze.
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Va detto con chiarezza ai colleghi che l’equiparazione con le altre Dirigenze non si potrà mai ottenere se non si collocheranno specifiche poste economiche nella Legge Finanziaria, e se i Sindacati, le Associazioni professionali, e i Rappresentanti Politici di tutti gli schieramenti non si impegnano nell’ottenimento di questo obiettivo,rivendicando la soluzione di un problema comune a tutta la categoria ,piuttosto che intestarsi inutili e sterili battaglie a tutela dell’indifendibile.
In tale quadro, risulta incomprensibile la “battaglia”per la sedicente equiparazione interna, che ha ottenuto l’unico scopo di sprecare 5 milioni di euro per creare un ulteriore scalino di differenziazione.
Si coglie l’occasione per ricordare che la RIA, su cui si accaniscono tutti coloro che predicano l’equiparazione interna:
1. Non è appannaggio esclusivo di una lobby ristretta di Dirigenti Scolastici,bensì è un meccanismo presente in tutti i contratti della Dirigenza Pubblica;
2. Sono fondi che, al pensionamento dei beneficiari, vengono restituiti alla categoria, all’interno dei Fondi Regionali( a differenza ,ad esempio,dell’assegno ad personam );
3. Non sono le RIA a determinare le differenze retributive maggiori;più forti sono le differenze determinate dalle fasce di complessità, e quando andrà a regime, dalle retribuzioni di risultato;
4. Infine, l’equiparazione esterna assorbirebbe notevolmente il divario, peraltro esistente in tutte le dirigenze pubbliche:leggendo gli stipendi dei dirigenti pubblici, pubblicati grazie al Ministro Brunetta, si vede come tra tutti i Dirigenti vi siano grandi differenze retributive.
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Relativamente alla parte normativa, riteniamo di fondamentale importanza che si sia riusciti a disciplinare contrattualmente i contenuti del DL 150/2009 ; altrettanto importante è stato sancire l’Unicità della funzione dirigenziale con l’abolizione dei settori e la liberalizzazione della mobilità professionale.
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Se la conclusione della vicenda contrattuale è motivo di serenità per i Dirigenti Scolastici, tuttavia non è possibile ignorare il grave momento che sta vivendo la scuola statale italiana.
Si ha l’impressione che il continuo impoverimento delle risorse umane e finanziarie nei settori della conoscenza, dell’istruzione, della formazione, dell’università e ricerca,sia l’esplicitazione di una volontà politica che intende rottamare i meccanismi di una formazione pubblica, democratica e aperta a tutti.
In questa cornice i DS rischiano di operare in un contesto schizofrenico,dove da un lato devono , con tutte le loro forze, garantire il funzionamento e la qualità dell’offerta formativa del servizio pubblico scolastico e, dall’altro lato,devono fare i conti con pesanti riduzioni del tempo scuola e degli organici, mancanza di finanziamenti, riduzioni economiche per gli appalti delle pulizie, visite fiscali di controllo da fare (obbligatoriamente),senza avere i soldi per pagarle.
Infine,gli ultimi provvedimenti in Finanziaria 2010 tendono a dare un ulteriore duro colpo all’Autonomia Scolastica, prevedendo che la gestione economico-finanziaria passi quasi del tutto attraverso il MEF.
E’ davvero strana questa tendenza ad un ritrovato “centralismo”,così come traspare, da numerosi atti e fatti, la volontà di un pesante ritorno alla “gerarchizzazione burocratica”che, in qualche caso, appare repressiva anche della libertà di espressione del pensiero, che dovrebbe essere normale in un Paese democratico.
Per non parlare dell’onda del Federalismo, su cui si dice tutto e il contrario di tutto e, forse, in un paese normale, sarebbe il caso di sperimentare gradualmente gli effetti che, altrimenti, rischiano di diventare devastanti.
Cristina Cascio – Presidente Nazionale Snadis