La gita scolastica, incubo degli insegnanti

Rassegna Stampa e News su Scuola, Università, Formazione, Reti e Nuove Tecnologie

La gita scolastica, incubo degli insegnanti

Messaggiodi edscuola » 21 aprile 2010, 6:05

da Repubblica.it

IL CASO

La gita scolastica, incubo degli insegnanti
"Responsabilità enormi e nessun compenso"

Ogni anno in primavera si muovono fra i 3 e i 4 milioni di studenti; c'è chi visita località vicine e chi va all'estero, ma sempre più docenti rinunciano per la difficoltà di gestire i ragazzi in trasferta
di SALVO INTRAVAIA


Tre, forse quattro, milioni di studenti in gita di istruzione fra marzo e maggio e sono sempre di più gli insegnanti che declinano l'invito per paura delle responsabilità che sono costretti ad assumersi durante i fatidici giorni del "viaggio d'istruzione". Quella avvenuta stamattina sull'isola di Ventotene, dove hanno perso la vita due ragazzine di 14 anni, è stata una disgrazia imprevedibile. Ma i prof che accompagnano le scolaresche si interrogano. Quali sono le responsabilità che si assume l'insegnante? E' previsto un compenso per quelle giornate?

Il cosiddetto turismo scolastico è in continuo aumento e le ultime stime (2008) del Touring club italiano parlano di tre milioni di alunni in viaggio per escursioni, gite di uno/due giorni, gemellaggi e "viaggi d'istruzione" di una settimana. Ma quest'anno potrebbero essere aumentate. Qualche settimana fa, un gruppo di prof di Milano ha deciso di dire no alle gite: troppi rischi. In effetti, da qualche anno partono quasi tutti: i piccoli della scuola materna vengono accompagnati dai genitori che se ne assumono la responsabilità, mentre già quelli della elementare partono da soli accompagnati dalle maestre.

La "classifica" delle mete, stilata dalle scuole, dipende dalle possibilità economiche delle famiglie. In prima media, in genere, si va in gita nella regione di residenza e per un solo giorno, ma già in seconda e terza media ed al biennio delle superiori la gita si allunga e la meta si allontana, rimanendo comunque in Italia. In terza, quarta e quinta, se si ha la disponibilità economica, si va anche all'estero. Fanno eccezione i gemellaggi con i paesi dell'Ue in cui i ragazzi italiani varcano il confine anche a 14 e 15 anni: Francia, Spagna, Inghilterra, ma anche Bulgaria, Olanda, Polonia per imparare la lingua e conoscere usi e costumi diversi dai nostri.

In quei giorni succede di tutto e per gli accompagnatori la gita si trasforma in un tour de force. I ragazzi non ci stanno ad andare a dormire "con le galline" e mettono in atto tutte le strategie per eludere il controllo dei prof. Quella di tentare "la fuga" serale scavalcando i balconi è una pratica diffusa. Ci sono poi le sigarette, gli alcolici e qualche "canna" per coloro che vogliono fare le prime esperienze. E ancora: i locali notturni, le discoteche e le passeggiate romantiche per i più grandi. Se invece i ragazzi rimangono in albergo, spesso si ritrovano in dieci o quindici nella stessa stanza a far baldoria e le ore piccole.

In questa situazione, un solo insegnante fa fatica a controllare dieci/quindici ragazzi. Ecco perché il numero di coloro che rifiutano di accompagnare i ragazzi sta crescendo rapidamente e senza accompagnatori si resta a casa, o meglio a scuola. Anche perché, nella maggior parte dei casi, per le ore in più i prof non beccano nulla o pochissimi euro. Di contro, le responsabilità sono enormi, perché una cosa è controllare i ragazzi in classe, un'altra è farlo in viaggio, dove anche i più piccoli possono fartela da un momento all'altro. Nella prassi, al momento dell'adesione al viaggio da parte delle famiglie, le segreterie scolastiche fanno firmare un modulo in cui i genitori si assumono tutte le responsabilità. "Ma quanto vale, se poi accade qualcosa?", si chiedono in molti tra gli insegnanti.
edscuola
Site Admin
 
Messaggi: 19822
Iscritto il: 3 ottobre 2007, 11:30

Torna a Educazione&Scuola© - Rassegna Stampa

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 23 ospiti