da Tecnica della Scuola
Gelmini quasi certa, in forse il viceministero ad Aprea
di R.P.
Si fa complicata la distribuzione degli incarichi politici per il Ministero dell'Istruzione. Pochi dubbi su MariaStella Gelmini, per Valentina Aprea si profila la presidenza della Commissione Istruzione. Assunzione dei precari primo nodo da risolvere. Ma forse non si andrà al di là delle 20mila immissioni in ruolo.
La definizione dell’organigramma dell’assetto del Ministero della Pubblica Istruzione sta andando a rilento.
Fino a poche ore l’assegnazione degli incarichi sembrava cosa fatta: Mariastella Gelmini titolare del Dicastero, Valentina Aprea e Guseppe Valditara rispettivamente viceministri all’Istruzione e all’Università.
Ma non è detto che la soluzione sia soddisfacente per tutti.
I problemi potrebbero nascere dal fatto che Aprea e Valditara chiedano (leggitimamente e comprensibilmente dal loro punto di vista) di avere una delega ampia sui settori di competenza; dall’altro lato il premier potrebbe essere in difficoltà ad aumentare eccessivamente il numero di viceministri con delega ampia: la stessa richiesta potrebbe essere avanzata anche da altri dicasteri, con il risultato di vanificare di fatto il tentativo di tenere sotto controllo il numero complessivo dei componenti del Governo.
A questo punto i due candidati al posto di viceministro potrebbero preferire la presidenza delle commissioni parlamentari (Aprea è deputato della Camera, mentre Valditara è senatore).
Mariastella Gelmini potrebbe così essere affiancata da due sottosegretari scelti fra parlamentari di minore notorietà.
A quel punto il percorso del nuovo Ministro potrebbe iniziare in salita anche perché in rete molti siti hanno già aperto le ostilità evidenziando che agli inizi del mese di febbraio l’onorevole Gelmini aveva presentato un disegno di legge "per la promozione e l'attuazione del merito nella società, nell'economia, nella pubbica amministrazione".
Per la verità il disegno di legge in questione sembra più una “prova tecnica” (peraltro il testo risulta depositato quando la legislatura era ormai virtualmente conclusa) che non un vero e proprio documento su cui aprire un dibattito politico.
Intanto crescono le attese di ampi settori del mondo della scuola sulle risposte che il nuovo Ministro riuscirà a dare ai problemi sul tappeto.
Nei giorni scorsi abbiamo formulato una ipotesi su come potrebbe evolvere la questione delle Indicazioni per il primo ciclo di istruzione.
Quanto al problema del precariato è molto difficile che il nuovo Ministro possa dare una risposta immediata alle richieste sindacali e delle organizzazioni di base dei precari (50mila assunzioni di docenti già da subito).
Ancora fino a poche ore fa le notizie provenienti dal Ministero dell’Economia erano poco rassicuranti: facendo un grande sforzo, facevano sapere i tecnici di via XX Settembre, si potrebbe arrivare al massimo a 20-25 mila assunzioni.
La spiegazione ? Il numero dei pensionamenti è stato quest’anno largamente inferiore alle attese e non bisogna dimenticare che la legge finanziaria prevede anche una ulteriore riduzione degli organici che si ripercuote ovviamente sul numero di posti disponibili per le immissioni in ruolo.
Oltretutto il nuovo Governo avrà pochissimo tempo a disposizione per risolvere il problema (il decreto per le immissioni in ruolo necessità di tempi tecnici per essere perfezionato, senza contare il fatto che deve essere vistato dalla Corte dei Conti).
L’alternativa potrebbe essere quella di effettuare le immissioni in ruolo ad anno scolastico già iniziato, con le ben note conseguenze (“girandole” di supplenti per almeno un paio di mesi e così via)
Secondo una ipotesi più plausibile l'operazione potrebbe essere fatta con più calma, facendo però decorrere i provvedimenti dal 1° settembre 2008.
Ma sui numeri non dovrebbero esserci troppi dubbi: i precari beneficiari del decreto non andranno molto al di là delle 20mila unità.