da Il Messaggero
La Cassazione precisa: dire "ti boccio" è reato solo se si tratta di ingiustizia
ROMA (25 settembre) - Prospettare la bocciatura a uno studente costituisce reato di minaccia grave solo se si tratta di una ingiustizia. A precisarlo è la Corte di Cassazione dopo che la sesta sezione penale ha confermato la condanna di un insegnante vicentino che aveva «preannunciato» la bocciatura ad una studentessa la cui madre aveva fatto un intervento sgradito in un'assemblea dei genitori.
«Il giudice di merito - si afferma in una nota della Cassazione - con una motivazione logica e coerente e peraltro sottratta al vaglio di legittimità, ha correttamente ritenuto sussistente la minaccia grave nella ingiusta prospettazione di una bocciatura». In pratica è l'ingiustizia di quanto affermato a costituire la minaccia grave. «Il comportamento del docente censurato - aggiunge la Cassazione - era estraneo al contesto didattico di insegnamento e costituiva una diretta conseguenza di un'assemblea dei genitori che avevano proposto il non mantenimento della continuità didattica nel successivo triennio per il docente in questione».