Ore d'aria per la scuola

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Ore d'aria per la scuola

Messaggiodi edscuola » 28 ottobre 2007, 8:44

da Aprileonline.info

Ore d'aria per la scuola
Woland, 27 ottobre 2007

La piazza In 50.000 hanno sfilato a Roma per investimenti e per il rinnovo del contratto. Con gli 8 euro di stanziamenti previsti nell'attuale Finanziaria non ci sediamo neanche al tavolo della trattativa: i lavoratori della scuola italiana sono i peggio pagati d'Europa e servono assolutamente risorse per il biennio 2008-2009

La manifestazione nazionale di sabato è stato un evento importante, che segnala la non condivisione del mondo della scuola nei confronti di un'impostazione che torna, nonostante l'accordo sulla conoscenza del 27 giugno, con la legge Finanziaria. È un attacco - come sottolinea la parlamentare di Sinistra democratica Alba Sasso dell'impostazione per cui "si guarda alla scuola come terreno di risparmio e non come risorsa su cui investire".
Una logica rispetto alla quale sarebbe ormai necessario un netto e deciso segnale di discontinuità. Il recupero e il rilancio della qualità del nostro sistema pubblico dell'istruzione passano, infatti, secondo Sasso, "attraverso la valorizzazione della professionalità di chi ogni giorno vive nella scuola, mettendo a disposizione dell'apprendimento le proprie energie, i propri entusiasmi, le proprie risorse". Ma per fare tutto questo, aggiunge la deputata, "c'è bisogno di investimenti e di risorse. C'e' bisogno, soprattutto, di attenzione e di disponibilità all'ascolto".

Con gli 8 euro di stanziamenti previsti nell'attuale Finanziaria non ci sediamo neanche al tavolo della trattativa: i lavoratori della scuola italiana sono i peggio pagati d'Europa e servono assolutamente risorse per il biennio 2008-2009. E' questo il concetto espresso dai rappresentanti sindacali di Flc-Cgil, Cisl e Uil Scuola durante gli interventi svolti oggi a piazza Navona al termine della manifestazione del personale della scuola.
Ai migliaia di lavoratori giunti da tutta Italia (50mila per gli organizzatori) Enrico Panini, segretario generale Flc-Cgil, Paolo Pirani, segretario confederale Uil e Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, hanno ribadito che se le richieste di oggi non troveranno risposte le mobilitazioni per migliorare lo stato della scuola pubblica continueranno.

"Per una scuola pubblica di qualità, riconoscere e valorizzare il lavoro" recitava il manifesto posto sul palco dove sono stati tenuti i comizi. Un lavoro che secondo Bonanni andrebbe valorizzato ad iniziare dal praticare misure più eque in fatto di fisco: "Basta con misure e scelte demagogiche che rischiano di premiare lavoratori evasori e non di premiare i lavoratori della scuola e gli statali in generale".
Di retribuzioni ha anche parlato Pirani, il quale ha ricordato che l'Italia vanta il record dei peggiori stipendi a livello europeo: il segretario generale della Cisl ha voluto rispondere anche al ministro della Funzione pubblica, Gianni Nicolais, che aveva definito lo sciopero di oggi politico e preventivo: "La nostra è una protesta che vuole delle modifiche alla Finanziaria - ha detto Pirani - per il riconoscimento del lavoro svolto nelle scuole e per una scuola pubblica migliore, non c'è nulla di preventivo contro il Governo".
Enrico Panini, segretario della Flc-Cgil, si è rivolto invece al premier Prodi: "A giugno ben quattro ministri del suo Governo hanno sottoscritto con i segretari generali Epifani, Bonanni e Angeletti un'intesa sulla Conoscenza: in quel documento il Governo si impegnava ad investire sulla scuola. Sono bastati pochi mesi per scoprire che la Finanziaria va in tutt'altra direzione".
Il sindacalista ha sottolineato l'assoluta inadeguatezza degli stipendi del personale della scuola italiana: "Non è un optional il fatto che in questi anni i salari si sono ridotti. Ci fa piacere che il governatore Draghi abbia detto in questi anni 'i salari devono crescere'".

L'attuale Finanziaria prevede tagli per il personale pari ad 11mila posti di lavoro per il prossimo anno. Ridurre docenti e Ata quando aumentano le iscrizioni significa peggiorare le condizioni di lavoro per quelli che rimangono e sacrificare le condizioni di studio dei ragazzi.
Infine, il fronte delle assunzioni. Dalla piazza la contestazione ha riguardato lo scarso numero di immissioni in ruolo del personale non docente: appena 10mila assunzioni su circa 70mila precari sono davvero irrisorie.
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