da Aprileonline
Scuola, al bando ogni fascismo
Marzia Bonacci
In un incontro presso la Casa della memoria e della storia, organizzato dall' Anpi e da diverse associazioni studentesche, si è affrontato il tema della recrudescenza neofascista negli istituti capitolini. Ed è stato scritto un appello indirizzato al ministro Fioroni perchè si attuino tutte le misure per evitare che si ripetano episodi di violenza
Mettere al bando il fascismo, qualsiasi forma, anche moderna, esso assuma. Sradicare la bestia polimorfa che trova riferimento nel '900 ma che veste anche i panni della storia recente, spesso trasformandosi in odio verso le minoranze etniche o la comunità glbt. Allontanarlo in particolare da quel luogo di formazione e di speranza nel futuro che è la scuola, dove pure esso alberga, purtroppo in molti casi in modo tutt'altro che velato, camuffato. Recrudescenza di "miti" antichi, di quel dio-patria-morte capace di rendersi visibile sotto la forma di aggressioni e intimidazioni ai danni di giovani studenti che lo combattono, facendosi in taluni casi portatori della memoria storica attraverso appuntamenti, manifestazioni, incontri con personalità e intellettuali che, di questa stessa militanza antifascista, sono stati protagonisti. Questo il senso dell'incontro organizzato presso la Casa della memoria e della storia dall'Associazione Nazionale partigiani (Anpi) e da alcune associazioni studentesche proprio sul fenomeno, in drammatica crescita, degli agguati di stampo fascista che si ripetono ormai da anni nella capitale ai danni soprattutto di liceali in prima linea nel conservare un ricordo del "Secolo breve" e delle sue aberrazioni politiche. Un incontro da cui è scaturita una lettera-appello indirizzata al ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni e al prefetto capitolino Carlo Mosca affinché venga garantita la democrazia e il rispetto della legge (la Scelba e la Mancino, per esempio, che condannano chiunque propagandi il fascismo e le convinzioni razziste).
Come si legge nel documento, "nelle scuole della capitale gruppuscoli di neofascisti, usati e strumentalizzati dai soliti noti, stanno provando a propagandare e praticare una cultura inaccettabile di violenza, sessismo, razzismo, prevaricazione", rispetto a cui i promotori chiedono una risposta istituzionale chiara. Inoltre, si esorta il ministro Fioroni "a ricevere una rappresentanza che possa consegnare un dossier sulle attività di tali gruppi". La cronaca recente è infatti costellata di episodi di violenza, come quella perpetuata durante il corteo nazionale del 12 ottobre, al termine del quale uno studente è stata ricoverato con 15 punti di sutura in testa; oppure l´aggressione agli studenti del liceo Tasso di pochi giorni fa, "ad opera di chi sostiene di volantinare ma lo fa armato di cinghie e manganelli", o ancora il pestaggio brutale di tre ragazzi in un parco di Ostia. Per finire, altrettanto tristemente, con scritte intimidatorie comparse davanti al liceo Aristofane all'indirizzo di due ragazze lesbiche, firmate da celtiche e svastiche.
Un comportamento "inaccettabile", dunque, per "una città che vuole essere esempio di legalità", a cui si potrebbe rispondere, secondo i firmatari dell'appello, impedendo che "ai diversi livelli di rappresentanza si candidino gruppi dichiaratamente fascisti, che talvolta prendono persino le difese del Terzo Reich". La scuola in quanto "luogo privilegiato di cultura e partecipazione" non può essere "terreno per una propaganda vergognosa e squallida che tenta, sfruttando la crisi di memoria storica, di riportarci nei periodi peggiori della nostra storia". Per questo, bisogna predisporre "adeguate misure per far si che non possano esserci propaganda e rappresentanza studentesca con idee di matrice evidentemente neofascista".
Per ora il documento ha incassato il sostegno di diversi intellettuali ed esponenti politici: Alessandro Portelli, storico e delegato del Comune alla memoria, Rosario Bentivegna, medaglia oro della Resistenza, il filosofo Gianni Vattimo, il calciatore Cristiano Lucarelli, il senatore Giovanni Russo Spena (Prc), Mauro Bulgarelli (Verdi), Marco Rizzo (europarlamentare Pdci) e, naturalmente, l´Associazione partigiani di Roma, l'ArciGay Roma e i Cobas della scuola. Adesioni che confermano quanto il fenomeno desti allarme e non meriti sottovalutazione alcuna, come spiegato dallo stesso Massimo Rendina, partigiano e segretario provinciale dell'Anpi, il quale nel suo intervento ha richiamato all'attenzione il drammatico ed emblematico episodio dell'agosto 2006: la morte del giovane Renato Biagetti, accoltellato a Focene, sul litorale romano, all'uscita da una festa reggae da ragazzi neofascisti. Rendina ha poi sottolineato come l'Anpi si sia mobilitata per costituire un pool di avvocati che avranno il compito di denunciare eventuali omissioni di atti d'ufficio da parte di autorità e istituzioni verso chi propagandi il fascismo, in contrasto con la Costituzione.
Stessa preoccupazione si è ravvisata nelle parole di un giovane studente romano che, ricordano le aggressioni verificatesi al Liceo Tasso, ha lanciato la proposta di un'assemblea da tenere il 30 novembre al liceo Farnesina, dove lo scorso anno apparve per la prima volta il Blocco Studentesco, organizzazione giovanile legata alla Fiamma Tricolore.
Ma la questione è più spinosa perché sfiora anche le responsabilità dei rappresentanti politici, oltre al tema del rapporto con le comunità straniere, oggi oggetto fra i più privilegiati dell'odio e della propaganda neofascista. Adriana Spera, consigliera comunale di Rifondazione, ha infatti accusato le istituzioni di "troppa leggerezza sull'argomento" e ha contestato al Comune di Roma che, "ancora una volta", nell'organizzare l'annuale viaggio ad Auschwitz per le scuole, non siano stati invitati gay, rom e disabili.