da Repubblica
"Caro ministro non mandi in pensione la nostra maestra"
MARINA CAVALLIERI
ROMA - È una paginetta fitta, scritta con ordine, quella che gli alunni della quarta A della scuola Piaget di Roma hanno inviato al ministro. È una lettera molto educata, i ragazzi si scusano per il disturbo, non vorrebbero dare fastidio, per così poco fare rumore. «Egregio ministro della Pubblica istruzione, vorremmo informarla che la nostra maestra di Italiano, storia, geografia, immagine, musica, l´anno prossimo deve andare in pensione...». Deve, per legge, ma loro vorrebbero che rimanesse almeno un altro anno, uno solo, lo sanno che non si può, ma sono qui proprio per questo, per chiedere una proroga, un piccolissimo favore.
La maestra Gisella Donati, settant´anni a giugno, è una delle docenti in servizio più anziane d´Italia. Forse la più anziana. Ha insegnato per molti anni ma ora, per uno strano destino, le chiedono di rimanere ancora. Ed è forse tra le poche a cui non dispiacerebbe. In una scuola dove le maestre over 60 sono circa il 6/7 per cento - circa 6 mila nella scuola d´infanzia, più di 14 mila nella primaria - e dove molte vogliono andarsene, affaticate da troppi alunni, stanche di tante riforme.
In una scuola così, è arrivata una lettera. «Sì, lo so che hanno scritto questa lettera, vorrebbero che rimanessi un altro anno solo per finire il ciclo, che facessi con loro anche la quinta, se me ne andassi lo sentirebbero come un tradimento. Le insegnanti di matematica sono cambiate continuamente, solo io sono un punto di riferimento». La maestra Gisella è di quelle che con i bambini non si stancano mai, che quando gli alunni si sposano la vogliono al loro matrimonio e quando fanno il loro primo concerto le mandano l´invito «... devo andare a sentire un mio ex alunno all´Auditorium proprio stasera...». La maestra Gisella è un´insegnante di una volta che sa capire quando i tempi cambiano: «Stiamo preparando una recita sul tema dei sentimenti, abbiamo messo insieme Giulietta e Romeo con "High school music"».
È l´ultima recita poi andrà in pensione. «Quando ho iniziato a lavorare mio padre e mio marito non volevano, preferivano che rimanessi a casa per la famiglia ma poi ho insistito e così ho potuto insegnare. Ho iniziato con 7 mila lire e loro mi dicevano "te ne diamo 14 se stai a casa". Il fatto è che mi piace il rapporto con i bambini, faccio 5 ore e quando torno a casa non sono stanca. Anche oggi che gli alunni sono più vivaci, più intolleranti alle regole. Loro, i bambini, alla fine non sono molto cambiati». Trentacinque anni, tanti alunni sono passati e a giugno la campanella avverte che il tempo è scaduto.
Dice la mamma di Elisa: «Le altre maestre sono cambiate continuamente, non solo nella loro classe. Sarebbe importante che almeno la maestra d´italiano rimanesse fino alla fine del ciclo. Se continua così manderò le bambine alla scuola privata». Gli esperti però dicono che la maestra Gisella non potrà restare, che non si può fare nulla, c´è una legge dello Stato. Rimane la lettera ordinata, senza neanche un errore della quarta A: «La preghiamo, signor ministro.... ».