Esame di terza media nel caos rivolta contro la prova a quiz

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Esame di terza media nel caos rivolta contro la prova a quiz

Messaggiodi edscuola » 9 maggio 2008, 9:17

da Repubblica

Esame di terza media nel caos rivolta contro la prova a quiz
TIZIANA CATENAZZO

All´esame di terza media una quinta prova dopo quella di italiano, matematica, inglese e francese? I professori non la vogliono far eseguire ai loro allievi, e anche i genitori si dicono contrari. Torino pare pronta a disobbedire in pieno alle direttive ministeriali: il 27 giugno prossimo, le due ore di tempo per rispondere a domande aperte e chiuse di italiano e matematica salteranno? «Noi docenti siamo ridotti a meri esecutori, non c´è nulla di educativo in una prova del genere. Dobbiamo solo consegnare in busta chiusa un questionario già predisposto dal ministero, con tanto di griglia di correzione – lamenta Giorgio Miglietta, 61 anni, da 38 professore di matematica e scienze alle medie – Basta pensare che alla maturità c´è una commissione esaminatrice che guida, giudica e ‘fa crescere´ gli studenti, e il colloquio finale è un momento in cui si aiuta lo studente a fare emergere al meglio le proprie conoscenze e abilità. Noi delle medie probabilmente siamo considerati meno di niente». Anche Anna Della Piana e Sonia Biggi non ci stanno: «Fra noi colleghi siamo quasi tutti d´accordo, avremo assemblea la prossima settimana per esprimere formalmente la nostra contrarietà. Speriamo che il nostro preside ne prenda atto e ci sostenga». La circolare che impone la prova gestita dall´istituto per la valutazione del sistema scolastico Invalsi non permette ai docenti di intervenire sul contenuto, né sul merito né sulla valutazione della prova. Sefora Benedetto, docente di lettere a Torino da 21 anni, si sta facendo portavoce della protesta: "Stiamo organizzando una raccolta di firme, anche se i tempi ormai sono ristretti. E´ vergognoso questo modo di agire ‘contro´ la scuola: avevano già provato senza successo ad introdurre, anche in Italia, una prova "oggettiva": il problema è che questi test non misurano adeguatamente la preparazione degli studenti ma producono il solo, pessimo, risultato di stilare una graduatoria tra le scuole e tra i docenti». A raccogliere dal basso le fila della bocciatura, i Cobas della scuola: «Non solo l´Invalsi è screditato, ma c´è un contenzioso aperto. Agli insegnanti che si sono rifiutati di utilizzare le prove Invalsi, o che hanno impugnato l´ordine di servizio, ancora non sono arrivate tutte le risposte. Quelle arrivate hanno dato ragione ai docenti e le sanzioni sono state annullate – ha spiegato Pino Iaria – noi stiamo perciò organizzando assemblee di zona per chiedere il ritiro della prova nazionale, per difendere la professionalità docente, le scelte didattiche e criteri di valutazione, per difendere soprattutto gli esiti raggiunti dagli alunni che siano frutto della realizzazione dei percorsi didattici costruiti sui loro bisogni formativi". I presidi per il momento preferiscono non prendere posizione: «La nostra dirigente si è limitata ad ammettere che il test può produrre effetti negativi, perché sollecita ragazzi e docenti ad adeguarsi a contenuti e metodologie didattiche al solo fine di superare i test" aggiungono Vanda Amato e Silvio Coccia, colleghi in una media della Colletta "ma certo ci saremmo aspettati di più».
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