I linguisti: 'Salviamo l'italiano'

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I linguisti: 'Salviamo l'italiano'

Messaggiodi edscuola » 18 dicembre 2009, 14:38

da Firenze la Repubblica.it

I linguisti: "Salviamo l'italiano"
Rilanciare lo studio nelle scuole

L'appello dell'Accademia dei Lincei e della Crusca per difendere la nostra lingua. Più grammatica nelle scuole, soprattuttp medie e superiori
di Laura Montanari

Per salvare l’italiano facciamolo studiare di più nelle scuole, soprattutto nelle medie superiori. E’ questo il senso di un documento presentato oggi a Firenze dall’Accademica dei Lincei e dalla Crusca. La linea di partenza è l’allarme segnalato dati Ocse, Pisa e dalla costellazione dei fallimenti dei test di ingresso all’u niversità dove da più parti emerge una generazione che ha difficoltà non soltanto ortografiche e lessicali, ma addirittura di comprensione di un testo scritto: "Una conoscenza della lingua materna sicura e ricca, che non si limiti ai bisogni comunicativi primari, elementari, ma includa un ampio repertorio lessicale, una flessibilità di usi sintattici è una precondizione per un paese civile che intenda restare competitivo nella contemporaneità e nel futuro prossimo" si legge nel documento dei linguisti.

A presentarlo, la presidente dell’Accademia della Crusca Nicoletta Maraschio, il presidente dell’Accademia dei Lincei Lamberto Maffei e il presidente dell’Associazione per a storia della lingua italiana Silvia Morgana. "Occorre dire con chiarezza che la situazione scolastica dell’italiano manifesta da parecchi anni sintomi preoccupanti di fragilità" si prosegue. Fra gli esempi citati "la fatica di progettare e stendere un testo articolato" da parte di molti studenti universitari e "una ristretta conoscenza lessicale". Tanto che si arriva al paradosso di studenti Erasmus che conoscono meglio dei ragazzi italiani le regole della nostra lingua: "Gli errori di ortografia, pure numerosi, sono la manifestazione superficiale di una più profonda incertezza in materia di strutture sintattiche, lessicali, testuali".

Da alcuni anni gli atenei hanno cercato di rimediare a questo stato di cose con test d’ingresso che selezionino gli studenti più incerti in fatto di italiano scritto e a cui propongono corsi di recupero. "È evidente che va ripensato in modo serio l’insegnamento scolastico, perché l’istruzione universitaria può sopperire solo in misura limitata a lacune che risalgono agli anni dell’infanzia e della prima adolescenza - continua il documento steso a difesa della lingua italiana -. Il problema si fa tanto più grave attualmente, tenendo conto della recente riduzione del monte ore nella scuola secondaria inferiore che ha ristretto lo spazio riservato alle materie letterarie e dunque all’insegnamento della lingua nazionale".

Insomma è allarme. La medicina per un possibile rimedio è potenziare l’insegnamento della lingua tendendo distinte - si consiglia - "le ore riguardanti la lettura dei testi e la storia letteraria" da quelle di grammatica. Questo "non implica necessariamente l’aumento del monte ore complessivo, ma una loro chiara funzionalizzazione". Si aggiunge poi che va corretta anche la formazione dei docenti della scuola ("per vari motivi inadeguata: la centralità dell’italiano richiede competenze alte della sua storia e delle sue strutture che è indispensabile acquisire all’Università").

Infine un plauso al ministero per la semplificazione degli indirizzi nei licei prevista nella riforma. Conclusione: "Il potenziamento della conoscenza dell’italiano che auspichiamo deve essere verificato con i metodi di valutazione che si stanno mettendo a punto, e s’inquadra in un più generale riconoscimento del merito scolastico. È tempo di porre fine a una scuola che non fornisce strumenti conoscitivi sufficienti, che appiattisce il merito, che non bilancia, con il proprio lavoro, le migliori opportunità accessibili ai giovani che provengono dagli ambienti più favoriti".
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