Scuola, studenti e sindacati in piazza contro Gelmini

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Scuola, studenti e sindacati in piazza contro Gelmini

Messaggiodi edscuola » 10 ottobre 2008, 12:51

da l'Unità.it

Scuola, studenti e sindacati in piazza contro Gelmini


Dopo settimane di voci e divisione, arriva l'ufficialità: primo sciopero (per giunta unitario) contro il ministro Gelmini e la sua controriforma della scuola, che è stata votata alla Camera. E in concomitanza con lo sciopero, il 30 ottobre i sindacati organizzano una manifestazione nazionale a Roma. Venerdì 10 ottobre a protestare saranno gli studenti, a Roma alle 9 dalla stazione Piramide in corteo fino al ministero della Pubblica istruzione. Manifestazioni anche in tutta Italia, ecco il programma completo. Sotto accusa il maestro unico, il taglio di 87mila cattedre, di 45mila Ata (il personale amministrativo) e gli 8 miliardi di "risparmi" in tre anni.

Per la prima volta dopo diversi anni Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals, Unicobas e Gilda (che assieme raccolgono oltre il 90% delle tessere del settore istruzione) si ritroveranno fianco a fianco a Roma per una manifestazione che per il leader della Gilda, Rino Di Meglio, «sarà storica». Dello stesso parere Domenico Papaleo, neo-segretario della Flc-Cgil, secondo il quale «erano decenni che le sigle sindacali della scuola non proclamavano unitariamente uno sciopero generale». Una protesta, ha sottolineato Papaleo, che vuole contrastare la politica del governo sia per il metodo adottato («a colpi di decreti legge che intendono distruggere la funzione del sindacato») che per il merito («tagli drastici, riduzioni di ore, chiusure di istituti e tanti altri provvedimenti costituiscono una seria minaccia alla qualità della scuola pubblica»).
Scioperano venerdì 17 invece i Cobas. Lo sciopero «utile per fermare Gelmini-Tremonti è il 17 ottobre». La fiducia sul decreto Gelmini, secondo il leader del sindacalismo di base, Piero Bernocchi, è «oltre che una dimostrazione di arroganza e della totale inconsistenza dell'opposizione capitanata dal Pd, un segnale di debolezza di un centrodestra pressato dall'incalzante movimento di protesta contro la politica scolastica di Gelmini-Tremonti».

L'unità dei sindacati si riscontra anche nelle motivazioni della protesta, ad iniziare dal dl 137, approvato pochi minuti fa alla Camera e dalla prossima settimana all'esame del Senato, che ripristina il cosiddetto maestro unico riportando l'orario di base della scuola primaria a 24 ore. I sindacati chiedono poi un confronto aperto con il governo per decidere quali misure adottare per ridurre gli sprechi: sinora, invece, lamentano i rappresentanti dei lavoratori, le decisioni (contenute soprattuto nell'articolo n. 64 del dl 137 approvato con la finanziaria approvata ad inizio agosto) sono state prese dall'esecutivo unilateralmente.

Quella che viene contestata con maggiore durezza è la “strada” intrapresa per risparmiare 7,8 miliardi di euro tra il 2009 e il 2012: per tagliare 87 mila posti di docente e 44.500 di Ata si procederà ad una maggiore presenza di alunni per classe, all'accorpamento delle materie di accesso all'insegnamento e la soppressione o l'accorpamento degli istituti con meno di 50-100 alunni complessivi. Come noto, il dl 137 prevede poi la riduzione a 24 ore del modello base d'insegnamento alla primaria: un ritorno al passato che permetterà l'attivazione del maestro unico e l'abbandono, dopo alcuni decenni di sperimentazione, del modulo basato su due maestri per tre classi.

Le uniche parti non contrastate dai sindacati sono quelle sul miglioramento della didattica contenute nel dl 137: il voto di condotta (osteggiato però dagli studenti che domani scenderanno in piazza in decine di città), lo stop per cinque anni alle riedizioni dei libri scolastici, l'inserimento degli ultimi aspiranti docenti abilitati presso le Ssis ed un piano straordinario per accelerare gli investimenti nel campo dell'edilizia scolastica e della sicurezza.

La mobilitazione servirà anche a rivendicare il rinnovo del contratto scuola scaduto da nove mesi: le buste paga del personale scolastico negli ultimi anni si sono infatti attestate ben al di sotto del tasso d'inflazione scivolando nelle ultime posizioni stipendiali dell’Ue. Un motivo in più, sperano i sindacati, per spingere in piazza un milione di dipendenti della scuola.
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