Scuola, la protesta si fa continentale

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Scuola, la protesta si fa continentale

Messaggiodi edscuola » 14 novembre 2012, 9:20

da Repubblica.it

Scuola, la protesta si fa continentale
"Diritto al futuro e a un'altra Europa"

Continuano le mobilitazioni degli studenti contro i tagli all'istruzione pubblica. Domani lo sciopero generale, al quale aderirà la Cgil, che coinvolge anche lavoratori e disoccupati contro le politiche di austerity volute dall'Ue. Il 16 novembre la Notte bianca dell'Istruzione pubblica. E il 17 è la Giornata internazionale dello studente

di LINDA VARLESE

ROMA - Non solo scuola. O meglio. A partire dalla scuola. Il malcontento degli studenti e dei docenti si fa totale. E si unisce a quello dei lavoratori precari, dei disoccupati, di chi cerca politiche di welfare concrete. Diritto all'istruzione, a una formazione libera, alla crescita professionale, al lavoro, alla solidarietà. In una parola: diritto ad avere un futuro e un'altra Europa. Che li comprenda, secondo le promesse iniziali, e non li respinga con le politiche di austerity e di rigore.

Questi i messaggi che i comitati studenteschi, ma non solo, lanceranno nella manifestazione in programma domani, alla quale ha aderito anche la Cgil: uno sciopero generale di portata europea, in cui le piazze di Roma, Stoccolma, Atene, Madrid, Lisbona, ma anche Bucarest e Praga, si uniranno virtualmente a formare una catena umana di protesta contro "le politiche di austerity dell'Unione Europea, contro un'Europa senza democrazia e governata dai poteri forti", come scrive nel suo comunicato stampa l'Unione degli Studenti 1.

Ma sono i temi della scuola ad essere prioritari. Perché se è vero che dopo le ripetute rassicurazioni del ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, la commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento 2 del governo

che blocca l'incremento delle ore di lavoro degli insegnanti, mantenendole a 18, rimane ancora in ballo la questione del ddl 953 (ex Aprea) sulla riforma degli organi collegiali che permetterebbe l'ingresso ai privati e agli sponsor nei Consigli di autonomia (ex consigli di istituto) e che aumenterebbe il potere dei dirigenti scolastici, riducendo la partecipazione della rappresentanza studentesca.

Ma è tutta la politica italiana dei tagli alla scuola pubblica ad essere osteggiata da ragazzi e professori: "La mia scuola cade a pezzi e da anni mi dicono che non ci sono soldi per ristrutturarla", dice uno studente sul sito dell'Unione degli studenti. E un altro: "Studio in aule sovraffollate, con una didattica sempre peggiore a causa del blocco del turn over, pago tasse sempre più alte, mentre i servizi che ricevo sono sempre più scadenti". E un altro ancora: "Non sono uno studente, ma desidero studiare con tutto me stesso. Ho deciso di andare a fare l'apprendista per prendermi il diploma guadagnandomi da vivere. Voglio che anche per me studiare sia un diritto".

E se continuano proteste, manifestazioni e occupazioni in tutta Italia contro le politiche scolastiche (anche oggi ci sono cortei di studenti a Roma, Firenze, Napoli, Torino e alle 17.30 partirà a Roma la "Fiaccolata di resistenza per la scuola pubblica" che dal piazzale antistante la metro B Garbatella, lato Ostiense, arriverà fino a Porta San Paolo), da domani si apre una tre giorni di manifestazioni di ampio respiro: non solo lo sciopero europeo, ma anche la Notte Bianca dell'istruzione pubblica prevista per il 16 novembre, fino alla Giornata internazionale dello studente del 17.

Sono i sindacati studenteschi a mobilitarsi: "In un momento così importante - dicono dall'Unione degli universitari - abbiamo ritenuto fondamentale rafforzare sempre più la nostra rete europea di unioni studentesche e lanciare un appello per chiamare tutti gli studenti del continente in piazza il 14 e il 17 novembre". Lo slogan è chiaro e diretto: "Siamo il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo". Sul portale www.17novembre.it 3 tutte le iniziative che saranno organizzate in Europa dagli studenti.

E su Twitter è tam-tam: #14nRiseUp. L'hastag è già un programma. Il 14 novembre "solleviamoci", dicono gli utenti di Twitter. E lo dicono in tutte le lingue, perché lo sciopero coinvolgerà tante piazze europee: Roma, Atene, Madrid, Lisbona, Stoccolma, Bucarest e Praga. Le più martoriate dalla crisi economica, le più tartassate da tagli e tasse, le più influenzate dal dramma dell'occupazione, della crescita, dei licenziamenti. E infatti i motivi che invitano alla sollevazione di domani per gli utenti e le organizzazioni sindacali e studentesche europee sono tanti e i più diversi: "Contro la dittatura del capitale organizzazione e lotta" scrive Vicente. "Con il vostro gruppo, la vostra unione, il vostro partito, la bussola, la vostra ragazza o il vostro cane: #14nRiseUp e fermiamo il Paese!" twitta un portoghese. E ancora: "I sindacati ricevono il 70% in meno di sovvenzioni. È un caso che ci siano così tanti scioperi?" dice lo spagnolo Ismael. "Contro il lavoro precario, solleviamoci" chiede Solidaridad, un sindacato spagnolo dei lavoratori. E poi la solidarietà degli inglesi e la partecipazione degli abitanti di Bruxelles. "Per dire no all'austerità", ma anche "per fermare la guerra in Siria" e "per sostenere i lavoratori delle miniere sarde". Ci sono dentro tutti nello sciopero generale di domani e il passaparola sui social network si fa sempre più intenso. "Sosteniamo uno sciopero senza frontiere e di tutti. Perché sono i diritti ad essere di tutti" twitta Mistergave. "Vado alla manifestazione perché credo in un futuro migliore" dice Ana. Ed Elisa: "Perché la cultura, la formazione, la giustizia e la salute sono diritti di tutti i cittadini". E il greco Odyvid si augura che "sia una manifestazione pacifica. Sorridete nelle foto. Resistenza, non colpi di testa!".
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