da Unità
BULLISM0. Patto tra Fioroni e i genitori dei gay
Il patto anti-bullismo tra genitori e ministero dell'Istruzione è stato firmato il dieci ottobre, in occasione della giornata europea delle mamme e dei papà. È un accordo atteso da anni. Prima novità: contrasta la violenza nelle scuole e fa specifico riferimento al «bullismo omofobico». Seconda: è firmato anche dall'Agedo, associazione che per la prima volta sigla un protocollo con il ministero. La firma di Agedo compare insieme a quelle delle associazioni proponenti, cioè le principali sigle attive nella scuola: Age, Agesc, Cgd. Sono associazioni cattoliche e laiche. Questa è la terza svolta: i genitori degli omosex non sono una specie a parte, ma operano insieme agli altri per migliorare il percorso formativo dei propri figli. Compare la sigla del Moige, spesso poco gay friendly, che questa volta non nega o sminuisce l'esistenza di specifiche forme di aggressione nella scuola ai danni degli omosex. Se i genitori di etero e gay, cattolici e laici, lavorano fianco a fianco, anche i figli possono considerarsi pari e non diversi: questa la cornice. Con il protocollo il ministero si impegna a favorire e promuovere percorsi, progetti, e iniziative per valorizzare l'unicità di ogni studente. Le associazioni si offrono per organizzare iniziative di sensibilizzazione, cercare metodologie di prevenzione per studenti e insegnanti, collaborare a progetti anti-violenza. Il protocollo ha numerose «ricadute». Innanzitutto è un'ammissione: laddove qualcuno potrebbe ridurre le aggressioni a «scherzi tra ragazzi», l'accordo funziona da presa d'atto, dichiara che il bullismo in tutte le sue varianti, compresa quella anti-gay, miete le sue vittime. Le ricerche più recenti parlano chiaro: secondo un’indagine condotta dalle associazioni europee, Ilga Europe e Iglyo, i danni procurati all'autostima e alla realizzazione futura degli alunni nel mondo del lavoro sono pesanti. Uno studio condotto dalla testata giornalistica Gaynet insieme all'Università del Piemonte Orientale rivela: quattro omosessuali su 10 sono stati presi in giro a scuola. Spesso l'insegnante che ha assistito ha reagito con indifferenza. Delle vittime, l'80% non ne ha parlato con nessuno. Il 27% è stato oggetti di aggressioni fisiche proprio perché gay. Quasi tutti non hanno esposto denuncia per paura di dichiarare il proprio orientamento sessuale.
Ancora, il protocollo fornisce la possibilità alle associazioni, Agedo compresa, di entrare nelle scuole con l' ”approvazione” del ministero. «Se prima l’associazione poteva anche non essere ovunque ben accolta, oggi l’accordo le fornisce una sorta di semaforo verde», dichiara Angela Nava, presidente del Cgd, Coordinamento genitori democratici, e coordinatrice per l’anno scolastico in corso del Fonags, cioè la sigla delle associazioni che hanno proposto al ministero il protocollo. «Raggiungere l’accordo non è stato facile - aggiunge Nava - Alcuni sostenevano che non fosse necessario specificare le varie forme di bullismo, e in particolare quello omofobico. Poi ha prevalso la puntualizzazione dei tipi di violenza». È stata una battaglia per le parole. Un patto generico anti-bullismo avrebbe avuto il sapore della censura: non sempre si tende a focalizzare con la giusta forza la portata discriminante della violenza anti-gay nelle scuole. Nava, alla testa dell’organizzazione dei genitori laici tra le più rodate, applaude la presenza di Agedo: «È stato fondamentale sottoscrivere il protocollo d'intesa tra il ministero e numerose associazioni genitori nazionali. In primo luogo perché rappresenta la volontà di un agire collettivo lontano da moralistiche e spesso tautologiche prese di posizione. Poi perché declinando le varie forme di prevaricazione e discriminazione esercitate dai e sui giovanissimi consente anche a quelle associazioni come l'Agedo, che da anni lavorano sul tema della violenza omofobica, di avere diritto di cittadinanza nel settore educativo». Grande è la soddisfazione dei genitori di omosex. Paola Dall’Orto, la pasionaria dell’associazione, dichiara: «Agedo ha partecipato all'iniziativa affinché venisse inserita una esplicita attenzione al bullismo omofobico». Sono parole forti, che ricordano non solo al mondo della scuola la necessità del rispetto.