Cari professori e riformatori

[edscuola]

da Quotidiano.net

LA LETTERA DI ... MARTINELLI

Cari professori e riformatori
di Enzo Martinelli

L’80% degli adolescenti italiani si chiede spesso che senso abbia restare a scuola. Il 55% dei giovani è convinto che l’iscrizione all’Università è dovuta a mancanza di alternative. Insomma è chiaro che in Italia c’è un declino della funzione sociale dei processi formativi...

UNA RECENTE indagine del Censis rileva che l’80% degli adolescenti italiani si chiede spesso che senso abbia restare a scuola. Il 55% dei giovani è convinto che l’iscrizione all’Università è dovuta a mancanza di alternative. Insomma è chiaro che in Italia c’è un declino della funzione sociale dei processi formativi. Eppure nessuno ha dubbi che per rimettere in moto la crescita economica e sociale del Paese l’istruzione è uno dei più importanti capitoli di azione di riforma.

Ma come incidere sul mastodontico apparato della scuola italiana? Se pur apparentemente centralizzata, la struttura ministeriale risulta di fatto frantumata in migliaia di istituzioni autonome che danno divergenti offerte educative, e risultati, nelle diverse aree del Paese e addirittura negli stessi ambiti territoriali. In tale contesto gli indirizzi di politica scolastica (ieri la serietà degli studi di Fioroni, oggi la buona condotta della Gelmini) rischiano spesso di fare la fine delle grida di manzoniana memoria. Occorre condivisione del corpo docente sui progetti elaborati dal ministero e sul senso di appartenenza all’istituzione scolastica. Pur avendo il rapporto più basso insegnanti-studenti (1 a 10 contro 1 a 16 della media europea), in Italia gli studenti finiscono gli studi dicendo: «Non so l’inglese perché l’ho studiato a scuola», non amano la lettura e sono scadenti in matematica e scienze. Se migliorasse la buona condotta degli alunni, ma soprattutto quella dei docenti, avremmo fatto un bel passo avanti.