da LASTAMPA.it
La scuola dove picchiano i prof
Gli episodi si sono svolti nel quartiere palermitano di Ballarò
In una media di Palermo preside e vice colpiti alla testa dagli studenti
MONICA CERAVOLO
PALERMO
Studenti di una scuola media che aggrediscono i professori a Palermo. Una preside raggiunta da una gomitata di un ragazzino. Il suo vice finito in ospedale con la testa rotta dopo essere stato colpito da una sedia lanciata da un alunno. Un’insegnante costretta in malattia per una settimana dopo una spallata e una collega scaraventata a terra.
Sono scene di violenza che vengono registrate nella scuola media «Verga» che si trova nei pressi del mercato del quartiere popolare di Ballarò. L’istituto è stato segnato negli ultimi anni da atti di bullismo, per i quali è stato necessario far intervenire ambulanze e polizia.
«Non è solo colpa loro, né soltanto dei genitori - dice la preside Rosa Maria Rizzo - vivono in contesti difficili e in fondo dietro la violenza c’è un bisogno, una richiesta d’aiuto, ai quali non si risponde con punizioni o sospensioni. Occorre qualcosa di più, un’azione massiccia delle istituzioni sul territorio, a favore delle famiglie».
La preside è a Palermo, in questa scuola «in prima linea», da tre anni, e assieme ai suoi collaboratori sta facendo di tutto per aiutare questi ragazzi, con strumenti che vanno oltre il tradizionale insegnamento. Grazie a laboratori, biblioteca, forme di integrazione e di coinvolgimento dei genitori, si tenta di far comprendere che la violenza non paga. Nel frattempo, andare avanti non è facile, quando basta a volte solo un rimprovero per scatenare la reazione stizzita di un allievo che reagisce con una gomitata o un calcio all’insegnante.
Il vice preside Andrea Vanella, che nelle scorse settimane è finito al pronto soccorso in ambulanza per farsi suturare la testa colpita da una sedia durante una lite tra scolari, si dice più motivato che mai: «Questo è il lavoro e questo è il luogo che ho scelto. Non ci sono solo i momenti difficili, ma anche grandi soddisfazioni, ragazzi con tanta voglia di apprendere, altri che hanno bisogno di essere ascoltati e che una molla dentro di loro sia fatta scattare perché riescano a vedere altro, a volere di più per se stessi e per la propria vita».
Sulla vicenda interviene l’assessore comunale alla Pubblica istruzione, Marcello Caruso, il quale assieme al provveditore Rosario Leone concorderà con il dirigente scolastico strumenti e interventi adeguati. «Sarò alla scuola Verga - dice Caruso - per manifestare a preside e docenti tutta la mia solidarietà e per testimoniare la vicinanza delle istituzioni in un momento difficile per la scuola».
Sulle aggressioni subite dai docenti e dalla preside, la polizia non ha aperto un’indagine. «I miei colleghi - spiega Rosamaria Rizzo - non hanno voluto presentare denuncia e l’ultima volta ci siamo limitati a chiamare gli agenti perché provassero a calmare lo studente coinvolto. Il ragazzo si è tranquillizzato e tutto è finito lì».
A carico dei protagonisti delle aggressioni è stato avviato un procedimento disciplinare che però nell’istituto comprensivo palermitano ha caratteristiche del tutto particolari. «La sospensione - spiega Rizzo - deve essere l’ultima spiaggia, perché allontanare gli alunni dalla scuola significa riconsegnarli, spesso, a situazioni di degrado e violenza». La soluzione escogitata dalla preside e dall’Osservatorio Centrostorico, a cui fanno capo 14 scuole cittadine, è quella del «contratto formativo».
Agli studenti indisciplinati, cioè, la Rizzo fa firmare un impegno, che viene poi sottoscritto anche dalle famiglie e da due psicopedagogiste. L’allievo si impegna a tenere comportamenti riparatori che hanno attinenza con i comportamenti scorretti da sanzionare: ripulire il giardino della scuola, dipingere le pareti, riparare gli oggetti danneggiati.