Permessi legge 104 per 529 mila lavoratori

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Permessi legge 104 per 529 mila lavoratori

Messaggiodi edscuola » 12 ottobre 2012, 8:38

da Il Redattore Sociale

Permessi legge 104 per 529 mila lavoratori: statali la usano 5 volte più dei privati
Tagli legge di stabilità. 725 milioni il costo per i 244 mila dipendenti pubblici che hanno fruito dei giorni di assenza per l’assistenza a congiunti disabili (il 7,4% contro l’1,43 dei privati). Al Sud record per la scuola. Incertezza sul risparmio
ROMA – Sono 529 mila i lavoratori italiani che, tra settore pubblico (244 mila) e privato (285 mila), usufruiscono dei benefici della legge 104/92, grazie ai quali ci si può assentare dal lavoro fino a tre giorni al mese per assistere i propri congiunti con disabilità certificata.
Decisamente più consistente la fruizione della normativa nel settore pubblico, dove la percentuale di beneficiari è del 7,4 per cento (sui 3,3 milioni di dipendenti totali), mentre nel settore privato la percentuale dei beneficiari (su quasi 20 milioni di lavoratori) è di poco superiore a 1,43 per cento: oltre cinque volte di meno.
Nella legge di stabilità licenziata ieri dal governo è prevista la riduzione del 50% della retribuzione relativa alle giornate di permesso ex lege 104/92 usufruite dai soli dipendenti pubblici. Dalla stretta saranno però esclusi coloro che usufruiscono dei permessi per se stessi, per i figli o per i coniugi; riguarderà cioè solo l’assistenza a genitori e altri parenti.
Ma vediamo la situazione ricostruita con dati mai resi pubblici fino ad oggi.
Settore pubblico
Per quanto riguarda il pubblico, gli ultimi dati ufficiali (fonte: Ministero della funzione pubblica, “Fruizione dei permessi ex Fruizione dei permessi ex lege 104/92 – giugno 2011) si riferiscono al 2010 e parlano di 244.997 beneficiari: cioè, il 7,4 per cento dei 3.311.582 dipendenti del settore pubblico. 4.835.263 le giornate di permesso registrate, per un costo totale di 725.289.450 euro. Va precisato che il dato non è completo, in quanto tiene conto di 19.002 amministrazioni censite, su un totale di 25.179.
Per quanto riguarda la tipologia di permesso, 27.229 lavoratori usufruiscono personalmente della 104 (cioè sono essi stessi disabili), mentre 217.912 ne usufruiscono per assistere parenti o affini e 1.034 hanno una “doppia 104”, per se stessi e per un parente. Il comparto in cui si registra in assoluto la più elevata fruizione è la scuola (103.871 dipendenti beneficiari, pari ad oltre il 42 per cento), seguita dalle amministrazioni comunali (37.750), per un costo annuo, nei due comparti rispettivamente di 210.728.850 e 31.033.70 euro. Infine, le aree in cui si concentra maggiormente la richiesta di permessi ex lege 104/92 è il Sud (36,91%), seguita da Nord (34,86%) e Centro (28,23%): una tendenza particolarmente evidente nel comparto della scuola, dove al Sud ben il 47,44% dei dipendenti fruisce della legge, contro il 28% del Nord e il 24% del Centro.
Settore privato
Secondo i dati forniti in anteprima a Redattore Sociale dall’Inps, 285.185 lavoratori di aziende ed enti privati hanno usufruito, nel 2011, di permessi ex lege 104/92, pari all’1,43 per cento dei 19,9 milioni del settore. Di questi, 242.041 ha usufruito di permessi mensili di 3 giorni per l’assistenza di genitori e parenti disabili, 21.391 di permessi orari giornalieri per assistere minori disabili, mentre sono rispettivamente 26.449 e 14.946 i lavoratori disabili che hanno usufruito di permessi mensili di 3 giorni o di permessi orari giornalieri. 1.183, infine, i lavoratori in congedo parentale prolungato fino a 3 anni di vita del bambino disabile. La somma di queste singole voci è superiore al totale di 285.185 in virtù del fatto che ogni beneficiario può usufruire di più tipologie nel corso dello stesso anno.
