Ma la rinuncia di Formigoni non sarà senza conseguenze

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Ma la rinuncia di Formigoni non sarà senza conseguenze

Messaggiodi edscuola » 28 aprile 2008, 18:03

da Tuttoscuola

Ma la rinuncia di Formigoni non sarà senza conseguenze

Tutto lascia ritenere che Roberto Formigoni resterà alla guida della regione Lombardia, dopo essere stato in predicato per un incarico ministeriale o istituzionale di rilievo a Roma.

La cosa potrebbe non essere priva di conseguenze anche per il settore delle politiche educative perché il trasloco di Formigoni nella capitale, soprattutto se fosse andata in porto la sua nomina a ministro dell'istruzione, avrebbe probabilmente comportato una attenuazione della linea di forte affermazione dell'autonomia delle regioni nei confronti dello Stato finora perseguita con ferrea determinazione proprio dalla Lombardia.

D'altra parte qualcosa di analogo era accaduto anche nella XV legislatura con il passaggio di Mariangela Bastico dal ruolo di combattivo e "anticentralista" assessore regionale all'istruzione della regione Emilia-Romagna, a quello di viceministro dell'istruzione, più attento alla ricerca delle mediazioni tra centro e periferia.

Il contraccolpo del mancato arrivo di Formigoni a Roma potrebbe ora prendere la forma, al contrario, di una accentuazione della linea autonomistica della regione Lombardia, favorita anche dal successo della Lega nelle elezioni del 13-14 aprile. Anche in mancanza di una legge di revisione costituzionale, potrebbe forse riprendere forza la linea del federalismo differenziato previsto dall'art. 116 della Costituzione che configura "Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell'art. 117...possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della regione interessata...". La legge regionale lombarda in materia, approvata nel luglio 2007 con l'astensione di DS e Margherita (ora PD), è già ispirata per il settore istruzione e formazione professionale (di competenza esclusiva delle regioni) ad una avanzata interpretazione del Titolo V della Costituzione, con qualche sconfinamento - prontamente contestato davanti alla Corte Costituzionale dal Ministero della pubblica istruzione - nel settore istruzione che, come è noto, rientra solo nella potestà legislativa concorrente delle Regioni.
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