Studiare è glorioso

Rassegna Stampa e News su Scuola, Università, Formazione, Reti e Nuove Tecnologie

Studiare è glorioso

Messaggiodi edscuola » 9 giugno 2008, 12:39

da LASTAMPA.it

Studiare è glorioso


Comincia il momento più importante dell'anno per la Cina, il gao kao, l'esame per entrare all'università, il momento in cui si decide il destino di milioni di ragazzi e di famiglie


di Francesco Sisci
PECHINO: Yu Xijie, 18 anni, praticamente non dorme più da tre mesi. I genitori, la assistono, le chiedono, la pregano di riposare. La madre la imbocca come faceva quando era piccola, con dei ravioli ripieni di carne e verdura, sostanziosi, nutritivi.

Lei storce la bocca, la apre per un mezzo boccone, appena quanto basta per non levare gli occhi dai libri, per non perdere la concentrazione e non lasciare sfuggire questa occasione che, lo sa, è unica nella sua vita, di entrare in una buona università e di lì cominciare, fare carriera, avere un futuro e una dignità per sé e i suoi figli.

Yu Xijie sa che lunedì prossimo, insieme ad altri 10,5 milioni di ragazzi, affronta l’esame della vita, il gao kao, il complicatissimo e imparziale test di ammissione all’università. Chi lo supera e va in un buon ateneo ed entra in traiettoria per fare qualunque cosa in Cina. Chi è bocciato, ahilui, entra nella serie B della vita.

Il sistema è antico e provato, e gli stessi alti dirigenti cinesi lo incarnano. Hu Jintao, l’attuale presidente, cominciava da sotto zero, veniva da una delle famiglie peggiori per il nuovo stato comunista, il padre non era operaio o contadino o rivoluzionario, era mercante di te. Ma lui superò gli esami per la migliore università scientifica della Cina, Qinghua, era il primo della classe e da lì cominciò la sua fortuna.

Il presente poi è solo la continuazione del passato antico, in un Paese dove da secoli la schiatta conta meno dell’intelligenza sul campo: il migliore primo ministro viene dai lombi di un contadino, dicono i vecchi cinesi.

Così oggi come ieri i giovani cinesi si ammazzano di studio. I presidi dei licei hanno un problema comune: come fare riposare i ragazzi. “Chiudiamo le luci alle 10 di sera, ma i ragazzi studiano sotto le coperte con le pile, per non farsi scoprire,” dice sconsolato e orgoglioso un professore della scuola media n. 13 di Pechino.

Alcune scuole hanno messo limiti al peso dello zainetto, per impedire ai giovani di ingobbirsi sotto il peso dei troppi libri, hanno imposto ore di ginnastica obbligatoria. Già alle elementari insegnano ai bambini un quarto d’ora di ginnastica per gli occhi, per aiutarli contro il rischio della miopia per la troppa lettura.

Ma non c’è salvezza, la Cina è enorme, le università poche, e quelle buone, di livello, ancora di meno. È una scala che si sale solo con tanta bravura e dedizione.

Ed è una tortura di studio per i ragazzi, e ancora di più per i genitori che vedono tutto il sacrificio. Chi ha i mezzi, e ora sono sempre di più, cerca di salvare il figlio mandandolo a studiare per il liceo all’estero, dove la pressione è minore e il posto all’università quasi sempre assicurato.

Ma si entra in una graduatoria a parte. Nella selettivissima Cina va bene andare all’estero per un master o un Ph.D. ma se l’università non è cinese si rischia di essere messi da un lato: il denaro dei genitori non vale quanto la bravura di un ragazzo delle campagne del Jiangxi (40 milioni di abitanti) che ha vinto uno dei 17 posti all’anno disponibili per la sua provincia a Qinghua.

In fondo è forse tutto qui: essere secchioni è glorioso e dà successo.

E chissà se hanno ragione da loro o da noi dove gli esami si superano con bignamini o Cepu, dove "selezione meritocratica" sembra un insulto, la cultura fa male alla testa e alla pancia, e quello che era l'ultimo della classe magari finisce promosso dirigente.
edscuola
Site Admin
 
Messaggi: 19822
Iscritto il: 3 ottobre 2007, 11:30

Torna a Educazione&Scuola© - Rassegna Stampa

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 28 ospiti

cron