Quale risparmio con la Legge di stabilità?

E’ impossibile calcolare, con i dati oggi disponibili, quale risparmio di spesa comporterà la misura prevista dal governo. Il dato dei 725 milioni riguardate la spesa per coprire le giornate di assenza dei lavoratori pubblici riguarda infatti tutti i tipi di assistenza, anche quelli che non sarebbero tagliati.
Sarà possibile saperlo però tra pochi giorni, quando il ministero della Funzione pubblica renderà i dati relativi al 2011: “I nuovi dati conterranno anche la distinzione tra chi usufruisce della legge per assistere il coniuge, un figlio, i genitori o altri parenti – spiega a Redattore Sociale Francesca Russo, direttore dell'Ufficio per l’informazione statistica e le banche dati istituzionali del dipartimento della Funzione Pubblica - I dati relativi al 2011 non sono stati ancora pubblicati per problemi tecnici dovuti a migrazione di banche dati dal vecchio sistema al nuovo sistema “Perla Pa”. Visti gli ultimi interventi normativi abbiamo comunque velocizzato gli interventi in modo tale da garantire una pubblicazione di tali dati entro martedì della prossima settimana in formato ‘open data’ sul nostro sito web, anche ai fini di far comprendere meglio il fenomeno su cui impatterà la norma”. (cl, ska)
Legge di stabilità, sale la protesta. Dissensi anche dentro il governo
Il sottosegretario Guerra: ''Questi provvedimenti estemporanei non li condivido''. Giornata pagata a metà per il lavoratore che usufruisce d i permessi per assistere i disabili, a meno che non si tratti di coniuge o figlio
ROMA - Cresce il dissenso delle associazioni e dei disabili per la stretta voluta dal governo su permessi lavorativi concessi in base alla legge 104/92 a chi assiste i disabili e assoggettabilità all’Irpef delle pensioni di guerra e di invalidità. I due provvedimenti, che riguardano direttamente le persone con disabilità, contenuti nella legge di stabilità licenziata dal Consiglio dei ministri, vengono percepiti dalle associazioni come un ulteriore “colpo” allo stato sociale. Ma la scelta crea dissapore anche all'interno del governo. E’ di ieri la dichiarazione della sottosegretaria del ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Cecilia Guerra, a margine di un convegno sui Lea. “Questi provvedimenti estemporanei non li condivido”, ha detto commentando la stretta ai permessi lavorativi, che prevede la giornata pagata a metà per il lavoratore che ne usufruisce, a meno che non si tratti di coniuge o figlio.
Non si tratta, ovviamente, di modifiche già in vigore, dal momento che si tratta di un disegno di legge che ora passerà al vaglio del Parlamento per l’approvazione, ma le probabilità che le disposizioni vengano confermate e dunque tradotte in legge sono comunque alte. E infatti le prime reazioni delle associazioni che rappresentano le persone con disabilità sono fortemente critiche nei confronti dell’esecutivo, che arrivano a parlare di misure che “annientano completamente” le politiche sociali del nostro paese.
Il disegno di legge contenente le disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità) prevede – recita il comunicato di Palazzo Chigi - “la rimodulazione di alcune tax expenditures per i redditi superiori ai 15mila euro”: in particolare “si prevede l’assoggettabilità ad Irpef delle pensioni di guerra e di invalidità” e si “introduce una franchigia di 250 euro per alcune deduzioni e detrazioni Irpef e, per le sole detrazioni, si fissa il tetto massimo di detraibilità a 3000 euro”. Le pensioni di guerra e di invalidità al momento non sono assoggettate ad Irpef: la scelta del governo è invece quella di conteggiarle come reddito nel caso superino la soglia dei 15mila euro annui. Ad essere interessati, comunque, non dovrebbero essere la gran parte degli invalidi civili italiani: la cifra base della pensione di invalidità è infatti tale (si tratta di 267,57 euro mensili) da non avvicinarsi neppure a quella soglia. A meno che non si consideri anche la cifra dell’indennità di accompagnamento (per gli invalidi civili totali è di 492,97 mensili), che però non viene nominata dal governo e dunque dovrebbe essere esclusa da ogni assoggettamento all’Irpef.
