Docenti tornate alla cultura

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Docenti tornate alla cultura

Messaggiodi edscuola » 6 novembre 2007, 11:03

da LASTAMPA.it

Docenti tornate alla cultura
ALBERTO SINIGAGLIA

Nasce L’Indice della Scuola. Va in edicola a metà settimana. Ha l’ambizione di diventare un appuntamento mensile. Intanto comincia come trimestrale supplemento dell’Indice dei libri del mese, la rivista fondata 23 anni fa da Gian Giacomo Migone, che l’ha diretta, lasciando poi il timone giornalistico a Cesare Cases, ad Alberto Papuzzi, a Luca Rastello, infine a Mimmo Cándito. Ancora della squadra come presidente del consiglio d’amministrazione, Migone confida che l’idea è nata leggendo i quotidiani: «Ormai di scuola si occupano soprattutto per la cronaca nera, il bullismo, le foto lubriche riprese con i telefonini. Quando va bene, danno spazio al numero eccessivo dei libri di testo e al troppo peso degli zainetti».

L’idea forte dell’Indice della Scuola è di «portare all’interesse e al giudizio di un pubblico più vasto temi e problemi finora trattati soltanto da riviste pedagogiche o sindacali». Migone parafrasa «una vecchia battuta sulla guerra e i generali: la scuola è troppo importante per lasciarla soltanto agli insegnanti. È formazione, è cultura, è politica. Ciò che accade dalla scuola materna all’università merita una discussione più ampia e più alta, evitando lo scontro ideologico».

Con il coordinatore Vincenzo Viola, professore di liceo a Milano, nell’impresa si sono lanciate alcune autorevoli voci del campo: il pedagogo Roberto Biorcio, i sociologi Franco Rositi e Alessandro Cavalli. Nell’editoriale Rositi e Viola parlano di «voglia» e di «coraggio» di far da tramite fra il mondo della scuola e «un’opinione pubblica colta» come quella del Times Educational Supplement. E di puntare l’attenzione sulle istituzioni formative nel loro insieme: «Non solo per la loro importante valenza economica, ma anche per i loro possibili effetti di civiltà, esse sono più che mai una questione nazionale di primo piano, in un orizzonte europeo-internazionale».

Non sarà facile «smuovere di punto in bianco l’indifferenza sedimentata da decenni», affermano i fondatori, «il nostro compito sarebbe assolto se appena riuscissimo a riportare nel vivo della produzione culturale quella parte dei docenti che se ne sono allontanati per lo sconforto».
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