da LASTAMPA.it
Contro il bullismo torna il 7 in condotta
I Consigli di classe potranno escludere studenti dagli scrutini
ROMA
È solo questione di giorni: poi le modifiche della disciplina vigente in materia di statuto degli studenti frequentanti le scuole medie e superiori, che introducono sanzioni più pesanti per studenti bulli e vandali, diventeranno legge dello Stato.
L’inasprimento delle punizioni - che prevedono il superamento dell’attuale limite di sospensione dalle lezioni di soli 15 giorni - hanno già ottenuto l’approvazione del Consiglio di Stato e del Consiglio nazionale della pubblica istruzione: venerdì le modifiche sono giunte al Consiglio dei ministri.
Tutto fa supporre, considerata la scontata approvazione anche in sede parlamentare, che al massimo entro qualche settimana le nuove regole saranno già applicabili dalle scuole. Gli istituti non dovranno tuttavia solo attenersi alla mera esecuzione delle indicazioni ministeriali, ma saranno chiamati a formulare un regolamento interno: ogni scuola attuerà il suo sulla base delle necessità e delle situazioni degli ultimi anni.
L’unica indicazione da cui non si potrà prescindere, qualsiasi sia il procedimento punitivo scelto dalla scuola, è che le punizioni verranno sempre conferite collegialmente: a livello di Consiglio di classe nei casi di episodi cagionati da studenti isolati; a livello di Consiglio d’istituto qualora gli studenti fossero tanti e appartenenti a classi diverse.
A loro spetterà decidere come attuare il nuovo regolamento, ideato dal ministro Giuseppe Fioroni all’indomani dell’escalation di episodi di bullismo dello scorso anno scolastico, sugli studenti che produrranno atteggiamenti particolarmente «lesivi della dignità dei compagni e degli stessi insegnanti»: l’arma in più che avranno i docenti sarà quella che nei casi peggiori potranno optare anche per la sospensione dello studente per l’intero anno scolastico.
Oltre all’allontanamento forzato fino a giugno si potrebbe poi prevedere l’esclusione dello studente dallo scrutinio finale. Una sorta di reintegro del sette in condotta che da più parti veniva invocato proprio per porre un freno all’imperversare dei comportamenti non leciti.
Il ministero della Pubblica Istruzione, del resto, doveva trovare una soluzione: secondo le ultime stime ufficiali almeno uno studente su tre è stato vittima almeno una volta di atti di bullismo e non si contano più i filmati violenti o di cattivo gusto registrati in classe attraverso telefonini e riversati sui siti internet.
Le punizioni decretate dai docenti saranno comunque impugnabili: gli studenti, avvalendosi anche del supporto della famiglia, gli studenti si potranno appellare all’organo di garanzia della scuola. Un organo che, essendo costituito da rappresentanti dei genitori e degli alunni oltre che da insegnanti e dirigente scolastico, garantirà un giudizio super partes e scevro da condizionamenti.
In ogni caso, lo studente però non verrà mai cacciato da scuola e abbandonato a se stesso: la linea intrapresa da viale Trastevere sarà quella del suo recupero attraverso la frequentazione obbligatoria di corsi di recupero organizzati dalla stessa scuola. Del resto il ministro Fioroni ha sempre sostenuto che per superare la piaga della violenza scolastica è indispensabile attuare «un forte impegno dove ciascun cittadino italiano - genitori, studenti e docenti - faccia la propria parte».
E nel regolamento, non a caso, è previsto che il recupero formativo si attui coinvolgendo famiglie, servizi sociali e in casi limite anche l’autorità giudiziaria: i corsi potranno così essere non solo di natura scolastica ma anche sociale e culturale.