Più lineare la questione della legge 104/92. Il comunicato del governo non ne ha traccia, ma la bozza entrata in Consiglio dei ministri prevede il dimezzamento della retribuzione per i giorni utilizzati dai dipendenti pubblici per l’assistenza a familiari con disabilità. La retribuzione rimarrebbe piena solo se il permesso ex lege 104/92 è dovuto a patologie del dipendente o all’assistenza a figli e coniuge. Se l’assistito è un altro familiare lo stipendio della giornata sarà dimezzato e si manterrà intera solamente la contribuzione figurativa. E’ da ricordare che i permessi possono essere ottenuti per assistere parenti o affini entro il secondo grado o entro il terzo grado se i genitori dell’assistito sono over 65 o disabili.
Stretta alla 104, Cgil: “Scandaloso, il governo sa colpire solo i più deboli”
Per la responsabile dell’Ufficio disabilità del sindacato il “taglio all’assistenza” delle persone disabili è “scandaloso e indecente”, un “arrogante atto di discriminazione che creerà disparità fra i cittadini”. E a pagare saranno “soprattutto le donne”
ROMA - “Scandaloso e indecente: non troviamo termini migliori per descrivere l'ennesimo taglio all'assistenza delle persone disabili”. E’ la reazione di Nina Daita, responsabile dell'Ufficio disabilità della Cgil nazionale, a proposito della norma contenuta nella Legge di stabilità che modifica la legge 104 del 1992 prevedendo il dimezzamento della quota delle retribuzioni dei lavoratori che assistono persone disabili, con la sola esclusione di quanti assistono un figlio o un coniuge. “Ancora una volta – dice Daita - si colpiscono i più deboli”.
“Siamo di fronte ad un arrogante atto di discriminazione che creerà ulteriori disparità tra i cittadini – spiega Daita – siamo sempre noi a pagare e ora, dopo gli interventi sulla riabilitazione e sugli ausili per l'autonomia, il governo passa direttamente al taglio della parte della retribuzione che riguarda i permessi per l'assistenza”. “La disabilità viene colpita in tanti modi e non è un caso - afferma Nina Daita - che l'occupazione delle persone disabili sia scesa del 38%”. “Di fronte a questo provvedimento – conclude – la Cgil esprime tutta la sua indignazione e ci tiene a sottolineare che a fare le spese di questa inqualificabile decisione politica saranno le famiglie e in particolare soprattutto le donne”.
Legge 104/92: cos’è, come funziona
La legge n. 104 del 5 febbraio 1992 tutela “l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. Modificata dalla legge 53/00, dal decreto legislativo 151/01 e dalla legge 183/10, ora la legge potrebbe subire ulteriori modifiche
ROMA - La legge n. 104 del 5 febbraio 1992 tutela “l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. Modificata dalla legge 53 (8 marzo 2000), dal decreto legislativo 151 (26 marzo 2001) e dalla legge 183 (4 novembre 2010), ora la legge potrebbe subire ulteriori modifiche con la Legge di stabilità del governo Monti. Ecco, in sintesi, come funziona

A chi spetta: lavoratori e parenti. La legge si applica innanzitutto ai lavoratori disabili, con rapporto di lavoro pubblico o privato, in situazione di gravità, anche stranieri e apolidi, residenti, domiciliati o aventi stabile dimora nel territorio nazionale. Indispensabile è il riconoscimento di handicap grave che costituisce il requisito irrinunciabile per usufruire delle agevolazioni previste dall'art. 33 della legge 104/92 tra cui i permessi per il lavoratore disabile. La normativa si applica anche ai lavoratori che assistono un parente disabile, entro il secondo grado. Il diritto può essere esteso ai parenti e agli affini di terzo grado della persona con disabilità soltanto in casi specifici. Presupposto oggettivo per la concessione dei permessi è che la persona in situazione di disabilità grave non sia ricoverata a tempo pieno.
