A che ora c’è la lezione di spread?

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A che ora c’è la lezione di spread?

Messaggiodi edscuola » 5 novembre 2012, 9:31

da LASTAMPA.it

A che ora c’è la lezione di spread?

Si diffondono i corsi di economia per studenti di elementari e medie: “Si preparano al futuro”

sara ricotta voza

milano
«Perché non vanno alla Zecca per risolvere la crisi?»; «E se uno i soldi se li tiene in casa?»; «Ma perché quella banconota vale 500 euro se è un pezzo di carta?». «Lo spread? Più alto è peggio è, più basso è meglio è».

È un sabato mattina alla scuola Faes Monforte di Milano. La sala è piena di bambini e ragazzini dai 9 ai 13 anni, tutti scesi giù dal letto per andare a «lezione di crisi». Alcuni spinti dai genitori, altri da interesse proprio, tutti già immersi in quel vocabolario fatto di «spread», «rating», «default» che infesta i tigì e tante discussioni fra i genitori. Loro fanno le elementari e le medie, il professore che tiene la lezione insegna Finanza al Politecnico di Milano. Non sono abituati gli uni al linguaggio dell’altro e l’argomento non è dei più semplici. Però, a quanto pare, si capiscono.

«Ditemi il nome della prima azienda che vi viene in mente», chiede il professor Alessandro Giorgino. «L’Ilva», risponde Marco, 10 anni. «E che fa l’Ilva?», continua il professore, che forse si aspettava il nome di un caso aziendale più felice. «L’acciaio - risponde una ragazzina - ma ha problemi per come lo fa».

Essere bambini ai tempi della crisi vuol dire crescere con parole dell’economia che parlano più di ostacoli e di pericoli che di prospettive e opportunità. Parole che possono mettere paura, e la paura del futuro è la peggior zavorra non solo per i giovani ma per un Paese intero. Per questo il Politecnico di Milano, assieme alla rivista «Focus Junior», organizza lezioni come questa, nelle università, nelle scuole elementari e media.

«Quello che i bambini già sanno mi ha sorpreso in positivo - dice il professor Giorgino - specie perché nel nostro Paese la cultura finanziaria non è stata mai molto sviluppata. La mia generazione viveva in un contesto più semplice, si compravano titoli di Stato e lo si faceva in banca. La crisi ha fatto emergere cose nuove con cui i ragazzi devono confrontarsi».

Spread, rating, default: alla fine il messaggio è... «I messaggi sono due. Il primo è che siano consapevoli di essere i cittadini di domani e che è importante essere bene informati. Il secondo è il tema del risparmio. I bambini oggi sono abituati solo a “consumare” e non a “investire”. Se però spieghi loro che si mette da parte ora per avere qualcosa di più bello nel futuro, lo capiscono benissimo».

«La non conoscenza porta sempre paura e il nostro vuole essere un contributo a rendere i bambini più consapevoli e quindi meno paurosi nei confronti del futuro», spiega il rettore Giovanni Azzone, che per il 150° anniversario del politecnico milanese ha organizzato anche lezioni di robotica, nautica, urbanistica.

Quelle di economia hanno avuto un gran successo (200 bambini ogni volta) e cominciano a tenersi un po’ in tutta Italia, anche grazie al progetto di educazione finanziaria voluto dal ministro dell’Istruzione Profumo in collaborazione con la Banca d’Italia. Esperienze simili sono portate avanti anche dal consorzio Bancario Patti Chiari e dal Museo del Risparmio di Torino: «Noi offriamo percorsi didattici sulla moneta e sul risparmio - spiega la direttrice del Museo Giovanna Paladino -: il fine è farli riflettere sul valore del denaro».

Spiegare senza spaventarli, visto che molte conseguenze della crisi le vivono già sulla propria pelle: secondo l’ultimo rapporto Eurispes-Telefono Azzurro un bambino su quattro ha dichiarato che la propria famiglia è stata colpita dalla crisi e che papà e mamma sono diventati più nervosi. Ma, alla fine, i bambini capiranno o saranno solo più confusi? «Se io “traduco” la finanza in una storia fatta di elementi che sono propri del mondo in cui vivono, loro la capiscono e un giorno la ricollegheranno anche a definizioni più astratte», spiega Fabio Rondot, psicoterapeuta e autore di «Apprendere, istruzioni per l’uso» (Sonda). Capiranno anche lo spread? «Se io propongo un gioco che nessuno vuole fare e devo faticare per convincere gli amici, il mio spread sale...».
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