Una volta si chiamavano differenziali

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Una volta si chiamavano differenziali

Messaggiodi edscuola » 30 ottobre 2007, 8:44

da Repubblica

Una volta si chiamavano differenziali
MARCO LODOLI

E´ difficile capire quale sia stato il pensiero della preside dell´Istituto Gastaldi di Genova, quali tortuosi percorsi mentali l´abbiano portata a una conclusione così bislacca: fatto sta che adesso tutti i bocciati del primo anno si ritrovano concentrati in una sola classe. Dopo tanta allegra pigrizia, dopo un anno trascorso al paese dei balocchi, senza ascoltare i professori, senza aprire i libri, senza ascoltare i buoni e noiosi consigli, i venticinque ragazzacci, trasformati in ciuchini, vengono collocati tutti quanti nella stessa stalla. Immagino le reazioni degli altri studenti della scuola, quando passano accanto all´aula degli ignorantoni.
Risate, lazzi, prese in giro, ma forse anche brividi di terrore, l´incubo di potersi ritrovare un giorno nella stessa tragica situazione, tra i reietti, tra gli angeli ribelli, lì nel gregge compatto delle pecore nere. Una Tortuga popolata solo da filibustieri, un canile comunale dove si comprimono i cani senza collare, un cimiterino di anime perse.
Non mi pare proprio che sia una grande idea, non vedo in quale modo potrebbe stimolare i ripetenti a dare il meglio di sé, a recuperare in fretta l´anno perduto malamente. E non capisco come alunni e genitori possano accettare a cuor leggero il ghetto dell´infamia, quali argomenti possano convincerli a far parte di questa armata Brancaleone ripulita e istituzionalizzata. A meno che alla base di questa soluzione della preside non ci sia una recente visione, alle tre di notte, su qualche canale secondario, di Quella sporca dozzina: tutti insieme a riscattare l´onore, a dimostrare di essere eroi nonostante il passato poco edificante! Una morale scolastica da Legione Straniera, la sceneggiatura perfetta per uno di quei film tosti ma commoventi, dove gli ultimi saranno i primi, dove le carogne si rivelano pezzi di pane e, anche se qualcuno inevitabilmente ci rimette le penne, il grosso del plotone entra nella Storia a testa alta. Insomma, un´assurdità. Già è complicato resitituire un po´ di entusiasmo e di fiducia ai ragazzi respinti, trattenerli a scuola, convincerli che è stato solo un episodio, che quest´anno tutto andrà diversamente, che la nuova classe li accoglierà benissimo, perché molti di loro sono prontissimi a mollare in un secondo la scuola, a sparire nel nulla: non aggiungiamo il sospetto di creare classi-galera, classi differenziali, come si diceva una volta, dove crescevano solo ragazzi dichiaratamente differenti da tutti gli altri, uguali solo a loro stessi, alla loro triste sconfitta.
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