Quali benefici comporta. La modalità di fruizione dei permessi si differenzia a seconda che sia il lavoratore disabile o il familiare a richiederli. Il lavoratore disabile può usufruire alternativamente dei permessi di tre giorni mensili o di permessi orari giornalieri nella seguente misura: due ore al giorno per un orario giornaliero di sei ore; un’ora al giorno per un orario giornaliero inferiore alle sei ore. I parenti possono invece usufruire dei permessi di tre giorni mensili. I genitori che assistono figli di età inferiore ai tre anni in situazione di disabilità gravepossono fruire alternativamente: del prolungamento del congedo parentale retribuito fino al terzo anno di vita del bambino, ad avvenuta fruizione del congedo di maternità e del congedo parentale ordinario; di due ore di permesso giornaliero; di tre giorni interi di permesso al mese. I giorni di permessi non utilizzati non possono essere cumulati con quelli del mese successivo.

Certificazione. Il riconoscimento di invalidità civile non è utile ai fini della fruizione dei permessi lavorativi. Indispensabile è il riconoscimento di handicap grave, che richiese un accertamento diverso da quello dell'invalidità civile, anche se possono essere richiesti contemporaneamente presso gli uffici competenti dell’Azienda sanitaria locale di residenza.
Come si richiede. Il lavoratore che intende richiedere i permessi retribuiti deve presentare alla Sede Inps di competenza domanda in 2 copie. La domanda può essere presentata anche tramite PEC
Alla domanda deve essere allegata l’attestazione di gravità dell’handicap ai sensi dell’art. 3 comma 3 della Legge 104/92 rilasciata dalla Commissione ASL (art. 4 della Legge 104/92). I lavoratori beneficiari sono tenuti a comunicare al dirigente competente i giorni di assenza a tale titolo con congruo anticipo e, se possibile con riferimento all’arco temporale del mese, al fine di consentire la migliore organizzazione dell’attività amministrativa, salvo dimostrate situazioni di urgenza.

Cosa cambia con la Legge di Stabilità. Con la legge di Stabilità del governo Monti, la retribuzione prevista per i giorni di congedo ex 104 non sarebbe più intera, ma ridotta del 50%, salvo i casi in cui beneficiario del permesso sia il lavoratore disabile stesso, o il genitore, o il coniuge. La riduzione riguarda quindi anche i lavoratori che assistono genitori con gravi disabilità.
Legge stabilità, Anmic: “Ulteriore e inaspettato colpo allo Stato sociale”
Il presidente Giovanni Pagano manifesta l’opposizione dell’Associazione invalidi civili ai provvedimenti assunti dal Consiglio dei ministri: si preannunciano forme di lotta e di protesta
ROMA – “Un ulteriore e inaspettato colpo allo Stato sociale e all’intero mondo disabilità”: così il presidente dell’Anmic Giovanni Pagano commenta i provvedimenti assunti nella legge di stabilità che riguardano gli invalidi civili e le persone con disabilità in genere. L’Associazione nazionale mutilati invalidi civili fa riferimento alle notizie di stampa sulla penalizzazione di “una larga parte dei beneficiari dei permessi della legge 104 per l’assistenza a persone con disabilità gravi” e alla decisione di “assoggettare all’Irpef persino le pensioni di invalidità civile”. L’Anmic, si legge in una nota, “nel manifestare la propria opposizione a tali misure (di cui si riserva la valutazione finale dopo la pubblicazione del testo ufficiale) - ha già convocato i propri organi centrali e tutti i presidenti provinciali dell’associazione per valutare le più opportune forme di lotta e di intervento da intraprendere”. La Fand, la Federazione che riunisce le associazioni storiche del mondo della disabilità, Anmic compresa, si riunirà il prossimo 17 ottobre per decidere le iniziative da prendere.
Legge di stabilità, Ens: “Ennesimi sacrifici, penalizzati i più deboli”
Per il presidente Petrucci la stabilità del paese non si costruisce sui disabili e le famiglie: “Con le modifiche alla legge 104 si aggiunge un disagio economico a situazioni familiari già gravi”. E sulle pensioni soggette ad Irpef: “Precedente gravissimo
ROMA – Le misure approvate dal governo “contemplano ennesimi sacrifici per le persone con disabilità e le loro famiglie” e si aggiungono ai precedenti tagli e alle precedenti manovre che penalizzano nella vita di tutti i giorni soggetti deboli già fortemente discriminati. E’ negativo il commento dell’Ente nazionale sordi alla legge di stabilità licenziata dal Consiglio dei ministri e presentata al Parlamento. I provvedimenti contemplati dal governo, dice il presidente Giovanni Petrucci, sono stati “appresi con sgomento”, perché se è vero che “in tempi di crisi ciascuno di noi deve contribuire alla ricrescita del paese, continuiamo a ribadire con forza che questo non deve accadere penalizzando le fasce deboli della popolazione”.
