da l'Unità.it
Studenti in piazza, Fioroni: «L'esame gioverà a loro»
Cinquantamila studenti in tutta Italia hanno partecipato ai cortei di protesta in 47 capoluoghi di provincia. I numeri vengono dalla polizia di Stato. Secondo i dati forniti dalle forze dell'ordine, il picco della partecipazione si è avuto a Milano, con 5mila studenti in piazza.
A Roma, «Fioroni ce le paghi tu le ripetizioni», è uno degli striscioni che hanno sfilato durante la manifestazione degli studenti medi e universitari che da piazza della Repubblica si è spostato fino all'università "La Sapienza". «Fioroni rimandato a settembre», un'altra delle frasi scritte dai ragazzi che bocciano sonoramente il provvedimento sugli esami di riparazione e chiedono, in buona sostanza, che sia rivisto. E poi, ancora, «chi non salta fioroni è...» e, stavolta contro la gestione dello scandalo dei test da parte del ministro dell'Università, Fabio Mussi, «papà, mi compri il test?».
Insomma ce ne sarebbe abbastanza per dire che la sinistra dei giovani si sta ribellando al governo "amico"? Ma c'è chi abbassa i toni: «In verità - spiega Andrea Pacella, della Sinistra giovanile - il nostro non è un secco "no" all'esecutivo, ma una richiesta di dialogo, la nostra è una piattaforma interlocutoria, siamo certi che Fioroni ascolterà le nostre ragioni e aprirà un dibattito anche sul decreto che riforma il recupero dei debiti».
«Ma quali bamboccioni?». Ancora brucia agli studenti l'epiteto che Tommaso Padoa Schioppa, ministro dell'Economia, qualche giorno, fa ha usato per descrivere i giovani italiani che non se ne vanno di casa. «Bamboccione sarà lui - tuonano i ragazzi in corteo - che non ci garantisce il diritto allo studio e ci condanna alla precarietà.
«Oggi siamo veramente tanti, e non siamo uno dei venti dell'anti-politica - dice Roberto Iovino dell'Unione degli studenti - ma giovani che chiedono certezze per il futuro e il futuro parte dalla scuola, che oggi è precaria perché precari sono gli edifici, perché la maturità e la laurea si prendono a punti con il sistema dei crediti. Vogliamo - prosegue - un sistema che garantisca gli stessi diritti a tutti, ma manca una legge nazionale».
«Non posso chiedere ai ragazzi di condividere tutto, ma chiedo di darmi la disponibilità a ripensarci magari quando cercheranno un lavoro», dice il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, intervenendo dopo i cortei che ci sono stati in 130 piazze italiane per protestare contro il ritorno degli esami di riparazione.
«La finalità dell'obbligo di saldare i debiti formativi è nel loro stesso e unico interesse», spiega il ministro, «una scuola seria, che prepara, che valorizza il merito di chi si applica è lo strumento con il quale dare a tutti la possibilità di diventare la futura classe dirigente del Paese». Per fioroni, se la scuola «non è ancora un ascensore sociale questo è anche dovuto al fatto che le fragilità economiche e familiari pesano molto sul rendimento».
La scuola, prosegue, «deve consentire il recupero di ogni svantaggio, perché la povertà di sapere e competenze di oggi non diventi povertà sociale ed economica domani». Mercoledì prossimo Fioroni incontrerà il forum delle associazioni studentesche. Oltre ai temi del diritto allo studio, dell'eccellenza e del merito, «chiariremo - assicura il ministro - anche le preoccupazioni esposte dagli studenti perché abbiano certezza che la scuola garantirà i corsi e che la valutazione finale del superamento delle lacune spetta al consiglio di classe che valuta lo studente nel suo complesso e nel suo percorso di impegno». ma, ripete Fioroni, «una scuola che formi e prepari seriamente i nostri studenti è un dovere nei loro confronti, oltre che un obbligo costituzionale».
La risposta del ministro della Pubblica istruzione alle contestazioni di venerdì è «generica e superficiale», è il commento dell'Unione degli studenti (Uds), una delle associazioni organizzatrici delle contestazioni. «Chiediamo al ministro di rispondere sulla costruzione immediata di una nuova legge nazionale sul diritto allo studio, maggiori investimenti sulla scuola pubblica e sulle modifiche che abbiamo chiesto al decreto sul recupero dei debiti», dicono dall'Uds. «Abbiamo mostrato tutta la nostra disponibilità a dare un contributo per modificare le metodologie di recupero dei debiti ma il ministro fioroni ci nega la sua - prosegue Valentina Giorda, portavoce dell'associazione - chiediamo anche al Primo ministro Prodi di rispondere alle nostre richieste sui maggiori fondi da destinare in finanziaria per scuola e università».
Mercoledì, intanto, è previsto un incontro con il ministro che per l'Uds «rappresenta di fatto un ultimatum per concentrare l'attenzione sulle nostre richieste, nel caso contrario saremo sin da subito pronti a scendere in piazza».
«Bisogna ascoltare le ragioni degli studenti scesi in corteo oggi in tutta italia», dichiara Pietro Folena (Prc), Presidente della Commissione cultura della Camera dei deputati. «Le manifestazioni chiedono al governo un'attenzione maggiore all'istruzione pubblica, che certo non merita alcun taglio, semmai al contrario maggiori investimenti.» spesso, prosegue Folena, «si ha la sensazione che la scuola sia trattata come una Cenerentola da chi è troppo preoccupato di rispettare i parametri economici e meno quelli sociali e culturali. senza soldi nella scuola, nell'università e nella ricerca- chiude- non c'è futuro per il paese. poi è inutile lamentarsi quando i cervelli fuggono all'estero».