da LASTAMPA.it
Il metodo Harry Potter nelle classi Grifondoro
A Londra un esperimento per bambini difficili
MARIA CHIARA BONAZZI
LONDRA
Oggi sono in classe Grifondoro, o magari Serpeverde. Pronunciano formule arcane per imparare le sottrazioni e puntano le loro bacchette magiche sui compiti in classe con risultati strepitosi. Fino a ieri erano i bambini di una scuola elementare disastrata del Nottinghamshire, che languiva reietta in fondo alla lista delle classifiche nazionali compilate dai temibili ispettori del Ministero dell'Istruzione britannico. Ma grazie alle illuminate maestre, che si sono calcate in testa la parrucca di Minerva McGranitt e si sono messe a insegnare tutte le materie del curriculum ispirandosi a Harry Potter, i maghetti hanno compiuto un sortilegio strepitoso: hanno trasformato il ghetto in una Hogwarts intenta a sfornare voti magnifici e dieci in condotta.
«Eccellente», esultano gli ispettori, visto che la Robert Mellows School della cittadina di Arnold è schizzata, si direbbe con una supersonica mossa di quidditch, fra le scuole con il rendimento più alto del regno.
Le maestre stesse sono rimaste strabiliate dal potere della magia potteriana sul successo scolastico dei loro allievi: indossare i costumi e gli occhialetti rotondi in classe, e soprattutto spiegare inglese e matematica a partire dalle storie di J.K. Rowling, ha avuto un effetto a dir poco miracoloso.
L'aritmetica, per esempio, ha guadagnato moltissimo dalle formule propiziatorie pronunciate dai bambini, accattivati dall'idea che per sapere quanto fa 47-18 basti concentrarsi e pronunciare l'espressione «numerus subtracticus» per azzeccare il risultato. Adesso, proseguono gli estasiati ispettori intenti a dare le loro competitive «pagelle» a tutte le scuole britanniche, «i bambini si divertono a imparare la matematica» e lo stesso trucco li stimola a fare bene tutto il resto, tant'è vero che la Robert Mellows School sta agganciando quello sparuto 5 per cento di scuole in vetta alla classifica, dove gli studenti vanno benissimo in quasi tutte le materie.
E quel che è meglio, la preside non è Voldemort per i ragazzi, bensì la donna che ha rivoltato la scuola come un guanto da falconiere. Le lezioni sono tutto un fruscìo di mantelli e cappelli a cono, ma non è questo il punto. Per imparare l'inglese, gli allievi, di età compresa fra i 7 e gli 11 anni, sono incoraggiati a scrivere i propri copioni per rappresentazioni basate sul testo del secondo capitolo di «Harry Potter e la pietra filosofale», il primo libro della serie. Spelling corretto e stimolo all'espressione vivace e teatrale sono i due effetti collaterali più graditi della magia letteraria ispirata alla Rowling.
Stesso discorso per l'arte: ai ragazzi viene chiesto di dipingere la propria versione della «notte stellata» di Van Gogh ispirandosi a Harry Potter. Risultato: streghe che sfrecciano, draghi e bestiacce varie popolano i fogli. Quanto alla storia, le maestre spiegano lo sviluppo dell'aviazione partendo dalle scope volanti di Harry Potter, per arrivare ai fratelli Wright dopo una fantasiosa deviazione di percorso.
Non c'è limite a quello che si può fare con la bacchetta di Harry, se anche la propria cittadina può uscire a testa alta dai paragoni con Goathland, il paesino dello Yorkshire dove sono state girate alcune scene dei film della serie.
Il corso di informatica prevede un tour virtuale di Hogwarts, per poi creare una mappa della propria scuola usando lo stesso schema. Le lezioni di scienza sono forse tra le più ghiotte, in quanto si può mettere un gambo di sedano in un beaker pieno di tintura e farlo diventare blu, per poi discutere sul fatto se Harry possa usare un metodo simile per far cambiare colore ai suoi nemici. Persino l'ora di ginnastica non è immune agli incantesimi potteriani: per migliorare la coordinazione fisica dei bambini le maestre li incitano a far finta di essere Harry, Hermione e Ron e inforcare scope volanti immaginarie. Così facendo, i bambini si sono ripresi il loro futuro.