La scelta di colpire i permessi della legge 104/92 “significa penalizzare fortemente chi ha i genitori disabili e aggiungere disagio economico e discriminazione a situazioni familiari già in gravi difficoltà: solo chi lo vive sulla propria pelle e combatte ogni giorno perché i propri familiari disabili riescano a vivere una vita serena e degna di questo nome può capire – continua Petrucci - a quali pesantissimi sacrifici si va incontro con nuovi tagli e manovre inique”.
La scelta poi di assoggettare ad Irpef le pensioni di guerra e di invalidità “costituisce un precedente gravissimo e va a incidere pesantemente sui redditi, di nuovo, delle persone disabili e dei loro nuclei familiari, che oltre alla diffusa crisi economica sopportano il carico di enormi difficoltà nell’accesso a servizi e una debole integrazione sociale”. “Continuiamo – rincara il presidente Ens - ad assistere al balletto della retorica da un lato, elogiando la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, mentre dal lato pratico e della vita di tutti i giorni si penalizzano sempre i soggetti deboli e già fortemente discriminati”. L’Ens annuncia che “si batterà con tutti i mezzi a sua disposizione per contrastare queste ennesime penalizzazioni” anche in seno alla Fand, che si riunirà per decidere il da farsi il prossimo 17 ottobre.
Legge di stabilità, Fish: “Colpire permessi 104, scelta demagogica”
Per il presidente Barbieri le decisioni del governo “annientano completamente le politiche sociali”: critiche per i tagli alla sanità e agli enti locali: “Le persone stanno perdendo l’assistenza, il supporto e i servizi”
ROMA – “L’ennesimo colpo assestato alle politiche sociali e ai diritti civili del nostro paese”. E’ il giudizio della Fish sui provvedimenti contenuti nella legge di stabilità approvata dal Consiglio dei ministri e che dovrà essere esaminata e approvata dal Parlamento. Il presidente Pietro Barbieri parla di “politiche sociali completamente annientate” e di un governo che sul tema dei permessi lavorativi per l’assistenza alle persone disabili (legge 104/92) adotta una “scelta banale, demagogica e probabilmente anche del tutto inefficace”.
“Leggeremo con cura e attenzione – dice Barbieri - i testi ufficiali di ciò che il Consiglio dei Ministri ha approvato, ma le anticipazioni sulla legge di stabilità non ci sono affatto gradite: è l’ennesimo colpo che viene assestato alle politiche sociali e ai diritti civili del nostro paese”. “La reazione di incredulità e sdegno si è immediatamente diffusa fra le organizzazioni delle persone con disabilità già dopo le prime indiscrezioni sugli ulteriori tagli ai trasferimenti alle Regioni e agli enti locali e all’ennesima restrizione alla spesa sanitaria prospettata dalla bozza della Legge di Stabilità: le riduzioni progressive che in 4 anni hanno eroso i fondi per il sociale da 2 miliardi e mezzo a 270 milioni di euro, i tagli derivati dal Patto di stabilità, la già pesante sforbiciata dei trasferimenti alle Regioni stanno producendo effetti gravissimi nei servizi alle persone con disabilità e ai non autosufficienti distruggendo una rete di protezione già estremamente esile”. “Le persone – insiste Barbieri - stanno perdendo l’assistenza, il supporto, i servizi e con le misure prospettate dalla legge di Stabilità, le politiche sociali sarebbero completamente annientate”.
