Il Senatùr contro i prof del Sud

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Il Senatùr contro i prof del Sud

Messaggiodi edscuola » 21 luglio 2008, 15:34

da Quotidiano.net

L'AFFONDO DI BOSSI

Il Senatùr contro i prof del Sud
E sembra citare la tesina del figlio

Forse sono solo coincidenze, ma il leader fa un esempio che sembra riferirsi al figlio Renzo, bocciato alla maturità. Il rettore dell'Istituto: "La tesi sul Cattaneo non c'entra"

Roma, 21 luglio 2008 - Il gestaccio all'inno di Mameli non bastava: nel suo comizio il Senatur se l'è presa anche con gli insegnanti meridionali che lavorano al nord: "I nostri studenti sono disorientati - spiega - non sanno più cosa significa il rispetto delle istituzioni. Hanno bisogno di essere guidati dal nostro segretario e dai professori del Nord".



''Non possiamo lasciare martoriare i nostri figli - attacca in particolare il senatur - da gente (i professori ndr) che non viene dal nord. Il problema della scuola e' molto sentito perche' tocca tutta la famiglia''. ''La Padania - ha aggiunto Bossi - ormai e' nel cuore di tutti. Noi ai bambini insegniamo fin da quando nascono che non siamo schiavi e non lo siamo mai stati''.





CATTANEO E LA TESINA DEL FIGLIO

Coincidenze. Umberto Bossi non ha fornito ulteriori dettagli ma, quando ha attaccato i professori del Sud che tolgono il lavoro a quelli del Sud, ha citato anche l'episodio di uno dei nostri stangato perchè ha presentato una tesina su Cattaneo. Niente nomi e niente cognomi, salvo quello del nume tutelare del federalismo lumbard.



La coincidenza è che Renzo Bossi, figlio del leader leghista, pochi giorni fa è stato bocciato alla maturità scientifica: "La valorizzazione romantica dell'appartenenza e delle identità", era il titolo della tesina presentata, ispirata proprio al pensiero di Cattaneo, come lo stesso Renzo Bossi aveva confermato ai quotidiani locali.


Fermo restando che quel giovane 'stangatò evocato oggi potrebbe essere chiunque altro, è il rettore del Bentivoglio di Tradate, l'istituto religioso presso il quale il figlio di Bossi ha sostenuto da privatista l'esame di maturità scientifica, a chiarire che comunque, nel caso del maturando Bossi, quella tesina non ha creato problemi ideologici. E che le commissioni d'esame non hanno colore, nè politico nè regionale.


"Allora, come per tutti i privatisti - spiega don Gaetano Caracciolo - l'esame di maturità si compone di un tema, un compito di matematica, un test su quattro materie e poi c'è l'orale, del quale fa parte la tesina che ne è l'introduzione". Appunto, la tesina: "Non conosco il dettaglio di quella prova d'esame ma comunque il punteggio dell'orale, di cui fa parte la tesina e solo come avvio del colloquio, pesa per 35 punti rispetto ai 45 delle altre prove".



Come a dire che anche una tesina eccellente non può ribaltare eventuali altre defaillance. Per curiosità, come era composta quella commissione d'esame? Neanche don Gaetano entra in dettagli ma spiega che "è composta da 3 docenti interni, tre esterni e un presidente, esterno anch'egli. Se proprio ci tenete, i tre interni sono settentrionali mentre per il resto - dice con un filo d'ironia - la composizione è mista in tutti i sensi, ma i professori - e qui la voce del religioso torna seria - non hanno regione nè parte politica. Fanno il loro lavoro di educatori. E questo lo sa anche ogni cuore di papà".


LA GELMINI: HA RAGIONE

Gli attacchi del leader della Lega Nord Umberto Bossi agli insegnanti del Sud? "Sappiamo che usa toni coloriti, è il suo modo di comunicare. Non intendo commentarli. Ma al netto di quei termini coloriti c'è del vero". Così, intervistata dal Corriere della Sera, il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Mariastella Gelmini interviene sulle polemiche per la frase del senatur.


Per il ministro c'è del vero in quanto "oggi l'archetipo organizzativo dell'istruzione è quello degli anni '70: non può più funzionare, nè al Nord nè al Sud. Si parla tanto di autonomia scolastica ma in realtà questa nei fatti non esiste".


"Gli istituti - prosegue - devono essere collegati al proprio territorio, alle sue esigenze produttive ed economiche: il vero problema della scuola italiana non è tanto la riforma dei programmi, ma la mancanza di autonomia delle scuole, lo schema organizzativo fondato sulla centralità del ministero e delle sue circolari".


"Non ne farei una questione di provenienza, come Bossi. Io dico solo, per restare in tema, che c'è un problema di eccessiva mobilità dei professori che - conclude Gelmini - influisce negativamente sull'apprendimento degli studenti".
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