da tuttoscuola.com
Candidature per il 'concorsone', soddisfazione di Profumo e Ugolini
"Sono soddisfatto, non c'erano concorsi per l'insegnamento dal 1999 e siamo riusciti ad avviarne uno nuovo in una fase così difficile". Così il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, a 'Repubblica’.
"Posso dire - prosegue - che ora possiamo selezionare gli insegnanti dei prossimi trent'anni con metodi moderni. Il concorso pubblico per docenti è un buon esempio di come lo Stato possa gestire una partita importante, dare fiducia ai cittadini". I test di preselezione si terranno nella settimana prima di Natale. "E la seconda prova e lo scritto sarà tra fine gennaio e inizio febbraio, poi l'orale". Il ministro sta anche lavorando ai nuovi concorsi: "Li stiamo semplificando".
Sulla stessa linea di pensiero del suo ministro, il sottosegretario all'Istruzione, Elena Ugolini, per la quale la scelta di bandire il 'concorsone’ per l'assunzione di nuovi insegnanti "è stato un atto di coraggio da parte del ministro Profumo" e anche "una scelta di responsabilità".
"Il numero deriva dal fatto che sono 13 anni che non si fa un concorso", segnala Ugolini, secondo la quale "il dato importante è che dal 1999 in Italia si era deciso di non bandire nuovi concorsi. In questi anni si è attinto sia dalle graduatorie ad esaurimento, dove sono ancora presenti 160.000 persone, sia dalle graduatorie dei vecchi concorsi". Ma "è un sistema sbagliato", sostiene il sottosegretario, come dimostrano "le 106.000 persone che si mettono in gioco" partecipando al concorso pur essendo nelle graduatorie ad esaurimento. "Vogliono accelerare i tempi - spiega Ugolini - perché non ne possono più di stare in graduatoria, dove si entra di ruolo quando ormai si hanno 40-50 anni".
Dunque, afferma il sottosegretario, "dobbiamo trovare un'altra strada per il reclutamento, ma la situazione è complicata e ci vuole tempo: non basta un singolo atto". Ugolini rivendica la scelta del concorso. "È stato un atto di coraggio quello del ministro Profumo - insiste il sottosegretario - se questa scelta fosse stata fatta fin dal 2001 ogni due anni, oggi avremmo avuto una situazione più normale. È stata una scelta di responsabilità, non avremmo potuto aspettare altri 10 anni".