Professione Insegnante: Circolare Emilia Romagna

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Professione Insegnante: Circolare Emilia Romagna

Messaggiodi edscuola » 23 maggio 2010, 19:02

La circolare riservata del direttore USR dell’Emilia Romagna, scritta il 24 aprile 2010 ed individuabile col n. di protocollo 489/ris, è un atto gravissimo alle libertà fondamentali, quale raramente si è visto dal dopoguerra in poi, posto in essere, è questo il dato sconcertante, da un alto funzionario dello Stato. Crediamo che debba essere ampiamente condannato dai docenti italiani e ci auguriamo che intervenga nel merito anche il Capo dello Stato, supremo garante della Costituzione Repubblicana, richiamando chi su quella costituzione ha giurato; purtroppo fino a questo momento è rimasto in silenzio.

Ci auguriamo anche che tutti i sindacati facciano unitariamente pressione per la rimozione del funzionario e del Ministro Gelmini, e si costituiscano come parte civile contro il Direttore Regionale dell’Emilia Romagna.

Tuttavia, mentre esprimiamo solidarietà a tutti i colleghi di quella regione, non possiamo non leggere il tentativo di deviare, ancora una volta, l’attenzione da quello che è il vero attacco agli insegnanti, alla scuola pubblica e al futuro del Paese, dovuto alla prima finanziaria di Tremonti e alla manovra che ora si appresta a fare; anche questa volta, malgrado le rassicurazioni che sono state fatte per mezzo stampa, la scuola pagherà un pesante pedaggio.

Per questo ormai è necessaria la mobilitazione permanente in tutte le scuole e nell’intero paese che ci deve vedere coinvolti tutti: dai sindacati alle associazioni, al personale della scuola, alle famiglie, alla società civile; ora siamo arrivati davvero a uno stato di emergenza, soprattutto per un esecutivo che, fin dal suo insediamento, ha considerato l’istruzione pubblica statale nel paese un costo e non una risorsa.

L’attuale Governo ha tagliato risorse su risorse, chiamando questa dismissione “Riforma” e dei tagli e delle conseguenze ha fatto poi finta di non accorgersi, negandoli, manipolandoli ed edulcorandoli, attraverso un’estesa campagna di propaganda mediatica, falsando l’immagine di una realtà scolastica pubblica che sta piombando lentamente ma decisamente nel caos e individuando negli insegnanti il capro espiatorio, chiamando “comunisti” o “nostalgici del ’68” tutti quelli che criticamente hanno denunciato le conseguenze di questo scempio, attuato nel settore essenziale della società che progetta il futuro delle nuove generazioni.

Libero Tassella ( PROFESSIONE INSEGNANTE)
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