da LASTAMPA.it
L'ira dei rettori: università in crisi
Atenei contro la Finanziaria: «Avrà effetti dirompenti»
Con l’approvazione, alla Camera dei Deputati, della legge Finanziaria anche i rettori delle università italiane lanciano l’allarme: «Il Paese deve sapere che con tale misura, se mantenuta e non modificata, si determinerà una condizione finanziaria del tutto incontrollabile e ingestibile, con effetti dirompenti per gli atenei» scrivono in una nota.
La Crui, compatta, ribadisce«la valutazione fortemente negativa già espressa lo scorso 3 luglio sul significato complessivo del provvedimento e in particolare sui tagli progressivi del Fondo Ordinario per le Università collegati alla limitazione del turn-over e al riassorbimento delle risorse derivanti dalle cessazioni dal servizio. Valutazione - proseguono i rettori - che ha trovato ampio riscontro nelle numerose prese di posizione, istituzionali e spontanee, del mondo universitario».
Secondo la Conferenza, in particolare, con la manovra economica «si renderà sempre più difficile l’ingresso nei ruoli di giovani di valore; peggiorerà il livello di funzionalità delle Università, anche come conseguenza dell’ulteriore mortificazione delle condizioni retributive del personale tecnico e amministrativo; diventerà sempre più difficile se non impossibile reggere alla concorrenza/collaborazione in atto a livello internazionale; si annullerà di fatto il fondamento stesso dell’autonomia universitaria, come definita negli anni ’90, basata sulla gestione responsabile dei budget».
«È d’altra parte evidente che, in un simile contesto, perde qualsiasi credibilità anche la proposta, che andrebbe in ogni caso ben altrimenti approfondita e verificata nelle sue implicazioni e nella sua effettiva attuabilità, di trasformare le università in fondazioni». Per la Crui quindi si dovrà ottenere «già nella Legge finanziaria 2009 risorse adeguate all’effettivo fabbisogno degli atenei, a partire dalla copertura degli incrementi stipendiali quantomeno entro i limiti dell’inflazione programmata».