da Il Messaggero
Scuola, ancora tagli a scapito dei più deboli
Sono la mamma di tre bambini di cui uno purtroppo affetto da un grave handicap. Vivo nella provincia di Roma e sono il rappresentante dei genitori per i GLH (gruppi di lavoro per l'handicap) .Mi rivolgo alla redazione per chiedervi di aiutarmi a dare risalto a questa situazione a dir poco triste e vergognosa.
Ancora la scuola non è cominciata e già ci sono stati comunicati nuovi tagli per il prossimo anno scolastico. Ovviamente i primi a rimetterci sono sempre i più deboli: i bambini e i disabili.
I nostri figli al pari di molti atri bambini e ragazzi frequentano l'istituto comprensivo di Monte Porzio Catone, ma purtroppo non altrettanto al pari di altri sono in grado di agire autonomamente.
Qualche settimana fa sono venuta a conoscenza che sarà assegnato al massimo un solo insegnante di sostegno ogni quattro alunni.
Gli anni passati esisteva l'opportunità di poter derogare il suddetto limite, dettagliando ogni singolo caso e quindi giustificando e motivando la necessità di ulteriori ore di sostegno con progetti e documentazione successiva; quest'anno non è stata consentita alcuna possibilità di deroga.
Come genitori abbiamo il timore, di ritenere che questa rigidità possa comportare il ripristino di classi differenziate e quindi la ghettizzazione dei nostri figli che già si trovano in situazioni particolari e quindi difficili
È ovvio che gli insegnanti di classi di 20/25 bambini e con elementi speciali da seguire con particolare attenzione, se si ritrovano così poche ore di sostegno si vedranno costretti a raggruppare i ragazzi con problematicità.
A questa problematica nel nostro istituto comprensivo si aggiunge la difficoltà logistica data dal fatto che la scuola primaria è dislocata su 3 plessi su tre strade distinte e questo rende ovviamente complessi gli spostamenti degli insegnanti.
Anche volendo distribuire in modo specifico le ore a disposizione per gravità ci si trova a dover affrontare un problema di scelta: chi penalizzare?
Nelle patologie gravi, dove il ragazzo non è in grado "da solo" di gestirsi in classe, è impensabile ridurre le ore sostegno indispensabili per aiutarlo ad integrarsi o minimamente confrontarsi con i compagni e con il programma scolastico. Questo anche per evitare (anche se è brutto a dirsi) che venga emarginato.
Inoltre in questi casi gravi, dove al sostegno è affiancato o addirittura aggiunto alle ore di assistenza di base (AEC), la diminuzione delle ore di sostegno non può essere compensata dalle ore di AEC in quanto anche qui sono stasi segnalati ulteriori tagli.
Nei casi meno gravi ovviamente il sostegno è comunque indispensabile per consentire il recupero delle lacune e delle capacità del ragazzo e quindi accompagnarlo ad una piena integrazione con i suoi coetanei.
Quindi in entrambi casi non è pensabile di diminuire il sostegno.
Come genitori, per i nostri figli desideriamo sempre il massimo, ma credo che quanto chiediamo per i nostri ragazzi non è un particolare riguardo, ma un loro diritto ed un dovere della Scuola.
Quello che semplicemente chiediamo è che abbiano gli stessi diritti ed opportunità previsti per i loro coetanei.
La ragione della nostra determinazione mi sembra ovvia e ritengo che il sempre nominato "Sforzo per l'integrazione" deve essere un MUST anche per il Ministero.
I nostri ragazzi con problematiche più o meno gravi DEVONO essere messi in grado di potercela fare da soli una volta usciti da scuola.
Parliamo tanto di integrazione, ma la discriminazione qui è evidente!
Stiamo mettendo la scuola e le insegnanti nella necessità di dover scegliere l'unica, odiosa, strada praticabile ...quella della discriminazione, minando l'integrazione per cui da tempo lavoriamo in stretta collaborazione tra Scuola, Stato e Famiglie.
Ogni anno assistiamo ad ulteriori tagli sulle ore di sostegno, sulle ore di assistenza di base e su tutto ciò che è relativo al sociale ed alla scuola.
Non vogliamo che dalla scuola escano degli uomini e delle donne in grado di rapportarsi con il mondo e con il lavoro al di là delle diversità e delle difficoltà del singolo?
Come possiamo pensare che la scuola sia in grado di fare questo se ha sempre meno strumenti e risorse?
Tutto questo si somma ai problemi già noti e segnalati come mancanza di continuità, tempestività e qualifica delle insegnanti di sostegno.
Ogni anno infatti, gli alunni già seguiti con programmi di sostegno e quindi con progetti scolastici di apprendimento specifici e personalizzati, dovrebbero, al pari degli altri, avere la possibilità di avviare subito il loro percorso di apprendimento. Invece, ogni nuovo anno scolastico, le loro insegnanti di sostegno cambiano e trascorrono diverse settimane prima che le sostitute vengano convocate e ricoprano ufficialmente il ruolo.
Per non parlare infine dei casi in cui un'insegnante di sostegno è assente; quasi mai si ottiene una tempestivamente sostituzione, e quando si trovano, le "supplenti" sono spesso non preparate a ricoprire il ruolo particolare oppure non conoscendo bene la situazione dell'alunno non se la sentono di accettare.
Cosa fare per interrompere questo continuo declino?
Angela Tomasso