Stop all'orario corto dei prof sindacati sul piede di guerra

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Stop all'orario corto dei prof sindacati sul piede di guerra

Messaggiodi edscuola » 3 aprile 2010, 8:33

da Milano - Repubblica.it

Stop all'orario corto dei prof i sindacati sul piede di guerra

La Direzione regionale: le due-tre ore risparmiate andranno usate per recuperi e supplenze
di FRANCO VANNI

Gli insegnanti non potranno più lavorare solo 15 o 16 ore a settimana anziché 18, come prevede il contratto. Una circolare della direzione scolastica abolisce infatti l'"orario corto", formula prevista nelle scuole con numerosi studenti pendolari: per consentire ai ragazzi di non perdere il treno, infatti, molti istituti (soprattutto tecnici e professionali) accorciano le ore di lezione da 60 a 50 minuti anticipando l'uscita da scuola. Con il risultato che, a conti fatti, i professori alla fine della settimana hanno lavorato per 2 o 3 ore in meno.

Da oggi quelle ore vanno recuperate: "Ogni preside - dispone la circolare - definirà l'eventuale recupero del tempo scuola per gli alunni e del tempo lavoro per i dipendenti, tenendo presente che l'orario di lavoro del personale docente va prestato a favore dell'intera scuola". Traduzione: i professori usino quelle due o tre ore per fare supplenze e corsi di recupero ai ragazzi. Se fra gli studenti la prospettiva di dover tornare a scuola per un paio d'ore in più provocherà al massimo qualche mugugno (tanto più che la riforma Gelmini ha ridotto il numero delle ore di lezione settimanali), gli insegnanti sono sul piede di guerra. E già si sono rivolti ai sindacati.

Attilio Paparazzo, segretario provinciale di Flc-Cgil, spiega: "Il nostro contratto dice chiaramente che in caso l'orario sia ridotto per ragioni di "forza maggiore", ad esempio avere un alto numero di studenti pendolari, quelle ore di lavoro non vanno recuperate". E invita le scuole "a non tenere conto della nuova indicazione, dal momento che è in conflitto con il contratto". La circolare precisa però che "il pendolarismo studentesco è tutt'altro che eccezionale e imprevedibile", quindi verrebbe meno il presupposto della "forza maggiore". E precisa che, se è legittimo accorciare l'orario alla prima e all'ultima ora, non lo è nel resto della mattinata.

La disputa, seppur giocata sull'interpretazione di norme antiche e complesse circolari ministeriali, riguarda però la sostanza dell'organizzazione del lavoro in centinaia di scuole. Se saranno i docenti di ruolo a dover sostituire i colleghi assenti e fare corsi di recupero, il ministero risparmierà i soldi necessari a chiamare insegnanti supplenti. Dall'altro lato, però, il rischio è che non vengano più chiamati a lavorare, almeno per quelle ore, i docenti precari che attendono di essere stabilizzati.
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