da Tuttoscuola
Quadro strategico nazionale: quando l'asilo non può attendere
Il Sole 24 Ore di oggi riporta i dati del ritardo che stanno accumulando le regioni del Mezzogiorno nell'attuazione del Quadro strategico nazionale (QSN) sulle politiche sociali adottate dalle amministrazioni locali.
Nessuno degli otto enti individuati dal bando del Ministero dello Sviluppo economico (Dipartimento per le politiche di sviluppo) - Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna - è vicino agli obiettivi indicati dal QSN, con l'obiettivo finale di aumentare i servizi di cura alla persona e di alleggerire i carichi familiari.
Due dei tre parametri stabiliti dal Dipartimento per misurare il raggiungimento degli obiettivi da parte delle otto regioni meridionali riguardano il mondo della scuola: si chiede ai Comuni di attivare servizi per l'infanzia nel 35% dei territori amministrati (la percentuale attuale è ferma al 21,1%), e di portare al 12% la percentuale dei bambini fino ai 3 anni che fruiscono di questi servizi (qui la percentuale si attesta al 4,2%).
Le Regioni che non dovessero raggiungere gli obiettivi del QSN avrebbero, come ulteriore danno, la mancata erogazione di un bonus da 750 milioni di euro a beneficio di chi taglierà il traguardo indicato dal Ministero entro il 2013, anno di scadenza del Quadro.
Il quotidiano di Confindustria riporta anche i dati percentuali delle Regioni, in cui i Comuni hanno attivato servizi per l'infanzia. Guida la classifica la Sicilia con il 33,1%, contro la media italiana del 39,1%. Segue la Campania, a quota 30,5% e la Puglia al 24%. In quarta posizione c'è l'Abruzzo, dove il 23,6% dei Comuni ha attivato servizi. Peggio fanno la Basilicata (16,8%), la Sardegna (14,9%) e la Calabria (6,6%). La maglia nera va al Molise, dove solo il 2,2% dei Comuni hanno attivato strutture per l'infanzia.
Per quello che riguarda la quota dei bambini che fruiscono di questi servizi, la classifica è guidata dalla Sardegna, con il 10%, a fronte di una media nazionale dell'11,3%. Secondo posto per l'Abruzzo con il 6,7% e terzo per la Sicilia con il 6%. Seguono Basilicata (5,1%), Puglia (4,8%), Molise (3,2 %), Calabria (2%) e Campania (1,5%).