da ItaliaOggi
Finanziaria, la scure dello sciopero
La scuola incrocerà le braccia sabato prossimo, il giorno dopo l'astensione dal lavoro del restante pubblico impiego, per protestare contro la mancanza, in Finanziaria, di risorse adeguate per rinnovare il prossimo contratto. Nel giro di due giorni, insomma, circa 3 milioni di dipendenti pubblici scenderanno in piazza contro la manovra 2008 predisposta dal governo Prodi. La protesta, che si accompagna a una mega-manifestazione, in calendario sempre per sabato, a Roma, è stata indetta da Cgil, Cisl e Uil. Con le risorse inserite nella manovra 2008, si garantirebbero, accusano i tre sindacati, solo i pagamenti delle indennità di vacanza contrattuale, analogamente a quanto fatto dall'ultimo governo Berlusconi. Se la Finanziaria dunque non dovesse essere modificata, il contratto non potrà essere rinnovato alla sua scadenza ordinaria, dovendosi attendere la successiva manovra per avere lumi. Schiarite erano attese dagli emendamenti governativi alla Finanziaria. Il ministro della funzione pubblica, Luigi Nicolais, aveva promesso infatti uno stanziamento aggiuntivo di 700 milioni di euro per il 2008 e 1,2 miliardi per il 2009. Ma nel pacchetto di emendamenti governativi alla manovra, depositato nei giorni scorsi al senato, nulla si dice al riguardo. «Non si può pensare di lasciare a secco per un altro anno i dipendenti pubblici», spiega Enrico Panini, segretario della Flc-Cgil. «Basta con le logiche ragioneristiche dei tagli, i dipendenti della scuola hanno già dato troppo per risanare il debito pubblico», accusa il numero uno della Cisl scuola, Francesco Scrima. Nel mirino dei sindacati è finita anche l'assenza di adeguati interventi fiscali a favore del lavoro dipendente, «è un altro strumento possibile per migliorare il potere d'acquisto dei salari, ma neanche questa strada è stata seguita», spiega Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola. I sindacati contestano anche gli interventi sugli organici, che, nonostante la riformulazione dei tagli previsti dalla passata manovra, vengono ancora considerati oggetto di pesanti manovre di riduzione. La scelta della giornata di sabato per l'astensione dal lavoro farà sì che alcuni dipendenti, sopra tutto nella scuola dell'infanzia, non siano in servizio.
«Per queste situazioni, intendiamo dare la possibilità di versare l'importo economico corrispondente alla giornata lavorativa per una finalità solidaristica attraverso una comunicazione alla segreteria del proprio istituto», si legge in una lettera inviata dai tre segretari sindacali alle scuole e al ministero del tesoro. Chi vorrà, insomma, potrà decidere comunque di far sentire la propria protesta devolvendo una quota della propria retribuzione giornaliera a favore del progetto «Scuole per l'Africa», campagna lanciata dall'Unicef e da Nelson Mandela per la costruzione di scuole in vari stati africani. Il versamento (da effettuarsi sul C\C bancario n. 0000005050010 presso Banca Popolare Etica – CIN M – ABI 5018, CAB 12100) è stato quantificato in un importo forfettario di 35 euro per il personale ausiliario, tecnico e amministrativo, 48 euro per gli insegnanti e i direttori dei servizi amministrativi, e 110 euro per i dirigenti scolastici.