Profumo, serve patto forte tra scuola e mondo delle aziende

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Profumo, serve patto forte tra scuola e mondo delle aziende

Messaggiodi edscuola » 13 novembre 2012, 16:38

da LASTAMPA.it


Profumo, serve un patto forte tra scuola e mondo delle aziende

Bisogna puntare sulla mobilità e dare agli studenti strumenti per competere

Un patto tra scuola e aziende per affrontare le nuove sfide che l’Europa in cambiamento chiede. A proporlo è il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, che ha parlato a Napoli nel corso della conferenza italo-tedesca “Lavorare insieme per l’occupazione dei giovani”.

Occorre «un patto forte tra scuola e sistemi di produzione e l’azienda. L’operatività nel sistema dell’orientamento - ha aggiunto - non può essere solo delle Istituzioni».

Tre sono i punti sui quali agire: trasferimento di esperienze e difficoltà degli studenti più grandi ai loro colleghi più giovani; partecipazione delle aziende perché molti ragazzi hanno un’idea astratta su cosa sarà dopo la scuola e il coinvolgimento della scuola.«Se non abbiamo questa terna abbiamo perso, sbagliato. Moltissimi ragazzi lasciano la scuola soprattutto perché hanno sbagliato la scelta della secondaria».

Dal ministro Profumo è poi arrivato un invito agli studenti affinché puntino di più sulla “mobilità” ossia smettere di pensare al momento in un’ottica “regionale o nazionale”. «Oggi la dimensione dell’Europa va oltre quella dei singoli Paesi - ha ribadito - bisogna lavorare con serietà per dare delle condizioni e delle opportunità ai nostri giovani».

«Anche il nostro Paese potrà avviare un processo diverso. Occorre - ha proseguito Profumo - dare agli studenti degli strumenti per competere sul mercato del lavoro». Qualche segnale, anche in Italia, si sta registrando: “Per la prima volta c’è un’inversione di tendenza, il 52% dei ragazzi risulta iscritto al istituti di formazione professionale e il 48% a quelli liceali, fino a qualche anno fa, il 60% si iscriveva agli istituti liceali e il 40% alle scuole professionali. E’ un piccolo segnale - ha concluso il ministro - ma importante».
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