“Da questo governo che usa il termine equità ad ogni piè sospinto – continua il presidente della Federazione italiana superamento handicap - ci aspettavamo qualcosa di più serio, una svolta strutturale nella gestione delle politiche sociali: al contrario pone ai primi punti della sua agenda la revisione dell’Isee, lo smantellamento delle agevolazioni fiscali, la riduzione brutale degli interventi di sostegno e di contrasto all’impoverimento. E il massimo che riesca ad elaborare – dice riferendosi alle decisioni che toccano la legge 104/92 - è la riduzione della spesa per i permessi lavorativi a chi assiste un congiunto con disabilità: una scelta banale, demagogica e probabilmente anche del tutto inefficace”. Modalità che viene definita “piuttosto brutale e sbrigativa, e foriera di sperequazioni”.

La Fish indica la necessità di “contrastare questo clima e queste scelte” e aderisce alla mobilitazione “Cresce il welfare, cresce l’Italia” del 31 ottobre prossimo a Roma alla quale hanno aderito oltre 40 associazioni del sociale: “Una grande iniziativa di protesta e di proposta – conclude Barbieri - per chiedere a questo governo e a chi lo sostiene di cambiare rotta: è profondamente sbagliato contrapporre welfare e crescita economica, anzi proprio il welfare rappresenta un motore di sviluppo per far ripartire il nostro paese”.
Legge di stabilità: stretta alla legge 104 e Irpef. Protestano le associazioni
Ddl del governo: sopra i 15mila euro pensioni di invalidità e di guerra assoggettate all’imposta sui redditi. Giornata pagata a metà per il lavoratore che usufruisce dei permessi per assistere disabili, a meno che non si tratti di coniuge o figlio
ROMA – Stretta ai permessi lavorativi concessi in base alla legge 104/92 e assoggettabilità all’Irpef delle pensioni di guerra e di invalidità. Sono i due principali provvedimenti riguardanti direttamente le persone con disabilità assunti dal governo nella legge di stabilità licenziata ieri dal Consiglio dei ministri. Non si tratta, ovviamente, di modifiche già in vigore, dal momento che si tratta di un disegno di legge che ora passerà al vaglio del Parlamento per l’approvazione, ma le probabilità che le disposizioni vengano confermate e dunque tradotte in legge sono comunque alte. E infatti le prime reazioni delle associazioni che rappresentano le persone con disabilità sono fortemente critiche nei confronti dell’esecutivo, che arrivano a parlare di misure che “annientano completamente” le politiche sociali del nostro paese.
Il disegno di legge contenente le disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità) prevede – recita il comunicato di Palazzo Chigi - “la rimodulazione di alcune tax expenditures per i redditi superiori ai 15mila euro”: in particolare “si prevede l’assoggettabilità ad Irpef delle pensioni di guerra e di invalidità” e si “introduce una franchigia di 250 euro per alcune deduzioni e detrazioni Irpef e, per le sole detrazioni, si fissa il tetto massimo di detraibilità a 3000 euro”. Le pensioni di guerra e di invalidità al momento non sono assoggettate ad Irpef: la scelta del governo è invece quella di conteggiarle come reddito nel caso superino la soglia dei 15mila euro annui. Ad essere interessati, comunque, non dovrebbero essere la gran parte degli invalidi civili italiani: la cifra base della pensione di invalidità è infatti tale (si tratta di 267,57 euro mensili) da non avvicinarsi neppure a quella soglia. A meno che non si consideri anche la cifra dell’indennità di accompagnamento (per gli invalidi civili totali è di 492,97 mensili), che però non viene nominata dal governo e dunque dovrebbe essere esclusa da ogni assoggettamento all’Irpef.
Più lineare la questione della legge 104/92. Il comunicato del governo non ne ha traccia, ma la bozza entrata in Consiglio dei ministri prevede il dimezzamento della retribuzione per i giorni utilizzati dai dipendenti pubblici per l’assistenza a familiari con disabilità. La retribuzione rimarrebbe piena solo se il permesso ex lege 104/92 è dovuto a patologie del dipendente o all’assistenza a figli e coniuge. Se l’assistito è un altro familiare lo stipendio della giornata sarà dimezzato e si manterrà intera solamente la contribuzione figurativa. E’ da ricordare che i permessi possono essere ottenuti per assistere parenti o affini entro il secondo grado o entro il terzo grado se i genitori dell’assistito sono over 65 o portatori di handicap.
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