da Tecnica della Scuola
L'ANP alle forze politiche: "Rimettere al centro l'autonomia delle scuole"
di R.P.
Valorizzare l'autonomia scolastica, snellire le procedure, aumentare i finanziamenti alle scuole, rendere effettivi i poteri dei dirigenti scolastici, prevedere percorsi di carriera per i docenti, introdurre sistemi di valutazione per i docenti: questi sono i punti essenziali del "programma" dell'Anp.
In un documento di poche pagine l’Anp (Associazione nazionale presidi) si rivolge alle forze politiche per formulare le proprie proposte sulla scuola.
Il nodo fondamentale, secondo l’Anp, sta tutto nella questione dell’autonomia: “Dichiarata autonoma nel 1997, inserita come tale nel nuovo testo costituzionale del 2001, la scuola non è mai stata tanto etero-diretta e soffocata da direttive e vincoli come negli ultimi anni”.
Per la scuola non sono necessarie quindi nuove leggi: basterebbe applicare bene e seriamente quelle che già esistono (e in particolare quelle che riguardano l’autonomia).
Per ottenere questo risultato occorrono però, secondo l’Anp, precise condizioni di contesto (un sistema nazionale di rilevazione degli apprendimenti, test nazionali periodici, al termine delle scansioni principali dei percorsi di studio, un sistema di valutazione sistematica delle prestazioni professionali di tutto il personale della scuola, un sistema di carriera professionale dei docenti, basato sulla valutazione del merito individuale e che incida in modo significativo sia sulla retribuzione che sullo status).
Ma, secondo il presidente dell’Anp Giorgio Rembado, bisogna incidere anche sugli ordinamenti e sulle risorse finanziarie: “Occorre una radicale potatura degli ordinamenti esistenti, eliminando tutti quelli volti al controllo centrale delle procedure e rafforzando quelli rivolti al monitoraggio dei risultati; e, soprattutto, è necessario incrementare in modo significativo e risorse finanziarie per le spese diverse da quelle di personale”
In altre parole bisognerà “restituire alle scuole della piena autonomia nel governo delle proprie risorse, ivi incluse quelle di personale”
Le proposte dell’Anp, che non sono una novità degli ultimi giorni, hanno riscosso spesso il consenso di forze politiche di diverso orientamento ma di fatto non si sono mai tradotte in atti concreti, né durante il Governo Berlusconi né nel corso della legislatura che si sta concludendo in queste settimane. In parte perché le risorse finanziarie sono scarse, ma in larga misura perché su molti punti è sempre risultato impossibile ottenere il consenso delle organizzazioni sindacali.
Ma su molte questioni poste dall’Anp il futuro Governo dovrà necessariamente fare i conti, anche perché, molti dei “suggerimenti” di Giorgio Rembado sono allineati con le osservazioni che da tempo si leggono nei documenti dell’OCSE e dell’Unione Europea.